Usdata smaschera complotto segreto per incastrare gli End User…

Dalla rivista:
Automazione Oggi

 
Pubblicato il 18 luglio 2002

Per le grandi imprese industriali la promessa è allettante: una soluzione assimilata contribuirebbe infatti a ridurre fortemente i costi di integrazione del progetto. Ma Usdata non ci sta e dimostra di essere pronta ai cambiamenti che si verificano negli standard software, grazie a un modello di business basato sui partner integratori di sistemi. Per loro stessa ammissione, i maggiori fornitori di hardware per l’automazione cercano di offrire una soluzione completa per legare a sé il cliente. Ci aveva già provato IBM nel campo dei personal computer e dei sistemi operativi. Molti ricorderanno che l’azienda, dopo avere lanciato il mercato dei PC basati sull’architettura aperta del bus ISA, ha cercato di chiudere tale architettura introducendo un bus ‘nuovo e migliore’ chiamato Micro-Channel e sostituendo DOS e Windows con un sistema operativo ‘nuovo e migliore’ chiamato OS2. Benché queste fossero delle ottime tecnologie, alla fine la maggioranza degli utenti di PC le ha rifiutate a causa del predominio che esse assicuravano a IBM.

Strategie ‘tutto compreso’

Nell’ultimo decennio, anche da parte dei principali ‘hardware vendor’ per l’automazione si sono diffuse strategie commerciali che, come quella di IBM, tendono a legare i clienti; infatti essi hanno acquisito le loro soluzioni software e le hanno integrate/assimilate in soluzioni complete. Adottando una tale soluzione completa, le imprese manifatturiere e di processo si legano di fatto ai fornitori che scelgono; un legame, questo, che riguarda sia l’infrastruttura informativa di stabilimento, sia i servizi. Il motivo per cui le grandi imprese industriali accettano soluzioni di un singolo fornitore si basa sull’affermazione (di parte) secondo cui una soluzione assimilata può contribuire a ridurre i costi di integrazione dal 60% al 20% del costo complessivo di un progetto. Da un punto di vista economico, il prezzo è quindi l’elemento centrale del legame che si stabilisce. D’altra parte, quando il fornitore di hardware ha legato il cliente, esso tende a badare meno alla qualità dei prodotti e si sente libero di aumentare i prezzi. In sostanza, i fornitori mirano a conquistare quote di mercato e profitti a spese dei clienti. Secondo Arc, viene però spontanea una domanda: “Come reagirebbe un end user se sapesse di essere tenuto prigioniero da un fornitore che ha un ‘understanding’ delle sue operazioni di fabbrica migliore di quello che ha lui stesso?” Vi è poi una contraddizione evidente: i fornitori di automazione insistono da tempo sul fatto che le loro infrastrutture sono basate su standard aperti, ma ognuno di essi vuole dare una sua propria soluzione completa. Per l’end user può sembrare molto pratico avere un unico fornitore, ma questo tipo di relazione esclusiva con un vendor hardware nasconde nel tempo grandi insidie per l’end user stesso. Considerando poi che molte applicazioni di automazione sono installate da integratori indipendenti, i grandi fornitori di hardware per l’automazione si stanno ponendo in concorrenza diretta con i loro stessi partner. A differenza di questi pachidermici fornitori di hardware, le società software più agili, come Usdata, sono pronte ai cambiamenti che si verificano regolarmente negli standard software e hanno un modello di business basato sui partner integratori di sistemi.

Tecnologie dirompenti

Esaminando il passato si può vedere che il settore del software per l’automazione è stato periodicamente alterato da tecnologie dirompenti. Storicamente i fornitori di hardware hanno acquisito prodotti software sulla base di una tecnologia specifica. Raramente queste società, il cui focus principale è appunto l’hardware, portano un prodotto software attraverso uno o più di questi cambiamenti dirompenti: ogni volta esse spiegano ai clienti che è difficile supportare prodotti basati su tecnologie sorpassate. E, anche se questo è un po’ frustrante nel caso delle soluzioni puntuali, diventa inaccettabile nel caso di una soluzione di automazione completa. I fornitori di hardware, quindi, non hanno praticamente alcuna esperienza nel traghettare prodotti o clienti attraverso le discontinuità prodotte dalle tecnologie software dirompenti. Al contrario, una società software matura come Usdata con oltre 25 anni di esperienza nell’attraversamento di tali discontinuità ha sempre risposto alla sfida delle ‘disruptive technologies’ in modo innovativo, integrando queste tecnologie nei suoi prodotti, sempre in anticipo rispetto ai tempi in cui queste tecnologie venivano adottate nell’automazione. Per esempio (vedi figura 1), negli anni ‘70 Usdata ha risposto all’invenzione del microprocessore introducendo React, il primo prodotto HMI per PLC.

Complessivamente, sono stati consegnati oltre 2000 React, metà dei quali sul mercato europeo. A metà degli anni ‘80, Usdata ha completato l’architettura aperta PC/DOS/Windows con l’architettura Open Software Bus, che è alla base dell’attuale prodotto Scada FactoryLink. In sostanza, l’Open Software Bus mette a disposizione degli slot in cui si possono inserite le task dell’utente, sviluppate con le API pubblicate da Usdata. Nei primi anni ‘90, Usdata è stata la prima a utilizzare la tecnologia dei database relazionali standard come Oracle, DB2, Sybase, RDB, ecc. (in contrapposizione ai database proprietari) per tutti i dati storicizzati, compresi allarmi e trend. A metà degli anni ‘90, invece, l’azienda è stata la prima a implementare standard quali COM, ActiveX e OPC per trasferire i dati di automazione ai sistemi di livello superiore, nonché per accedere ai dati dei dispositivi di campo. È stata inoltre fra le prime a introdurre il concetto di client/server nel settore HMI e Scada, seguendo una tendenza proveniente dal settore IT. Questo concetto, particolarmente adatto per le grosse applicazioni, è oggi completato da soluzioni stand-alone per le piccole applicazioni. Alla fine degli anni ‘90, Usdata è stata la prima a offrire il controllo completo del suo sistema Scada attraverso Internet, con l’introduzione del prodotto FactoryLink WebClient. Inizialmente, Internet era considerata con una certa diffidenza nel Manufacturing. Oggi, WebClient è stato adottato diffusamente, dando ancora una volta ragione alla lungimiranza di Usdata.

Nuove tecnologie software dirompenti

Molti sono convinti che il ritmo e l’ampiezza delle rivoluzioni tecnologiche continueranno ad aumentare. Vi sono infatti molte nuove tecnologie che si stanno sviluppando nel mercato informatico in generale e che hanno un forte potenziale dirompente anche nel settore dell’automazione. Tra queste, per esempio, la tecnologia wireless. Gli standard 802.11b, 802.11a, Bluetooth e il futuro Ultrawideband aumenteranno radicalmente il numero di apparecchiature e processi che possiamo cablare e automatizzare, grazie a un abbattimento drastico dei costi. Nello stesso tempo, il riconoscimento vocale basato su server, al quale potremo accedere tramite telefoni cellulari, ci permetterà di ‘parlare’ ad apparecchiature e stabilimenti.