Regolazione della continuità del servizio – Fornitura dell’energia elettrica.

 
Pubblicato il 16 luglio 2002

Misurazione della continuità del servizio

L’Aeeg ha stabilito criteri e metodi uniformi di rilevazione delle interruzioni per gli esercenti il servizio di distribuzione dell’energia elettrica. La metodologia di registrazione è stata sviluppata nella deliberazione n.128/99. In primo luogo, con riferimento agli aspetti operativi e tecnici, le interruzioni sono state classificate come segue:
– interruzioni con preavviso: per classificare un’interruzione con preavviso è richiesta l’effettuazione di un avviso con almeno un giorno di anticipo all’utenza interessata e l’esercente deve mantenere la documentazione della procedura di avviso: si tratta in genere di interruzioni programmate;
– interruzioni senza preavviso: sono quelle che arrecano maggiore disturbo all’utente in quanto improvvise ed imprevedibili e sono in genere provocate da guasti: in questo gruppo sono considerate le interruzioni programmate con un preavviso inferiore ad un giorno; – interruzioni lunghe (di durata maggiore di tre minuti), interruzioni brevi (di durata compresa tra un secondo e tre minuti) e interruzioni transitorie (di durata inferiore al secondo). Le interruzioni devono essere registrate sia in modo automatico, tramite il sistema di telecontrollo, che manualmente, per le manovre di rialimentazioni progressive. Per assicurare la rintracciabilità dei dati raccolti dagli esercenti, le linee ad alta e media tensione devono essere provviste di un sistema di telecontrollo per rilevare e registrare ogni evento di apertura e chiusura degli interruttori o degli organi di manovra a tali livelli di tensione. Un analogo requisito non è stato applicato alla rete di bassa tensione, a causa degli alti costi necessari e del fatto che le interruzioni originate sulla rete di bassa tensione hanno un effetto medio sugli indicatori di qualità del servizio che è pari a circa il 12% del totale.

In secondo luogo, per tenere conto delle differenze tra aree urbane e rurali, il Paese stato classificato in tre aree in base alla concentrazione del carico, coniugando i concetti di densità di carico e quello di estensione minima di una certa area per essere significativa:
– aree ad alta concentrazione (urbane): Comuni con più di 50 mila abitanti;
– aree a media concentrazione (suburbane): Comuni con abitanti compresi tra 5 mila e 50 mila;
– aree a bassa concentrazione (rurali): Comuni con meno di 5 mila abitanti.
Nel caso di Comuni oltre i 50 mila abitanti, con forti differenze di densità di carico al proprio interno (esemplare è il caso del Comune di Roma, con forti differenze territoriali ad esempio all’interno e all’esterno del grande raccordo anulare), gli esercenti hanno potuto richiedere all’Aeeg il declassamento di parti del territorio da alta a media e/o bassa concentrazione, articolate su confini di località abitate, confini circoscrizionali o altro. In terzo luogo, per ciascuna interruzione deve essere predisposto un registro che deve comprendere una serie di informazioni, differenziate in base al tipo di interruzione:
• il numero di utenti coinvolti nelle interruzioni: deve essere registrato il numero reale di utenti interrotti in alta e media tensione per le interruzioni lunghe, ma può essere stimato, utilizzando metodi di stima stabiliti dall’Aeeg, per quanto riguarda gli utenti in bassa tensione coinvolti nelle interruzioni lunghe e per le interruzioni brevi e transitorie.

In particolare la stima degli utenti in bassa tensione coinvolti in interruzioni brevi e lunghe è ottenuto come prodotto tra il numero dei trasformatori Mt/Bt interrotti per il numero medio di utenti per trasformatore calcolato a livello di Comune (tenendo conto quindi delle diverse concentrazioni territoriali);
• le cause di interruzione: l’Aeeg ha definito i seguenti tre tipi di cause:
– cause di forza maggiore: atti di autorità pubblica, dichiarazione di stato di emergenza o di calamità naturale dichiarato dalle autorità competenti, eventi naturali eccezionali per i quali siano stati superati i dati climatici di progetto degli impianti previsti dalle norme tecniche (ad esempio velocità del vento superiore a quella assunta per il progetto dei sostegni di una linea aerea in base alle norme Cei o manicotto di ghiaccio che si forma in certe condizioni di temperatura e precipitazioni), scioperi;
– cause esterne: danni provocati da terzi (ad esempio: furti, incendi, contatti fortuiti, danneggiamenti dolosi), guasti provocati da utenti (ad esempio per guasti all’interno della rete dell’utente che provocano l’apertura dell’interruttore della rete pubblica), eventi causati da altri gestori (ad esempio per guasti alla loro rete);
– altre cause: tutte le restanti interruzioni sono attribuite all’esercente, ivi comprese quelle derivanti da cause non accertate.
• l’origine delle interruzioni: le interruzioni sono state classificate in base alla sezione della rete elettrica origine dell’interruzione stessa: rete di trasmissione nazionale, rete di alta tensione, rete di media tensione e rete di bassa tensione;
• la durata delle interruzioni: per le interruzioni lunghe con manovre di rialimentazione progressive, la durata di interruzione deve essere calcolata attraverso la somma pesata della durata di ogni manovra di rialimentazione progressiva, usando come peso il numero di utenti coinvolti. In quarto luogo, tutte le informazioni registrate per ogni interruzione devono essere documentate e conservate dagli esercenti. In particolare, devono essere documentati gli eventi di forza maggiore o di responsabilità di terzi o utenti, dal momento che tali interruzioni sono escluse dalla regolazione economica (vedi paragrafo successivo). Ogni anno gli esercenti devono trasmettere all’Aeeg i principali indicatori, cioè il numero medio annuo di interruzioni per utente e la durata totale annua di interruzione, separatamente per causa, per origine, per grado di concentrazione e per tipo di interruzione. Gli indicatori sono ottenuti come somma pesata di ciascuna interruzione, usando come peso il numero di utenti interrotti.

Regolazione delle interruzioni senza preavviso lunghe

In Italia, il livello medio di interruzioni senza preavviso risulta mediamente peggiore di quello registrato in altri Paesi europei. Si registrano inoltre differenze tra le regioni del nord e del sud, anche per medesimi livelli di concentrazione. La rete di media tensione rappresenta la priorità critica: le interruzioni originate sulla rete di media tensione rappresentano l’85% dei minuti persi (3% sulla rete di alta tensione; 12% sulla rete di bassa tensione).

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