L’innovazione traina l’alimentare made in Italy
Aperta a Parma la 72° edizione di Cibus Tec, fiera internazionale della meccanica per l’alimentare
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Il successo dei prodotti alimentari made in Italy sui mercati internazionali è dovuto anche alla dinamicità dell’industria meccanica per la lavorazione e il confezionamento del cibo, un comparto in crescita che fa della costante innovazione tecnologica il suo punto di forza.
4 miliardi di euro di ricavi complessivi, con una quota export superiore all’80%, leader sui mercati internazionale assieme ai tedeschi, questo comparto ha la sua forza nell’innovazione tecnologica: il 43% delle imprese alimentari italiane, infatti, rinnovano i macchinari e investono in packaging e design e ciò si è tradotto, nel periodo 2010-2011, in un aumento del 18% dell’export per le aziende innovatrici.
È quanto è emerso dal convegno inaugurale di “Cibus Tec 2011 Technologies & Solutions for the food industry”, la fiera internazionale del settore meccano alimentare che si è tenuta in questi giorni (oggi 21 ottobre è l’ultimo giorno) presso le Fiere di Parma.
L’Istat e Cariparma hanno presentato a Cibus Tec la prima indagine Censis sull’incidenza dell’innovazione tecnologica nel comparto alimentare, da cui risulta che le imprese che hanno innovato hanno avuto tassi di crescita export tripli rispetto alle imprese che non hanno innovato.
L’innovazione si distribuisce lungo tutta la filiera, dal campo alla logistica passando per il design, ed è rilevante nonostante la prevalenza di PMI. Ben il 36% delle imprese fa innovazioni di processo con tecnologie di processo e confezionamento come quelle esposte a Cibus Tec.
“Gli investimenti in innovazione hanno aumentato la competitività delle imprese dell’industria alimentare” ha spiegato Roberto Monducci Direttore del dipartimento per i conti nazionali e le statistiche economiche dell’Istat. “L’innovazione ha infatti un impatto differenziale positivo sulle performance economiche, dell’occupazione e delle esportazioni mediamente superiori a quelli registrati dalle imprese non innovatrici nella fase di crescita pre-crisi, tra il 2001 e il 2008, con performance delle esportazioni tre volte superiori a quelle delle imprese non innovatrici nella fase di ripresa, tra il 2010 e il 2011”. Monducci ha qunidi proseguito: “L’innovazione dell’alimentare in Italia si fa soprattutto nel day by day e collaborando con l’università oppure con i fornitori di macchine e impianti”.
La rilevanza dell’innovazione tecnologica è stata sottolineata anche da Federalimentare, l’associazione delle imprese alimentari italiane associata a Confindustria, riferendo che il 2% del fatturato, pari a quasi 2,5 miliardi di euro l’anno, vengono investiti dalle 32 mila imprese alimentari italiane (che fatturano 124 miliardi l’anno, di cui 21 grazie all’export).
“Non tutti gli italiani si rendono conto del valore di un’innovazione che si svolge non solo nei laboratori, ma lungo tutta la catena produttiva fino al consumatore finale” ha dichiarato a Cibus Tec la Presidente dei giovani imprenditori di Federalimentare, Annalisa Sassi. “Nel settore del prosciutto, per fare un esempio, garantire un prodotto fresco nelle vaschette, con la shelf life raddoppiata, è stata un’innovazione tecnologica grandiosa, tra camere bianche, impianti di confezionamento sterili, atmosfere modificate, materiali plastici barrierati, e il consumatore percepisce perfettamente il contenuto qualitativo e di servizio, ovvero avere sempre a disposizione in frigorifero salumi come appena affettati, ma non lo sforzo tecnologico alle spalle”.
Ma Cibus Tec non è solo tecnologia, come ha precisato Franco Boni, Presidente di Fiere di Parma, ma anche convegni, seminari e workshop sulle soluzioni di processo innovative: “Si tratta di una delle fiere di settore più antiche e più importanti al mondo, che guarda ai nuovi mercati e ha scelto tra i Paesi focus di questa edizione India, Brasile, Russia, Francia, Germania, Svizzera e Regno Unito”.
A fianco delle imprese, per sostenerle negli investimenti cospicui nell’innovazione e lo sviluppo, si distingue il ruolo della banca Cariparma Crédit Agricole: “Il veicolo d’investimento CA Agro-Alimentare, per esempio, ci consente di entrare nel capitale delle imprese come socio di minoranza ed essere in grado di fornire una consulenza a 360°, in particolare seguendo i processi di crescita e i passaggi generazionali” ha dichiarato Carlo Piana, Direttore Centrale Imprese Corporate del Gruppo Cariparma Crédit Agricole intervenendo al convegno inaugurale.
Cibus Tec 2011: www. cibustec.it
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