La smart factory secondo Sew-Eurodrive

Pubblicato il 4 luglio 2018

Sew-Eurodrive, Sick e Festo hanno organizzato, il 21 giugno scorso, un viaggio in una delle smart factory italiane più evolute dove il padrone di casa, Sew-Eurodrive, ha applicato i dettami della nuova rivoluzione industriale, con l’obiettivo di rendere evidenti e tangibili i progressi che la rivoluzione Industry 4.0 ha portato nelle nostre fabbriche.

La visita all’officina, fulcro della giornata di lavori, è stata anticipata da una mattinata nella quale le tre aziende, attive nell’ambito della fornitura di tecnologie applicate all’automazione industriale, hanno presentato la loro vision rispetto a Industry 4.0, allo stato dell’arte e alle prospettive.

Dopo il saluto introduttivo di Giorgio Ferrandino, Managing Director di Sew-Eurodrive Italia, ha aperto i lavori Alessandro Enna, Academy Manager di Festo CTE, che ha moderato il convegno.

È poi intervenuto l’HR Manager di Sew-Eurodrive, Mirko Otranto, che ha chiarito come nella filosofia seguita dalla multinazionale tedesca “le persone sono al centro della rivoluzione tecnologica in atto”. Secondo Otranto inoltre “il cambiamento culturale è profondo e necessario e deve toccare tutti gli ambiti, per realizzare i nuovi business model serve sinergia tra i vari settori, il talento individuale non basta”. Un approccio che si completa anche attraverso un nuovo “modello di leadership fondato sulla ricerca del coinvolgimento”, senza dimenticare parole chiave come digital innovation, welfare aziendale e smart working.

Dall’attenzione al personale a quella per l’organizzazione delle operations, ha preso poi la parola Daniele Arosio, Lean Specialist di Sew-Eurodrive, che ha introdotto la visita all’officina chiarendo le logiche che hanno determinato l’impostazione del lavoro nella smart factory di Solaro. “L’obiettivo – ha spiegato – era quello di cercare di coniugare la tecnologia con l’efficienza operativa, generando così valore aggiunto”. Con questa filosofia sono stati migliorati i processi ed è aumentata la produttività, con un incremento dell’output giornaliero quantificabile in un +70% circa. “A questo hanno contribuito anche gli AGV, Automated Guided Vehicle, che noi abbiamo concepito come veri sistemi di assistenza mobili che fungono anche da banchi di lavoro adattabili”, ha spiegato Arosio.

Delle scelte di Sick in materia di Industry 4.0 ha invece parlato Claus Melder, Senior Vice President Production Management Presence Detection di Sick Italia. Importante secondo Melder è partire dalla “definizione degli obiettivi”. Infatti “Industry 4.0 non è qualcosa che si può comprare sullo scaffale, bisogna capire cosa si vuole e non è assolutamente necessario buttare tutto il vecchio”. La parola chiave, nella scelta di Sick, è flessibilità. “Nella definizione delle nostre strategie abbiamo scelto – ha osservato – di puntare sulla flessibilità e questo anche per quanto riguarda il design di prodotto”. Nascono così i sensori Sick in grado di comunicare e con straordinarie capacità diagnostiche. “Partendo dalle esigenze dei clienti – ha ulteriormente chiarito Melder -, definendo insieme a loro i progetti e aiutandoli con la nostra tecnologia a raggiungere gli obiettivi”.

Quale fornitore di tecnologia Industry 4.0 per l’automazione industriale, anche Festo si interroga da tempo su come favorire il cambiamento e offrire un servizio che sia anche consulenza strategica per i propri clienti. Ne ha parlato Alessandro Ferioli, Industry 4.0 Project Leader di Festo Italia. “Il nostro ruolo di fornitori di tecnologia si potrebbe vedere come quello di un semaforo – ha spiegato -, ovviamente non possiamo fermare il progresso tecnologico ma evidentemente è necessario trovare il miglior modello per proporlo”. Anche per Festo, dunque, la definizione di strategie e obiettivi è prioritaria, per “migliorare il prodotto e definire standard utili a generare qualcosa di fruibile”. I focus su cui Festo si è orientata sono principalmente due, uno interno e uno esterno, quattro i livelli. In una chiave bottom up, si parte dal livello di prodotto, si passa a un livello di servizio (rappresentato dai dati che è in grado di produrre la tecnologia, ad esempio la manutenzione predittiva) poi a una piattaforma cloud e infine a nuovi modelli di business. Un modello, fondato su più livelli, che Festo ha fatto suo prima di tutto internamente, applicando logiche di digitalizzazione nelle plant tedesche. “Un esempio – ha spiegato Ferioli – è quello della mobile maintenance, derivata dall’utilizzo di tablet, che muovendosi negli spazi dialoga con i macchinari prevedendo eventuali guasti o malfunzionamenti”.

Il lavoro effettuato sui software appositamente creati per le nuove applicazioni industriali è quello che è stato presentato da Stefano Braghini, Senior Solution Sales Executive, Industry 4.0, IoT & Digital Supply Chain di SAP Italia. Braghini ha presentato le applicazioni create da SAP per rendere i prodotti connessi, sicuri e capaci di generare informazioni utili. A supporto delle sue tesi, interessanti i casi applicativi dedicati a Lamborghini, Danieli Automation e Ima.

Nel pomeriggio i presenti hanno potuto testare, direttamente in officina, l’efficienza del plant di Solaro, la modularità degli AGV e la perfetta organizzazione dei vari reparti.



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