Innovazione, nel 2020 2 miliardi e mezzo di investimenti
Far leva su ricerca, sviluppo e innovazione come elementi imprescindibili per la crescita di una società industrializzata, incentivare la collaborazione tra pubblico, no-profit e privato, combattere frammentazione e burocrazia, ostacoli insormontabili in un mondo globalizzato che corre veloce e non conosce confini. Di questo e di tanto altro si è parlato in occasione del primo gruppo di lavoro: “Premesse programmatiche e rafforzamento dell’ecosistema”, prima tappa del più ampio progetto “Biotech, il futuro migliore – Per la nostra salute, per il nostro ambiente, per l’Italia” voluto da Assobiotec Federchimica che prevede 4 diversi tavoli di lavoro, fra giugno e ottobre e che troverà una sua finalizzazione in un Manifesto, ma soprattutto in un Documento di Posizione con proposte operative per la crescita e lo sviluppo del settore, per le imprese e per il Paese.
Realtà industriali, stakeholder e Istituzioni hanno chiari alcuni elementi oggettivi, che d’ora in poi sarà impossibile ignorare: serve un piano di lungo periodo, investimenti in ricerca e in innovazione e capacità di attrarre capitali. Per far questo non sono sufficienti gli incentivi finanziari, che pur si riverseranno copiosi come mai prima sul nostro Paese, ma è necessario creare un vero e proprio ecosistema favorevole all’innovazione: una fiscalità competitiva per chi investe in innovazione, una revisione drastica della burocrazia, con semplificazioni mirate su tutta la filiera che va dal laboratorio al letto del paziente o “from farm to the fork”. Ed è necessario eliminare complessità e lentezze che spesso tengono lontani gli investimenti dal nostro Paese, nonostante i rilevanti e riconosciuti punti di forza che sono presenti in Italia.
Al tavolo di lavoro dello scorso 22 giugno hanno preso parte, tra gli altri, Marco Simoni, Presidente Fondazione Human Technopole, Piero Salatino, delegato del Ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, rappresentanti del Ministero della Salute e del Ministero dello Sviluppo Economico oltre a tanti stakeholder del mondo biotech.
“Sono molto soddisfatto di questo primo confronto nel corso del quale sono emersi, fra tutti i presenti, linguaggio comune ed analisi condivise, ma anche spunti interessanti per costruire insieme una visione e ancor più delineare proposte operative per la crescita e lo sviluppo del settore delle biotecnologie in Italia e per la ripartenza nazionale – afferma Riccardo Palmisano, Presidente Assobiotec Federchimica – Abbiamo, insieme, tracciato le linee guida da seguire per il rilancio dell’Italia partendo dalla lezione di questa emergenza e presenteremo una serie di proposte concrete al Governo, a cominciare dal tavolo tecnico della salute che è stato recentemente convocato dal MISE. Il nostro Paese ha tante eccellenze lungo tutta la filiera che va dal laboratorio all’utilizzatore finale, paziente o consumatore che sia. Si tratta di individuare gli ostacoli sul percorso e di unire questi puntini dell’eccellenza italiana per costruire un progetto a tutto tondo, capace di valorizzare al meglio i nostri preziosi asset”.
“Durante l’emergenza Covid abbiamo visto molte sperimentazioni venire approvate in tempi record, grazie ad un coordinamento con AIFA e l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Spallanzani più il supporto dell’ISS. – afferma Rita Cataldo, Amministratore Delegato Takeda Italia – Ci piacerebbe che questo modus operandi continuasse anche a emergenza rientrata. L’Italia dispone di un eccellente capitale umano dal punto di vista della ricerca e della scienza, abbiamo ottime università e scuole di specializzazione. Quello che ci serve, e lo chiedo alla politica, sono normative stabili e chiare, che consentano lo sviluppo di piani a lungo termine”.
“L’Italia si distingue dagli altri Paesi per le punte di eccellenza scientifica delle sue Università e degli Enti di Ricerca, un po’ meno per numero di ricercatori e per attrazione di investimenti dall’estero – sostiene Piero Salatino, delegato del Ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi – Il MUR in questo momento è impegnato nel varare il Piano Nazionale di Ricerca 2021-27 che prevede un impegno consistente al fine di valorizzare le eccellenze del nostro Paese. Inoltre è impegnato a migliorare con interventi strutturali alcuni “fondamentali” del sistema della ricerca pubblica nazionale, tra i quali l’interdisciplinarietà, perché crediamo che solo attraverso questa sia possibile “scaricare a terra” l’ottima ricerca delle nostre Università e dei nostri Enti di Ricerca”.
“La recente emergenza sanitaria ci ha insegnato che l’ecosistema scientifico di un Paese è il fondamentale anticorpo per le nostre società. Dobbiamo rafforzare la nostra capacità di ricerca e di trasferimento tecnologico per prepararci a reagire a crisi inaspettate – sostiene Marco Simoni, presidente Fondazione Human Technopole – Oggi la politica industriale coincide con la scienza. Gli investimenti pubblici in scienza, ricerca e innovazione devono essere al cuore degli sforzi di ricostruzione del Paese per rafforzare le nostre società e per favorire ulteriori investimenti industriali e l’attrazione di capitali e competenze”.
Il progetto “Biotech, il futuro migliore – Per la nostra salute, per il nostro ambiente, per l’Italia” si muove su un doppio binario. Da una parte, la costruzione di una visione condivisa con i principali attori delle Istituzioni competenti, base indispensabile per poter mettere a disposizione dei decisori nazionali e regionali un piano d’azione concreto per lo sviluppo del settore biotech in Italia. Dall’altra, creare maggiore conoscenza e consapevolezza su queste tecnologie attraverso una comunicazione più divulgativa.
“Mai come oggi la ricerca è al centro dell’attenzione pubblica e gli scienziati sono assurti quasi al ruolo di influencer – dichiara Palmisano – è dunque indispensabile cogliere questo momento per far comprendere il biotech e le sue potenzialità, considerando che secondo le stime dell’OCSE nel 2030 saranno biotech l’80% dei prodotti farmaceutici, il 50% dei prodotti agricoli, il 35% dei prodotti chimici e industriali, incidendo nel complesso per il 2,7% del PIL globale, un peso enorme nell’economia del mondo – E conclude – Insieme all’ICT, il Biotech viene universalmente considerato il settore a maggior potenziale di ritorno dell’investimento, diretto e indiretto ed è già oggi motore per l’innovazione nelle Scienze della Vita e nella Bioeconomia che nel complesso valgono circa il 20% del PIL nazionale. Su queste basi dobbiamo costruire il rilancio di economia ed occupazione in Italia.
Dopo il tavolo di lavoro dedicato a “Premesse programmatiche e rafforzamento dell’ecosistema” i prossimi appuntamenti saranno:
- lunedì 13 luglio 2020 – Incontro verticale sulle Scienze della Vita: durante il quale si affronterà il tema del valore dell’innovazione in salute riconosciuto lungo tutto il viaggio del “prodotto”, dalla ricerca in laboratorio fino al paziente.
- lunedì 14 settembre 2020 – Incontro verticale sulla Bioeconomia: gruppo di lavoro sulla ripartenza sostenibile attraverso la bioeconomia che vede il biotech quale insostituibile motore strategico.
- lunedì 12 ottobre 2020 – Riunione plenaria per “Condivisione e validazione contenuti emersi nei lavori dei diversi gruppi”.
L’evento conclusivo avrà luogo il 9 novembre 2020. Composto da una plenaria e alcuni workshop verticali, avrà l’obiettivo di avvicinare il grande pubblico – con particolare riferimento ai giovani – al valore delle biotecnologie e alla filiera del biotech. L’appuntamento sarà inoltre l’occasione per presentare il Manifesto e il Paper (con dati, percorsi, sfide, difficoltà, relazioni, scenari, visione e proposte concrete) condivisi con le istituzioni, da mettere a disposizione del Governo per valorizzare la filiera del biotech per il futuro di un’Italia più in salute e più sostenibile.
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