Il mercato dei fieldbus

Dalla rivista:
Fieldbus & Networks

 
Pubblicato il 11 giugno 2002

Come si configura, in questo primo scorcio del 2002, il mercato italiano dell’automazione distribuita basata su fieldbus? I volumi sono in linea con le previsioni o vi sono discordanze significative? Lo abbiamo chiesto ad alcuni esperti per fare il punto della situazione in attesa di avere una migliore visione dell’andamento del settore in occasione della mostra convegno Fieldbus & Networks. Secondo Paolo Caciagli (Automata) il mercato italiano sta rispondendo secondo le previsioni. A chi già si era ‘convertito’ al fieldbus si sta aggiungendo un numero significativo di aziende che sta passando dalla fase informativa a quella sperimentale, o, in altri termini, dal desiderio di prendere in considerazione questa tecnologia, all’implementazione del bus nei primi prototipi con la chiara intenzione di sposarne il concetto”. Afferma Giacomo Volpe (Pepperl+Fuchs Elcon), riferendosi al bus AS-i: “Nonostante il mercato dell’automazione fino ad ora sia leggermente meno interessante rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, sia la richiesta che la vendita di I/O remotati di tipo bus è in crescita, secondo le aspettative, cioè con percentuali intorno al 20%”. “Nel corso del primo quadrimestre 2002 abbiamo notato un rallentamento nell’acquisizione degli ordini, trend già evidenziato nell’ultimo quadrimestre 2001”, afferma Nicola Savio (Phoenix Contact). Questa situazione è dovuta a una frenata generale dell’economia.

Tuttavia, il campo applicativo principale dei prodotti Phoenix Contact per l’automazione industriale è quello manifatturiero, mentre l’ambito degli impianti di processo è quasi nullo, per cui la visione del mercato da parte dell’azienda è parziale. Gli indici più negativi riguardano il comparto auto con tutto l’indotto delle lavorazioni meccaniche. Sempre negativo è il settore delle macchine lavorazione legno e plastica, leggermente migliore quello delle macchine per imballaggio, stampa, lavorazione della carta e del vetro. Secondo Renato Uggeri (Softing IS Italia) cresce la richiesta di soluzioni d’automazione distribuita basata su fieldbus; tale tendenza si riscontra mediamente in tutti i campi applicativi, dall’alimentare, all’energia, al pulp&paper, al confezionamento e trasporto, all’imbottigliamento, ecc.. “Resta ancora sofferente, rispetto ad altri Paesi Europei, il settore della buiding automation, specialmente per applicazioni medio piccole (ambito alberghiero, commerciale e ospedaliero)”, aggiunge Uggeri. “Complessivamente, i volumi di vendita delle soluzioni fiedbus sono in crescita e penso che le previsioni minimali ipotizzate verranno rispettate”. Secondo Antonio Augelli e Giovanni Bramati (Siemens), in linea con l’andamento generale del mercato europeo, l’inizio dell’anno sociale ha registrato una lieve flessione degli ordini. Negli ultimi mesi, tuttavia, si è verificato un cambiamento di tendenza; il mercato è in ripresa e le previsioni sono quelle di terminare l’anno in linea con i budget prefissati. Afferma Paolo Laganà (LonItaly): “Si sta affermando la tendenza dei progettisti a riconoscere nelle architetture distribuite, basate su fieldbus, quelle che meglio risolvono le attuali esigenze di automazione per il controllo dei sistemi. Purtroppo la mia sensazione è che i numeri assoluti non siano tali da garantire ancora i volumi necessari per parlare di un mercato affermato. Di sicuro questo è vero per il settore dell’automazione degli impianti elettrici civili”.

I settori più attivi

Quali settori si stanno dimostrando più attivi nell’installazione di nuovi sistemi o impianti basati su fieldbus?
“I fatti dimostrano che non c’è alcuna dipendenza dal tipo di settore, è solo un fatto di tecnologia”, afferma Caciagli. “Ovviamente, si avvicina con più entusiasmo chi ne trae, o ritiene di trarne, dei vantaggi economici, ma l’attenzione degli altri non è poi tanto tiepida”. Secondo Volpe non c’è un ambito in cui si riscontra un maggior fervore per la richiesta di bus AS-i, in quanto si tratta di un sistema adatto alle applicazioni più disparate. “Laddove vi è una distribuzione di segnali e comandi, AS-i risulta essere il sistema che meglio risolve l’applicazione in termini tecnici ed economici, a mio avviso”, riferisce Volpe. “A differenza di altri bus propriamente detti ha riscontrato un successo mediocre nel settore quadristi, ma questo non è una controtendenza. AS-i significa prima di tutto bordo macchina e una quadristica più semplice e veloce da attuare”. “In questa fase di sviluppo”, riferisce Savio, “il focus aziendale è sui costruttori di macchine. Perciò stiamo vedendo un incremento della richiesta di prodotti fieldbus in questo settore (le varie branch sono quelle già citate). Tale richiesta è forse più riconducibile alla situazione oggettiva che oggi coinvolge Phoenix Contact (in grado di proporre soluzioni complete più mirate che in passato) piuttosto che alla volontà di sostituire soluzioni centralizzate.

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