I robot umanoidi scaldano i muscoli

Presto, i robot umanoidi potrebbero trasformarsi da curiosità di laboratorio a credibili risorse per l’industria. Diversi marchi industriali stanno sviluppando robot con forma umana progettati per impieghi nella catena logistica e nelle linee di produzione.

 
Pubblicato il 15 maggio 2024

Negli ultimi anni si è registrata una notevole crescita del numero e della qualità dei programmi di ricerca che si dedicano a realizzare robot umanoidi, con numerose startup e marchi consolidati che mostrano prototipi sempre più evoluti e funzionali.

Secondo molti esperti ed analisti, potremmo presto assistere alla nascita di un vero mercato dei robot umanoidi, con prodotti efficaci che, probabilmente, incominceranno a diffondersi a partire dalla logistica. In particolare, Dwight Klappich, analista di Gartner specializzato in gestione della catena di fornitura, in una nota recentemente diffusa ha lanciato la previsione che, entro l’anno 2027, il 10% dei nuovi robot intelligenti acquistati per applicazioni di intralogistica potrebbero essere robot umanoidi di nuova generazione. Nella nota si legge come i futuri robot umanoidi potrebbero effettivamente essere l’anello mancante per realizzare dei processi di magazzino completamente automatizzati. Ma l’affermazione di Klappich è, almeno in parte, provocatoria visto che l’analista sostiene anche che, per ora, le aziende dovrebbero investire nell’attuale generazione di robot intelligenti, già ampiamente disponibili. Anche se i vantaggi promessi dalla prossima generazione di macchine umanoidi sarebbero notevoli, soprattutto in termini di flessibilità e autonomia.

 

Il tempo dei robot umanoidi

A questo punto, è importante capire quale sia lo stato dell’arte dei robot umanoidi e quando si potrà davvero disporre di prodotti funzionanti e in grado di sostituire, almeno parzialmente, un operatore umano in un magazzino o in una catena di montaggio.

Un marchio che lavora da diversi anni alla realizzazione di robot umanoidi, presentando hardware con prestazioni cinetiche a dir poco notevoli, è Boston Dynamics. A sorpresa, l’azienda ha recentemente comunicato il ritiro del suo modello idraulico di robot, denominato Atlas, che aveva colpito per le sue doti acrobatiche e di atletica, annunciando che il suo successore sarà un nuovo modello omonimo, ma completamente elettrico ed espressamente progettato per applicazioni nel mondo reale.

In un breve video di presentazione del nuovo Atlas elettrico, il robot sembra disporre di motori capaci di sviluppare una velocità, una coppia e, soprattutto, una densità di potenza almeno paragonabili al suo predecessore. Notevole è la capacità di ruotare le articolazioni senza i vincoli propri dei sistemi idraulici.

Boston Dynamics sembra davvero prossima a realizzare un prodotto ‘di serie’ e la scelta del movimento elettrico, evitando così un complesso circuito idraulico ad alta pressione, sarebbe motivata proprio da esigenze di affidabilità e sicurezza.

Ormai, gli aspiranti produttori di robot umanoidi sono molti, ma particolarmente interessante è anche Tesla. L’approccio di questa azienda parte dal software: l’intelligenza artificiale ‘generale’ che Tesla ha sviluppato per dotare le sue auto elettriche di una guida automatica. Con anni di investimento nell’ambito dei veicoli autonomi, Tesla ha ottenuto incontestabili competenze nell’ambito delle reti neurali e dell’apprendimento automatico. Anche l’approccio applicativo di Tesla è un po’ diverso dagli altri e parte da un prototipo espressamente pensato per l’assemblaggio in linea di produzione, a cominciare da quella delle auto elettriche della stessa Tesla. L’azienda starebbe procedendo a tappe forzate con lo sviluppo del suo robot umanoide Tesla Bot, che ha presentato nel 2022 e che, pur essendo ancora in fase di test, si è già sviluppato attraverso diverse generazioni, almeno due modelli completi, e starebbe migliorando rapidamente, preparandosi ad essere utilizzato come normale forza lavoro nella Gigafactory dell’azienda americana.

Tesla aveva mostrato alcuni progetti pilota del suo Tesla Bot mentre era impiegato in fabbrica, per svolgere alcune semplici operazioni, ma pare che ora l’azienda si stia preparando a far entrare il suo robot umanoide in pieno servizio. Questo stato avanzato di sviluppo sarebbe testimoniato anche dal fatto che l’azienda è già alla ricerca di ‘coordinatori umani’, che siano in grado di gestire flotte di Tesla Bot e capaci di intervenire su questi robot a livello di codice (impiegando il classico C++).

 

Un business concreto

Recentemente, i vertici di Tesla hanno fatto sapere che lo sviluppo e la produzione di un robot umanoide rimangono delle priorità per le strategie di crescita aziendale. Addirittura, pare che il fondatore dell’azienda, Elon Musk, sia convinto di poter mettere in vendita un Tesla Bot pienamente funzionante già nel 2025 e si è detto sicuro di poter aprire un nuovo mercato che in futuro potrebbe valere più di quello delle auto elettriche prodotte dall’azienda.

In ultima analisi, i robot umanoidi potrebbero presto essere chiamati ad affrontare l’importante sfida della carenza di manodopera umana, forse con tempistiche nell’ordine di qualche anno, con importanti applicazioni nelle industrie caratterizzate da un’alta intensità di lavoro manuale, come le linee di montaggio o come lo spostamento di carichi nei magazzini.

 

Jacopo Di Blasio



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