Frena l’industria italiana dell’innovazione

Pubblicato il 15 dicembre 2008

In un contesto caratterizzato da una decelerazione della crescita internazionale e da un clima non favorevole agli investimenti, le imprese italiane dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica sperimentano un 2008 difficile. Indicazioni di indebolimento del profilo produttivo nel secondo quadrimestre del 2008 provengono dal saldo fra aumenti e diminuzioni segnalati dalle risposte delle imprese (-9,2% in significativo peggioramento rispetto al primo quadrimestre dell’anno quando risultava positivo e pari 8,9%).

Non è un quadro positivo quello che emerge dall’indagine dell’Osservatorio Congiunturale promosso da Confindustria Anie (Federazione delle Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche), Intesa Sanpaolo e Unioncamere con la finalità di conoscere e monitorare le tendenze dell’industria italiana dell’innovazione, la cui terza edizione è stata presentata a Milano.

Dopo la tenuta del trend di crescita a fine 2007 e il brusco rallentamento nel primo quadrimestre dell’anno in corso, l’indebolimento dei principali indicatori congiunturali sta ora espandendosi alle componenti più vitali del settore, erodendo i tassi di crescita messi a segno nel corso dell’ultimo biennio.

Nel dettaglio territoriale sono soprattutto le imprese del Nord Ovest a mostrare un evidente peggioramento dei livelli di attività (il saldo tra le risposte che dichiarano aumento e quelle che segnalano invece diminuzione scende a -11,8% dal +4,7% dei primi mesi dell’anno), mentre nell’articolazione dei risultati per classe dimensionale il deterioramento del quadro congiunturale non risparmia le medie aziende, protagoniste della ripresa del settore nell’ultimo biennio, che evidenziano tra il primo e il secondo quadrimestre il più elevato ridimensionamento del saldo (a -9,1% dal +22,8% di inizio anno)

Le indicazioni di preconsuntivo per il 2008 segnalate dalle aziende riflettono pienamente le conseguenze del peggioramento del quadro congiunturale sull’attività d’impresa. Il contestuale indebolimento della domanda interna e di quella estera offrono poche opportunità di crescita per le imprese nell’ultimo scorcio d’anno. Il 2008 si appresta a interrompere un percorso espansivo del fatturato proseguito con diversa intensità dal 2004. La variazione attesa del giro d’affari complessivo è del -2,5%; -0,5% per l’Elettrotecnica e -4,5% per l’Elettronica.

Delle due aree è proprio l’Elettronica la più sofferente, penalizzata soprattutto dalle difficoltà dei comparti apparati e sistemi per comunicazioni (-9,7%) e componentistica (-7,4%). Le imprese fornitrici di tecnologie per le reti di comunicazioni hanno registrato nel secondo quadrimestre dell’anno una flessione degli ordinativi del 15,5%, punta di un iceberg che sovrasta un crollo degli investimenti del 30% circa negli anni 2002-2007.

Il ritardo degli investimenti sul sistema delle reti di nuova generazione, in netta controtendenza con le dinamiche europee, resta il principale ostacolo alla crescita dell’industria nel medio termine e causa del ridimensionamento dei piani di sviluppo in Italia dei principali operatori multinazionali. Tra i comparti in controtendenza cresce del 6,6% il giro d’affari dell’automazione, e anche il comparto sicurezza e automazione edifici segnala una crescita moderata del giro d’affari in media d’anno (+1,8%).

Il fatturato dell’elettrotecnica a fine 2008 invece si mostra stabile sui livelli dell’anno precedente. Le forze frenanti originano dai trasporti ferroviari ed elettrificati (-7,2%), dall’illuminotecnica (-1,9%), dai cavi (-2,0%) e dagli apparecchi domestici (-1,8%). Brusco rallentamento anche per il giro d’affari dei comparti dell’elettromeccanica (+0,7%),che avevano registrato negli ultimi anni una accelerazione nella crescita beneficiando dei buoni livelli di domanda interna e di ottime performance oltreconfine. Le imprese fornitrici di tecnologie per le reti infrastrutturali dell’energia scontano in chiusura 2008 il progressivo ridimensionamento dei programmi di investimento nei principali segmenti di domanda. Crescita ininterrotta, invece, per l’industria degli ascensori e scale mobili il cui fatturato continua a espandersi a tassi sostenuti (+10%).

I settori dell’elettrotecnica e dell’elettronica italiana soffrono in sintesi del peggioramento del quadro di domanda mondiale e interna che, in particolare per alcuni comparti, si somma a difficoltà competitive in atto da tempo. I settori Anie sono, infatti, stati interessati negli scorsi anni da un profondo processo di ristrutturazione che ha visto l’uscita delle imprese più deboli e una riorganizzazione significativa del tessuto produttivo nazionale, a fronte della ridefinizione delle filiere produttive a livello mondiale e della forte crescita dell’offerta dei Paesi a basso costo.

A confermare questo processo l’analisi dei dati storici di bilancio, condotta su un campione rappresentativo di 700 imprese dal Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. L’analisi dei bilanci al 2007 conferma la tendenza al miglioramento riscontrata a partire dalla fase di crisi e ristrutturazione che ha interessato il settore nella prima metà del decennio. Qualche difficoltà aggiuntiva riguarda le imprese dell’elettronica, specie in alcuni comparti mentre nell’elettrotecnica, con l’eccezione degli apparecchi domestici, le condizioni di redditività appaiono buone e in miglioramento per molti comparti. I risultati, ottenuti in un contesto di forti pressioni di costo e con un’evoluzione sfavorevole del cambio, dimostrano l’elevato livello competitivo di molte imprese che compongono il mondo Anie. Tale buon posizionamento competitivo e il miglioramento della redditività degli ultimi anni tranquillizzano sulla capacità di tenuta del settore, pur in un contesto che diventa sempre più complesso e difficile.

L’aggravarsi del contesto congiunturale sta influenzando anche la domanda occupazionale: il 70,2% delle aziende del settore dichiara di non aver effettuato assunzioni nell’anno in corso. A peggiorare la situazione l’emergenza tecnico-scientifica che caratterizza l’Italia in termini di capitale umano e l’insufficienza delle qualifiche e la loro inadeguatezza rispetto ai bisogni dell’industria.

Nella ripartizione territoriale sono soprattutto le aziende elettrotecniche ed elettroniche che operano nel mezzogiorno ad aver bloccato le assunzioni nel 2008 (83,9%), mentre le imprese del centro Italia manifestano un maggiore fabbisogno di nuovi dipendenti (38% sul totale). Le medie imprese, protagoniste della ripresa nell’ultimo biennio, registrano una percentuale di assunzioni più elevata rispetto alla media del settore (37% contro il 31,4% delle grandi e il 15,5% delle piccole). Rispetto alle competenze professionali richieste, un elemento di particolare criticità è la mancanza di profili con qualifiche adeguate.

Stando ai dati raccolti dall’Osservatorio Anie-IntesaSanpaolo-Unioncamere poco meno del 50% delle aziende del campione ha segnalato difficoltà nel reperire figure professionali di elevata specializzazione come ingegneri e programmatori. Il 46,1% dichiara difficoltà nel trovare risorse con adeguate professionalità tecniche, ossia tecnici informatici e di laboratorio. Proprio la carenza di competenze scientifiche high skill nelle risorse umane in entrata si ripercuote negativamente sui fabbisogni occupazionali espressi dalle imprese, limitandone la capacità competitiva.



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