FF colpisce dritto al cuore

Dalla rivista:
Fieldbus & Networks

 
Pubblicato il 12 aprile 2002

Era una Foundation Fieldbus più che mai decisa a conquistare l’Europa quella di scena dal 28 febbraio al 1° marzo a Heidelberg per l’annuale ‘General Assembly’. Lo conferma la scelta stessa della cittadina universitaria quale sede dell’evento, proprio nel cuore di quella Germania che ha tenuto a Battesimo il più temuto concorrente europeo, Profibus; proprio nel centro del Vecchio Continente. Non poteva esserci luogo più appropriato per portare alla ribalta le novità tecnologiche di questo bus di campo, che negli Stati Uniti già ricopre un ruolo preminente.

Più di una rete, un cervello

Pensato per applicazioni nell’industria di processo e utilizzato dai maggiori protagonisti del settore chimico e petrolchimico, Foundation Fieldbus continua a evolversi grazie all’impegno delle aziende che lo promuovono, riunite nell’associazione omonima. E proprio a questa ‘comunione’ d’intenti ha voluto riferirsi Klaus Endress, presidente e direttore generale di Endress+Hauser, nel proprio discorso d’apertura. “Nell’attuale mercato, complicato da fenomeni di globalizzazione, dalla necessità di prestazioni elevate e dall’esigenza di differenziarsi dai concorrenti per far emergere le proprie qualità, senza rinunciare alla flessibilità, la cooperazione rappresenta la sola arma vincente”, ha dichiarato. “Occorre una definizione chiara delle interfacce per consentire agli utenti di sfruttare i vantaggi portati dall’impiego dei bus di campo, dove alla rigidità d’impianto deve sostituirsi un sistema d’intelligenza distribuita basato su reti ad alta densità, proprio come avviene nel cervello dell’uomo”. Gli ‘slave’, infine, sono stati affrancati e possono agire liberamente in quanto dotati di una loro intelligenza; possono sopperire a eventuali errori di sistema sostituendosi al ‘neurone’ difettoso, garantendo così una maggiore sicurezza dell’intero stabilimento. La via della standardizzazione e dell’apertura è l’unica perseguibile, dove partendo da regole comuni riconosciute, ogni costruttore può sviluppare funzionalità specifiche per il proprio segmento di mercato. In tal modo, inoltre, è possibile integrare sistemi di asset management basati sul Web, collegando fra loro i processi di un intero impianto.

Dello stesso parere è Richard J. Timoney, presidente dell’associazione: “Grazie a Foundation Fieldbus siamo in grado di fornire alle aziende una soluzione di rete globale, in grado non solo di raccogliere i dati dal campo, ma anche di elaborarli e utilizzarli per una gestione ottimizzata dei processi, soprattutto laddove precisione e sicurezza rappresentano caratteristiche irrinunciabili”. “C’è voluto del tempo per sviluppare una rete affidabile”, ha affermato Henry Marks, consulente e responsabile di progetto. “Ma il futuro è proprio nell’implementazione di un’architettura pluricostruttore integrata basata su bus di campo, in grado di far confluire i sistemi di controllo esistenti, anche non omogenei, in un unico apparato integrato per la navigazione e visualizzazione dei processi. Gli operatori possono così avere pieno accesso al sistema in ogni area dell’impianto”. A volte, è difficile riuscire a combinare dispositivi di costruttori diversi, pur basati sullo stesso standard. “Ogni impianto rappresenta un caso a se stante”, conclude Marks, “ma senza dubbio nessuno oggigiorno può permettersi di non utilizzare i sistemi di rete”.
“In Yamatake produciamo analizzatori in grado di determinare la qualità dei combustibili liquidi che vengono trasportati tramite condotte. In Europa, infatti, la maggior parte del petrolio importato arriva attraverso dei tubi provenienti da Paesi quali Russia e Medio Oriente. I dati raccolti devono però essere immessi nei sistemi informativi aziendali e per questo utilizziamo un’interfaccia Foundation Fieldbus”, ha dichiarato Deddy S. Yudha, coordinatore divisione combustibili dell’azienda. E’ dunque il mercato a richiedere questo fieldbus, come conferma un potenziale socio della Fondazione, Michael Beier di Wika: “Sono intervenuto a questo evento proprio per prendere contatto con l’associazione e toccare con mano le effettive capacità del protocollo, in quanto i nostri clienti richiedono sempre più insistentemente la possibilità di una connessione Foundation Fieldbus. Ciò accade soprattutto con le grandi multinazionali che negli Stati Uniti impiegano questo standard e non vogliono dover sviluppare nuovi processi per gli impianti europei”.

A prova di …bomba

L’Assemblea ha anche costituito per i soci l’occasione giusta per mostrare ai potenziali clienti alcune installazioni messe a punto con Foundation Fieldbus.
A dimostrazione dell’efficacia di questo bus di campo in zone classificate 0, 1 e 2, che richiedono protezione a rischio di esplosione, Chris Baltus di DSM TechnoPartners ha illustrato un’installazione operativa dallo scorso aprile presso una delle stazioni di rifornimento d’acetilene della propria azienda. Sebbene, infatti, le topologie attualmente richieste per il bus di campo in tali applicazioni in parte limitino i benefici che si ottengono dalla rete, DSM ha elaborato una nuova concezione hardware per l’installazione del bus che apre la strada a una diversa generazione di dispositivi di rete e consente di gestire la protezione dalle esplosioni, l’accoppiamento dei dispositivi, l’alimentazione elettrica e la standardizzazione degli strumenti.
Tom Nobes di Bnfl (British Nuclear Fuels Limited), invece, a dimostrato come dai test effettuati dalla propria società, per la quale la sicurezza rappresenta il primo imperativo, risulta che un sistema di controllo di base degli impianti realizzato con la tecnologia Foundation Fieldbus non sia meno affidabile di uno che impiega soluzioni convenzionali. Bnfl al momento utilizza Foundation Fieldbus in stabilimenti non attivi, ma sta studiando la possibilità di adottarlo per le misure di protezione in accordo con la normativa CEI 61508 fino a SIL2. Per quanto concerne l’Italia, Pietro Saccomano di Novimpianti ha illustrato alcune implementazioni per il settore della carta realizzate con Foundation Fieldbus congiuntamente ai prodotti Spirax Sarco-Smar.

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