Dalla teoria alla realtà della convergenza: presente e futuro dell’Information e Communication Technology

Pubblicato il 31 ottobre 2006

La discussione si è articolata intorno a due sessioni che hanno tratto lo spunto dalla presentazione di due libri che analizzano i temi della convergenza, delle reti e dei servizi nell’attuale evoluzione del mercato.

Il primo libro del professor Sandro Frova ”TLC e convergenza: il cammino accidentato della crescita”, analizza l’evoluzione possibile dello scenario, alla luce di alcune certezze che incideranno fortemente su strategie e risultati: ingresso in campo degli operatori virtuali; regolamentazione progressivamente orientata, anche per il mobile, al benessere del consumatore; prezzi dei servizi voce in costante diminuzione. Il futuro presenta, secondo l’autore, un cammino accidentato da cui gli operatori e le industrie devono saper trarre la spinta all’innovazione.

Il secondo libro, del professor Enzo Pontarollo, “Reti e Servizi per il XXI secolo: il ruolo dei fornitori di tecnologie”, delinea lo sviluppo di uno scenario in cui la collaborazione delle industrie, quello dei service provider e dei fornitori di tecnologie, sia in grado di ripensare, a fronte di un mercato sempre più concorrenziale, la sfida che spetta alle imprese, al Governo, alle Autorità e ai cittadini vincere: la sfida dell’innovazione tecnologica che, da un lato distrugge il valore, ma dall’altro continua a produrne sempre di nuovo.

L’incidenza della spesa in R&S sul fatturato dell’industria dell’ICT e dell’Elettronica di Consumo – e in particolare il comparto degli Apparati e Sistemi TLC è pari mediamente al 6,5%, di gran lunga superiore al corrispondente dato relativo al totale dell’industria manifatturiera italiana (0,8%).

Il comparto rappresenta il 18% di tutta la spesa dell’industria italiana in ricerca e impiega oltre 3.500 addetti, sui quasi 18.000 del totale industriale.

Nel triennio 2002-2005 il comparto ICT ha mantenuto un forte impegno in R&S; i mutamenti del mercato e i processi di consolidamento dell’offerta a livello mondiale rischiano tuttavia di minacciare i centri di ricerca e le competenze di eccellenza esistenti nel nostro Paese. Stimolare il mercato nazionale verso servizi innovativi e creare condizioni favorevoli agli investimenti in R&S è dunque una priorità per il sistema Paese.

Domenico Ferraro, presidente dall’Associazione Nazionale Telecomunicazioni Informatica ed Elettronica di Consumo, aderente ad Anie, ha dichiarato: “il nostro Paese ha una grande debolezza che incide fortemente sulla sua competitività: la scarsità degli investimenti in Ricerca e Sviluppo. La spesa in R&S globale, pubblica e privata, stenta a crescere ed è molto al di sotto rispetto ai livelli dei principali Paesi industrializzati. In tale sofferente scenario, il ruolo trainante nella R&S italiana che l’industria ICT ha svolto finora – e che intende mantenere – è fortemente a rischio. È fondamentale agire in tempi brevi perché i competitori internazionali non attendono e le azioni da intraprendere sono: stimolare la domanda pubblica a svolgere un ruolo guida per accelerare la diffusione di servizi innovativi; sostenere lo sviluppo di mercati ad alta intensità tecnologica e, soprattutto, realizzare un contesto normativo favorevole agli investimenti privati in R&S, da concretizzarsi anche attraverso incisive misure fiscali”.