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novembre 2014

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vere è quello dell’alimentazione. Già oggi,

con gli smartphone, si tratta di un proble-

ma non indifferente: al crescere delle pre-

stazioni cresce anche l’energia necessaria, e

da un dispositivo mobile non siamo dispo-

sti ad accettare né che sia troppo pesante,

né che si scarichi prima che la giornata sia

finita. C’è dunque una continua rincorsa tra

potenza di calcolo e potenza delle batterie,

e la cosa non potrà che aggravarsi parlando

di dispositivi che faranno parte del nostro

abbigliamento.

Una possibilità sarà quella offerta dai co-

siddetti ‘supercondensatori’. I condensatori

sono componenti elettronici che si compor-

tano in modo complementare alle batterie.

Mentre una batteria può alimentare un

dispositivo per molto tempo, ma richie-

de minuti od ore per essere caricata, un

condensatore può essere caricato in pochi

secondi, ma si scarica altrettanto in fretta.

L’obiettivo è quello di avere condensatori

‘super’, la cui capacità sia talmente grande

da poter alimentare un dispositivo a lungo,

pur mantenendo la capacità di ricaricarsi in

pochi secondi.

Di recente un’équipe congiunta formata da

ricercatori di Singapore, Cina e Stati Uniti e

guidata dal professor Yuan Chen è riuscita

a creare un supercondensatore sottile co-

me una fibra, tale perciò da poter essere

intrecciato all’interno di un tessuto e forni-

re energia a un dispositivo indossabile. Rea-

lizzato con grafene e nanotubi di carbonio,

il nuovo materiale può essere lavorato in

fibre anche da 50 metri, con una capacità

elettrica di 50 Farad per centimetro cubo.

Un risultato simile è stato ottenuto anche

dal professor Jayan Thomas dell’Università

della Florida, il quale si è chiesto se gli stes-

si cavi che usiamo per trasportare energia

potessero servire anche a immagazzinarla.

Aggiungendo a un cavo di rame una co-

rona di ‘nanobaffi’ di ossido di rame (rico-

perti poi con un polimero per mantenerli

stabili), è riuscito a trasformare il cavo in

un supercondensatore: continua a condur-

re corrente, ma gli strati esterni possono

accumulare energia e restituirla in un se-

condo tempo. Il professor Thomas ritiene

che anche con questa tecnica sarà possibile

creare tessuti in grado di immagazzinare

grandi quantità di energia.

Alimentati da sole e muscoli

L’ideale sarebbe però se i nostri dispositivi

indossabili non si limitassero a immagazzi-

nare energia, ma fossero anche in grado di

produrla. L’energia però potrebbe deriva-

re dai nostri stessi movimenti. Un esempio

pratico è stato realizzato di recente dagli

ingegneri Aidin Delnavaz e Jeremie Voix

della Scuola di Tecnologia Superiore del

Canada, che hanno realizzato un sottogo-

la di materiale piezoelettrico, in grado di

ricavare energia dall’atto della masticazio-

ne. L’esperimento ha prodotto 18 micro-

Watt per un minuto di masticazione; poco,

Technology becomes

wearable

In recent years, the evolution of electronics

has brought it progressively closer to

people. Computers have gradually

shrunk, moving first from university

classrooms to private homes, and then

following us wherever we go in the form

of mobile devices. Now they are poised

to take the next step: to become so small

and adaptable as to be wearable and

stay literally upon us all the time. The

definitive signal comes, as always, from

Apple, who in 2015 is finally launching

the fabled iWatch, the wrist device

that will in all likelihood acclimate the

masses to wear, rather than carry their

electronics. But the prospects for the

future are even more revolutionary:

the new technologies on the horizon

will allow circuits to merge completely

with fabrics, so we would wear them

like clothes. One of the main problems

that the creators of wearable electronics

will have to solve is the power source.

One possibility is offered by so-called

‘supercapacitors’. While a battery can

power a device for a long time, but

requires minutes or hours to charge,

a capacitor can be charged in just a

few seconds, but then discharges just

as quickly. The goal is to come up with

‘super’ capacitors, whose capacity is great

enough as to be able to power a device

for a long time while maintaining the

ability to recharge in just a few seconds.

Recently, some researchers have succeeded

in creating a supercapacitor as thin as a

fiber, such that they can be woven into a

fabric and provide energy for a wearable

device. A similar result was also obtained

by Professor JayanThomas at the

University of Florida: by adding a copper

crown of ‘nano-whiskers’ made of copper

oxide and then coated with a polymer to

keep them stable, he managed to turn the

cable into a supercapacitor.