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novembre 2014

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il segnale GPS non è presente. Tutti i dati

vengono ritrasmessi alla centrale passando

attraverso uno smartphone.

Magliette intelligenti

È molto probabile che indumenti di que-

sto tipo diventino la norma per i pompieri

del futuro. Motorola ha già presentato

un prototipo battezzato Next Generation

Fireground Communication, una tuta tra-

boccante di elettronica indossabile, tra cui

una telecamera montata nell’elmetto, un

sensore delle condizioni ambientali, sensori

per le condizioni fisiologiche e la posizione,

una radio, e soprattutto un head-up display

montato sulla visiera trasparente della ma-

schera, che consentirà al pompiere di visua-

lizzare dati mantenendo lemani libere.

Ma le tecnologie indossabili non riguar-

dano solo i professionisti. Di recente due

giovani ingegneri dell’Università di Toron-

to hanno prodotto delle ‘magliette intel-

ligenti’ in grado di essere confortevoli in

qualunque stagione, rimanendo sempre a

una temperatura superiore di 10 °C rispet-

to a quella corporea. Il risultato è ottenu-

to tramite resistenze in fibra di carbonio,

intrecciate nel tessuto in fibra di bambù

e alimentate da una batteria ricaricabile

agli ioni di litio, poco più pesante di uno

smartphone. Sensori provvedono a inter-

rompere il riscaldamento e a riprenderlo a

seconda della temperatura corporea. Bat-

risposta a un calore generato elettricamen-

te, si contraggono avvolgendolo, ma all’a-

stronauta è sufficiente esercitare una piccola

forza perché le molle tornino alla forma ori-

ginaria, liberandolo.

Per realizzare le spire sono stati provati 14

diversi materiali, scegliendo alla fine leghe

di nikel-titanio con memoria di forma. Ora

si sta cercando di trovare una soluzione

perché rimangano contratte anche senza

applicare calore in modo continuo. Una

volta trovato il modo di controllare a pia-

cere la contrazione delle spire, se ne posso-

no immaginare anche altri usi. Per esempio

uniformi militari che bloccano le perdite di

sangue comprimendo automaticamente

le ferite, oppure che assecondano i movi-

menti dei soldati potenziandone le capaci-

tà atletiche. Qualcosa di simile a ciò che ha

concepito il Darpa, l’ente di ricerca militare

statunitense, che insieme all’istituto Wyss

sta cercando di sviluppare ExoSuit, una

tuta il cui tessuto è cosparso di processori

e attuatori e aiuta nei movimenti la perso-

na che la indossa. Sembra proprio, tirate

le somme, che il futuro ci riservi vestiti in

grado di abbracciarci e sostenerci in modo

intelligente, come una versione tecnologi-

ca della coperta di Linus. È auspicabile che

l’industria italiana sia in grado di afferra-

re al volo l’opportunità offerta da queste

nuove tecnologie, che cambieranno il si-

gnificato della parola ‘abito’.

tezzato FuelWear, il prodotto è stato messo

sul mercato dopo aver raccolto 20.000 dolla-

ri attraverso campagne di crowdfunding.

Esempi dal futuro

Dando invece uno sguardo al futuro, un

possibile esempio di tecnologia indossabi-

le sono le tute spaziali che la professoressa

Dava Newman del Massachusetts Institute

of Technology, in collaborazione anche con

l’azienda italiana Dainese, sta progettan-

do in funzione di una futura esplorazione

umana del Sistema Solare, e in particolare

del pianeta Marte. Scopo del progetto è su-

perare le tute spaziali pressurizzate attuali,

accettabili nello spazio in assenza di gravità,

ma molto difficili da usare sulla superficie

di un pianeta. Una delle funzioni delle tute

spaziali, infatti, è quella di fornire al corpo

dell’astronauta la corretta pressione. Questo

risultato oggi viene ottenuto con tute erme-

tiche pressurizzate. Perché il gas non rischi

di sfuggire, tuttavia, è necessario che le tute

siano molto resistenti, e quindi poco flessi-

bili. Inoltre basta un piccolo foro per com-

promettere la pressurizzazione e mettere in

pericolo la vita di chi indossa la tuta.

La soluzione trovata da Newman è invece

quella di una tuta pratica e leggera, che si

avvolge intorno al corpo dell’astronauta

fornendogli la corretta pressione grazie a un

tessuto che incorpora spire di materiale ‘a

memoria di forma’ simili a molle. Queste, in

Il sistema Wasp (acronimo di Wearable Advanced Sensor Platform, piattaforma avanzata di sensori indossabili) è stato proget-

tato per la protezione dei pompieri.