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rmo

gennaio/febbraio 2016

mentre meno marcata è stata la dinamica nella produ-

zione di beni intermedi e di consumo. La ripresa dei livelli

produttivi ha interessato tutte le dimensioni aziendali,

con incrementi più marcati per le medie imprese e so-

prattutto lemicroimprese.

Rapporto annuale 2015.

Elemento portante del ma-

nifatturiero regionale, le esportazioni hanno confer-

mato anche nel 2014 il suo importante ruolo di traino,

con un’espansione del 2,7%, in linea con quanto rilevato

l’anno precedente (2,9%), ma con una vivacitàmaggiore

della media italiana (+2%). Il Veneto si è così riproposto

al secondo posto della classifica delle regioni esportatrici,

contabilizzando vendite oltreconfine per oltre 54 mi-

liardi di euro correnti e mantenendo pressoché invariata

(13,6%) la quota di partecipazione alle esportazioni na-

zionali. Nel 2014 la maggiore dinamicità dei flussi com-

merciali ha riguardato i mercati di

sboccoeuropei, verso i quali l’export ha segnatoun incre-

mento del 3,9% rispetto al 2013 (con Germania +3,6%

e Francia +12,4%), a fronte di una decelerazione delle

venditenei Paesi nonUe (+1,1%) e inparticolarenei Paesi

emergenti (-6,3%), interessati nel 2014 da un rallenta-

mento della crescita.

La provincia di Trento.

Il fatturato complessivo rea-

lizzato dalle imprese esaminate nell’indagine della Ca-

mera di commercio, industria, artigianato e agricoltura

di Trento, aumenta leggermente anche nel secondo

Manifesto manifatturiero, #Veneto2020

Confindustria Veneto ha presentato il testo frutto del roadshow #Veneto2020 intrapreso lo

scorso anno, organizzato con la collaborazione delle sette Confindustrie territoriali, della Fondazione

Nord Est e il contributo degli opinion leader del territorio. Si tratta di un piano di lavoro strategico e

concreto per le imprese venete e un contributo di proposte alla politica regionale, per orientare il Veneto

del futuro verso un nuovo rinascimento basato sull’asset del nuovo manifatturiero alla luce della ‘terza

rivoluzione industriale’.

Il testo raccoglie le idee e i progetti frutto del progetto #Veneto2020, il percorso intrapreso da

Confindustria Vento per costruire una innovativa proposta di politica industriale per la Regione.

Durante il roadshow si sono svolti tre focus tematici dedicati a: ‘Nuovo manifatturiero e Cultura’, ‘Nuovo

Manifatturiero e Capitale Umano Innovativo’, ‘Nuovo Manifatturiero e Vocazione Metropolitana’ e

‘Nuovo Manifatturiero e Innovazione’, attraverso il percorso Innovarea. Attorno a questi pilastri ruota il

Manifesto del Nuovo Manifatturiero. Roberto Zuccato, presidente di Confindustria Veneto, ha dichiarato:

“Il progetto #Veneto2020 e il Manifesto del Nuovo Manifatturiero nascono dalla consapevolezza

di Confindustria Veneto delle grandi trasformazioni socio-

economiche in atto. Abbiamo la necessità di rinnovare i nostri

paradigmi per affrontare le sfide globali, puntando su una nuova

visione della nostra industria. Un nuovo manifatturiero basato

su fattori che possano dare valore aggiunto alle imprese:

capitale umano, qualità dei prodotti, nuove tecnologie, cultura

e turismo, infrastrutture e una dimensione metropolitana della

regione”. Stefano Micelli, direttore scientifico della Fondazione

Nord Est, ha evidenziato: “I grandi temi del Manifesto tracciano il perimetro delle sfide dell’industria e

dell’economia veneta del futuro, nelle sue interconnessioni con alcuni fattori determinanti. Anzitutto il

rapporto con la cultura, per proporre percorsi di contaminazione tra le imprese della manifattura veneta,

le istituzioni e i soggetti che oggi operano nel campo dell’industria culturale. In secondo luogo il capitale

umano, forse il fattore più strategico, in cui risulta necessario promuovere lo sviluppo di approcci

didattici innovativi, l’interazione fra il mondo della scuola e le comunità professionali che operano sul

territorio. il confronto e l’interazione fra saperi tecnico-scientifici e saperi umanistici”.

al 2013. Calcolando la variazione in termini di stock tra il

2008 e il 2014, la crisi ha lasciato sul campo quasi 22.300

imprese (pari al 5% delle imprese attive). Nel 2014 l’at-

tività industriale ha evidenziato un incremento medio

annuo del +1,8%, evidente cambio di marcia rispetto allo

scorso anno (-0,8%). I livelli produttivi hanno evidenziato

uno sprint inavviod’anno, chepoi si è attenuatonel corso

dell’annoper poi tornare sul livellomedioannuo. Ladina-

mica positiva è proseguita con lo stesso ritmo anche nel

primo trimestre del 2015, mettendo a segno un ulteriore

incrementodel +1,7per cento. L’attivitàproduttivaè stata

sostenuta dalle imprese che producono beni strumentali