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Fieldbus & Networks

Tutti parlano dell’innovazione come condizione necessaria per uscire dalla

crisi economica, divenuta ormai cronica, della quale purtroppo non si riesce

a prevedere la fine. Innovazione vuol dire molte cose e noi che ci occupiamo

della tecnologia del settore industriale dovremmo fare uno sforzo per capire

come concretamente il ‘Sistema italiano’ possa innovarsi e crescere stante

l’attuale arretratezza tecnologica, fatte salve alcune eccellenze che costituiscono delle

eccezioni. L’innovazione tecnologica fa fatica ad affermarsi innanzitutto perché siamo

ancora dentro alla spirale ‘bassi consumi > bassi livelli di produzione > bassi investimenti’.

È però anche vero che un ‘Sistema’ che non si innova mette una seria ipoteca sul suo

futuro, non favorisce l’uscita dalla crisi e non sarà competitivo quando i consumi ripren-

deranno. Investire in innovazione equivale quindi a investire sul futuro. Non basta però

introdurre nuove soluzioni tecnologiche, peraltro già largamente disponibili sul mercato,

per realizzare veramente l’innovazione nei processi di produzione e nelle loro infrastrut-

ture. È essenziale far crescere e adeguare le conoscenze e le competenze delle persone

che sono chiamate a progettare, a realizzare e a gestire impianti e infrastrutture più evo-

luti. Il ruolo del sistema formativo è fondamentale: non si andrà lontano se non avremo

ricercatori, ingegneri, tecnologi che siano in grado di interpretare e far crescere un trend

innovativo che dovrà essere continuativo nei prossimi decenni. Le competenze necessarie

per gestire e mantenere apparati e applicazioni particolarmente evoluti non potranno es-

sere disponibili ovunque. Mentre le grandi aziende potranno disporre di team formati da

specialisti nelle diverse fattispecie tecnologiche, le piccole aziende (forse anche lemedie)

non potranno farsi carico dei costi di queste risorse, alle quali, peraltro, probabilmente,

non potrebbe essere richiesto un impegno ‘full time’. Queste aziende dovranno ricorrere

a servizi in outsourcing, servizi che pure dovranno innovarsi. Non basterà più il fornitore

o il system integrator che metta a disposizione del cliente una o più figure professionali

che interverranno su chiamata. Occorrerà creare dei team di specialisti che seguano il

cliente a distanza, 24x7. Dovranno essere messe a punto applicazioni di tele-diagnostica,

predittiva e su evento, che, monitorando continuativamente gli impianti, sappiano ricono-

scere anche problemi specifici e li segnalino in tempo reale agli specialisti preposti allo

svolgimento del servizio. Alla tele-diagnostica andrà affiancata la tele-manutenzione. Gli

addetti alla manutenzione degli impianti dovranno avere a disposizione dei dispositivi

che consentano loro di concertare con gli specialisti l’intervento necessario per risol-

vere il problema. Dotati di tablet, smartphone e telecamere integrate negli occhiali o nel

casco, i manutentori potranno condividere con gli specialisti la documentazione del caso

ed essere guidati puntualmente durante l’intervento che sarà stato deciso di effettuare.

L’innovazione è assolutamente necessaria, ma per renderla effettiva occorre considerarne

i diversi aspetti: economici, umani, di contesto. Se non teniamo insieme questi tre ele-

menti si rischia di non avere successo. Troppo spesso si considera come unico parametro

l’investimento economico che costituisce il presupposto dell’innovazione, ma se non si

prendono in considerazione anche gli altri aspetti, si rischia di spendere male i denari e

di non ottenere i risultati desiderati.

Evaldo Bartaloni

FEBBRAIO 2015

FIELDBUS & NETWORKS

Editoriale

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L’editoriale è a cura dei membri dei Comitati Tecnici di Fieldbus & Networks e Automazione Oggi

IL ‘DENARO’

NON È TUTTO…