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sostenere le richieste della rete elettrica,
possano far fronte anche alle richieste di
un maggior volume di dati. Ciò avviene
attraverso una più alta capacità di tra-
smissione, favorendo anche un routing in-
telligente della banda, grazie a protocolli
come Internet Group Management Pro-
tocol (IGMP). In terzo luogo, è necessario
sviluppare nuovi software e protocolli che
supportino la sicurezza, ottimizzino il rou-
ting, semplifichino e migliorino la gestione
dei dati. Per far funzionare la smart grid
sarà necessario automatizzare la maggior
parte della gestione, dell’analisi e della
visualizzazione di tutti i dati, permettendo
agli utilizzatori di occuparsi solo delle ec-
cezioni e non delle minuzie.
Verso la prestazione zero
failover
È tuttavia rimasta una sfida, quella della
capacità di fornire un tempo di ripristino
zero in caso di cadute di rete. Negli anni,
sono stati sviluppati protocolli di ridon-
danza che hanno ridotto in modo signi-
ficativo il tempo di ripristino a fronte di
cadute di rete. La tabella nella figura 2
mostra i dettagli di una serie di protocolli
di ridondanza, con la veloce discesa del
tempo tipico di riconfigurazione nei proto-
colli sviluppati in questo secolo. Ciascuna
riduzione nel tempo di failover ha compor-
tato una riduzione del rischio nelle reti dati
basate su Ethernet in utility elettriche.
Il Parallel Redundancy Protocol (PRP), di-
sponibile a partire dal 2008, e il protocollo
denominato High-availability Seamless
Redundancy (HSR), annunciato nel 2010,
sono stati i primi protocolli standard di
ridondanza IEC a fornire tempi di failover
di 0 ms nelle cadute di rete. Essi offrono
un nuovo livello di affidabilità in ambienti
quali la distribuzione e la sicurezza elet-
trica, dove vi sono requisiti tassativi di
comunicazioni dati ininterrotte.
Parallel Redundancy
Protocol
Il PRP utilizza due LAN separate che man-
dano simultaneamente copia di ciascun
frame di dati dal nodo di origine a quello di
destinazione (collettivamente, nodi finali).
I nodi finali devono essere degli switch
dedicati, mentre gli altri switch della
rete ignorano l’attività del protocollo. Gli
switch dedicati o nodi finali sono chiamati
Fig. 3 - Il PRP fornisce zero failover senza perdita di pacchetti per traffico critico
Fig. 4 - Si può aggiungere un componente wireless a una rete PRP e fornire
comunque un failover di 0 ms senza perdita di pacchetti
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