Table of Contents Table of Contents
Previous Page  62 / 100 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 62 / 100 Next Page
Page Background

VISIONE E AUTO-ID

speciale

Novembre/Dicembre 2017

Automazione e Strumentazione

62

al trasferimento dell’immagine catturata dalla

lente in un pattern di pixel inviati alla memo-

ria della telecamera. Ci sono prevalentemente

due tipologie di sensori impiegati nei sistemi

di visione industriali: i CCD e i CMOS. Quelli

di tipo

CCD

(Charged Coupled Device) sono

i sensori a trasferimento di carica, nei quali le

immagini vengono digitalizzate e registrate su

un chip tramite fototransistor che convertono

l’intensità luminosa in elettroni liberi. Nell’al-

tro caso, le tecnologie

CMOS

(Complemen-

tary Metal Oxide Semiconductor) permettono

di realizzare sullo stesso substrato sia la parte

fotosensibile sia la circuiteria accessoria, il che

consente la produzione di dispositivi economici

(come le smart camera) dotati di notevoli capa-

cità di calcolo e memoria. Recentemente, l’e-

mergere delle applicazioni wireless favorisce la

diffusione dei sensori CMOS, rendendo ancor

più economica l’integrazione dell’elettronica di

trasferimento e comunicazione.

A questo punto della catena di elaborazione delle

immagini abbiamo il trasferimento dei dati alla

memoria in vista dei successivi trattamenti: è la

fase delle

interfacce

che devono essere tali da

permettere una piena integrazione del sistema

di visione con il processo produttivo nel quale

è inserito, spesso in linea, sia esso di tipo conti-

nuo che discreto. È un passaggio importante che

deve garantire la totale continuità del processo

e il massimo grado di precisione e fedeltà: gli

esperti di questi sistemi non si stancano di sotto-

lineare che i sistemi di visione artificiali devono

essere considerati come tecniche di misura di

precisione piuttosto che un mezzi per simulare le

capacità di percezione del sistema visivo umano;

pertanto, come in tutti i processi di misura, si

tratta di lavorare con dati quantitativi affidabili:

in questo caso i dati riguardano le caratteristiche

di un’immagine e appare evidente che ogni bit di

informazioni perso nella fase di acquisizione e

trasmissione non potrà mai essere recuperato dal

software a valle, qualunque algoritmo intelligente

si vada ad applicare. Una volta persa nel processo

di misura, l’informazione viene persa per sempre.

Detto questo, le interfacce di comunicazione

possono essere diverse in base alle specifiche

esigenze e disponibilità. Considerando l’attuale

evoluzione del settore, possiamo indicare e con-

frontare i quattro standard oggi più utilizzati; i

parametri da confrontare saranno:

- larghezza di banda, cioè la quantità di dati che

l’interfaccia può fornire;

- lunghezza del cavo, cioè la distanza della tele-

camera al sistema host;

- accettazione del consumatore;

- difficoltà di integrazione, cioè la quantità di

ingegnerizzazione richiesta per implemen-

tare un sistema di visione sull’interfaccia

selezionata;

- potenza veicolata sul cavo dell’interfaccia;

- supporto di telecamere multiple;

- costo del sistema.

I quattro standard da confrontare sono: FireWire

(IEEE1394), Camera Link, GigE Vision e USB3

Vision.

FireWire

(IEEE1394): introdotto nel 1995 è

stato uno dei primi standard di interfaccia digi-

tale disponibili. La specifica IIDC fornisce una

mappa di registro globale per tutte le telecamere,

consentendo ai system integrator di passare da

modelli di telecamere e fotocamere differenti

senza problemi ed è molto efficace per i sistemi

multi-camera. Quanto alla larghezza di banda,

utilizza il trasferimento isocrono che alloca e

garantisce la larghezza di banda per ogni disposi-

tivo sullo stesso bus.

Camera Link

: è ampiamente utilizzato per

applicazioni che richiedono un’elaborazione

in tempo reale e un’elevata larghezza di banda.

Questa caratteristica consente sensori con risolu-

zione più alta, velocità di trasmissione più elevata

(supporta fino a 680MB/s di trasferimento dati) e

immagini di profondità di bit elevata. Per contro

presenta costi più elevati, che però per particolari

esigfenze diventano accettabili.

Gigabit Ethernet

(GigE): è lo

standard emergente per l’interfac-

ciamento di telecamere; permette

di collegare una o più telecamere

semplicemente a una rete di tipo

Gigabit Ethernet, uno standard

estremamente diffuso nel mondo

delle reti di comunicazione e i cui

componenti sono quindi disponi-

bili a basso costo. L’utilizzo dello

standard GigE permette di realiz-

zare facilmente sistemi di visione

Standard Gigabit Ethernet