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VISIONE E AUTO-ID

speciale

Novembre/Dicembre 2017

Automazione e Strumentazione

60

sta della movimentazione e del

posizionamento

è una parte che va progettata appositamente e

personalizzata in base alle caratteristiche della

linea di produzione interessata e alla scelta degli

altri componenti.

L’altro elemento decisivo è

l’illuminazione

, che

spesso può condizionare l’intero processo. La fi-

nalità di una buona illuminazione è di garantire

un sufficiente contrasto tra le parti, anche perché

la maggior parte degli algoritmi di elaborazione

delle immagini si basano sulle differenze di li-

vello di grigio; contrasto quindi inteso come la

differenza dei livelli di grigio tra le parti lumino-

se e quelle più scure di un’immagine. Impostare

efficacemente l’illuminazione permette di distin-

guere anche in modo raffinato particolari dettagli

dell’oggetto, sagomature, rilievi e lavorazioni

speciali. Due elementi importanti di un sistema

di illuminazione sono la sua geometria, che può

essere anche sofisticata e far uso di pattern più o

meno complessi, e la sua struttura temporale che,

quando non è continua, ad esempio una luce stro-

boscopica, va accuratamente sincronizzata con la

movimentazione.

Le principali tecniche di illuminazione sono:

l’illuminazione direzionale, quella diffusa quel-

la coassiale e la retroilluminazione (diascopia).

Tali modalità sono indipendenti dalle proprietà

fisiche della luce impiegata che a sua volta può

essere monocromatica, a colori, polarizzata.

L’illuminazione

direzionale

è utile per mettere

in evidenza le differenze nelle superfici opache;

tipica sorgente direzionale è ovviamente il laser.

Da qualche tempo sono sempre più utilizzate

le sorgenti

Led

, spesso accompagnate da lenti

di focalizzazione. L’illuminazione

diffusa

è la

più adatta per gli oggetti riflettenti, in quanto

consente più facilmente di eliminare i riflessi su

oggetti metallici o molto lucidi. L’il-

luminazione

coassiale

è una modalità

molto utilizzata sia su superfici opa-

che per evidenziare zone chiare e zo-

ne scure, sia su superfici riflettenti per

mettere in evidenza particolari con di-

versa riflessione. Si ottiene mediante

una lampada circolare a fluorescenza

o una corona di Led poste intorno

all’obiettivo della telecamera. Infine

la

retroilluminazione

, dove l’ogget-

to viene collocato fra la telecamera e

uno sfondo luminoso che costituisce

la sorgente; questo metodo è partico-

larmente adatto per misure sui profili

di pezzi metallici e per individuare

difetti in oggetti trasparenti.

Una componente centrale del processo di

visione è naturalmente

l’ottica

, cioè in pratica

la lente, che ha la funzione di focalizzare l’im-

magine dell’oggetto sul sensore della teleca-

mera: non è difficile rendersi conto di quanto

le caratteristiche della lente incidano sulla

qualità dell’immagine da acquisire. Dalla lente

dipendono la corretta definizione del campo

di visuale, la profondità di campo, l’ingrandi-

mento e tutto ciò che contribuisce a trasformare

la ‘scena’ in un’immagine nitida sul sensore

della fotocamera. Ci sono lenti speciali per

diverse applicazioni di machine vision che con-

sentono di limitare i problemi di distorsione,

di risoluzione, di posizionamento impreciso e

di sottocampionamento; si pensi agli obiettivi

telecentrici che facilitano la cattura di immagini

ad alto contrasto con distorsione quasi nulla e

diventano particolarmente utili nelle misure di

precisione o una geometria dalla tridimensiona-

lità pronunciata; si pensi alle ottiche per visione

a 360º, alle ottiche zoom e alle numerose otti-

che per le più disparate applicazioni speciali

quali lettori di data matrix, controllo di banco-

note, scansione di documenti particolari.

Passiamo quindi alla

fotocamera o teleca-

mera

. Le moderne macchine fotografiche di

visione artificiale coprono una vasta gamma,

dai modelli generici a prezzi competitivi ai

sistemi molto sofisticati: ormai prevale la tec-

nologia digitale rispetto alle classiche teleca-

mere analogiche che consente un’alta qualità

delle immagini grazie a grande capacità di

risoluzione, ottima sensibilità, maggior velo-

cità di trasmissione dei dati ed elevato rapporto

segnale - rumore. Nei sistemi digitali un ele-

mento fondamentale è il

sensore

che in pratica è

l’interfaccia tra l’ottica e l’elettronica e presiede

Sensore CMOS