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controllo

tecnica

Ottobre 2015

n

Automazione e Strumentazione

76

mente semplificata, è che la somma degli elementi

di una generica riga o colonna è sempre pari a uno

e in ogni caso essa può essere ottenuta a partire

dalla matrice dei

M

guadagni come

G=M

(M

-1

)

T

.

Nel caso di un sistema 2x2 comunque si otten-

gono semplicemente:

È evidente che se si ha

g

11

=g

22

=1

(e quindi

g

12

=g

21

=0

), allora non

vi è alcuna interazione tra i due

loop

di controllo e l’accoppia-

mento è inesistente, per cui si possono considerare separatamente

due schemi a singolo ingresso e a singola uscita. Se invece gli ele-

menti della diagonale principale della matrice dei guadagni relativi

non sono significativamente maggiori degli altri allora sarà molto

arduo tentare di controllare il processo attraverso degli anelli di

regolazione indipendenti (controllo decentralizzato).

La

figura 2

si riferisce al semplice caso ipotetico in cui

con i due

setpoint

che subiscono una variazione rispettivamente

unitaria e semi-unitaria. Si nota in particolare che, a causa dell’in-

terazione, le variabili da controllare deviano dal rispettivo

setpoint

anche quando questo rimane costante. La matrice dei guadagni

relativi è molto utile quindi nella scelta degli accoppiamenti tra le

variabili di ingresso e quelle di uscita nel sistema di controllo. Si

dovrà infatti cercare di accoppiare gli ingressi e le uscite in modo

che i guadagni relativi corrispondenti siano positivi e il più pos-

sibile prossimi a uno. In generale, se si ha

0<g

11

=g

22

<1

, allora

il guadagno in anello chiuso tra

u

1

e

y

1

è maggiore di quello in

anello aperto, per cui è necessario diminuire i guadagni del regola-

tore (detuning) per mantenere la stabilità del sistema complessivo

(e i guadagni relativi possono essere impiegati come fattore di

detuning). Se invece si ha

g

11

=g

22

>1

, allora vale il ragionamento

opposto e teoricamente sarebbe possibile addirittura aumentare i

guadagni del regolatore grazie all’accoppiamento, scelta allettante

(specialmente per la reiezione dei disturbi additivi) ma tuttavia

sconsigliata in casi pratici, dal momento che un’eventuale aper-

tura del secondo anello di controllo potrebbe a questo punto por-

tare il primo all’instabilità. Infine, fortemente da evitare è il caso

in cui

g

11

=g

22

<0

, dal momento che la chiusura del secondo anello

porterebbe il primo a un cambiamento di segno nella retroazione

con conseguente perdita di stabilità.

Si tenga presente che in generale la stabilità complessiva del

sistema risulta determinata dagli zeri della funzione di trasferi-

mento

(1+C

1

P

11

)(1+C

2

P

22

)-C

1

C

2

P

12

P

21

.

Per migliorare le prestazioni può essere quindi opportuno utiliz-

zare uno schema di disaccoppiamento come quello illustrato nella

figura 3

, relativamente al sistema 2x2. Si tratta semplicemente

di utilizzare delle opportune azioni in avanti (feedforward) attra-

verso le funzioni di trasferimento

in modo tale che risulti

e quindi che sia non nulla l’influenza delle uscite dei regolatori

PID solo su una delle variabili controllate.

A questo punto i due

loop

possono considerarsi non più intera-

genti e i due algoritmi PID possono essere tarati considerando che

la matrice delle funzioni di trasferimento è diventata

La precedente

figura 2

illustra anche i risultati ottenibili con lo

schema della

figura 3

, radicalmente migliori, sempre in rife-

rimento allo stesso sistema complessivo e ovviamente a parità di

parametri PID.

Figura 2 - Anelli interagenti senza (sinistra) e con (destra) disaccoppiamento

Figura 3 -

Schemi per il

disaccoppiamento

in avanti e

all’indietro