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progettazione

approfondimenti

Ottobre 2015

n

Automazione e Strumentazione

30

il ciclo completo di vita dell’opera costruita.

PPLM sta pertanto al BIM come l’industria sta

alle costruzioni, giacché un impianto industriale

non è poi così dissimile da un’opera edile di

media complessità.

È l’integrazione tra le varie applicazioni la

chiave dei nuovi approcci PLM/PPLM e BIM.

Il principio unificante è saper individuare una

spina dorsale, che consta degli oggetti della

‘applicazione’ e dei suoi attributi, che faccia

da perno. La

figura 1

mostra la centralità di

tale

modello unificante

, di fatto costituito da un

set di dati, un database relazionale, con cui le

varie applicazioni interagiscano. Il modello di

riferimento sta alla base di una visione unitaria

dei propri impianti ed esplicita la conoscenza.

Viene sviluppato secondo un’ingegneria incre-

mentale, in una spirale di miglioramento che fa

tesoro delle applicazioni via via varate, senza

discontinuità con il passato.

Ai lettori non potrà che risultare chiaro come

inserendo

l’automazione e la manutenzione

in un approccio di sviluppo dei progetti inte-

grato basato su un modello di riferimento uni-

tario, la spina dorsale del PLM/PPLM/BIM, si

possa innestare un ciclo virtuoso che porta sia a

perfezionare sempre di più l’impianto e/o suoi

moduli (e le loro successive riproposizioni),

sia a migliorarne l’efficienza ed l’economicità

di esercizio. In questo periodo storico, presso

i fornitori di macchine e moduli sta crescendo

sempre più la consapevolezza che le sfide della

competizione globale si giocano spostando il

campo del mercato: non più da meri fornitori

di artefatti, a partner capaci di offrire soluzioni

e servizi integrati che riducano il carico gestio-

nale dei propri clienti (per esempio istanziando

il controllo remoto, la diagnostica predittiva,

l’impianto gestito “chiavi in mano” ecc.).

Questa visione è ben descritta dall’iniziativa

teutonica

Industrie 4.0

, programma di sviluppo

industriale promosso dal governo federale tede-

sco. Nella vulgata comune, Industrie 4.0 (o

all’inglese Industry 4.0) è ormai un concetto

estensivo, normalmente utilizzato per riassu-

mere tutte le tecnologie e i sistemi di comuni-

cazione che trasformano

la “fabbrica” in un

sistema, integrato, intelligente, ma allo stesso

tempo flessibile e adattivo.

Riferito inizial-

mente ai sistemi manifatturieri caratterizzati

da processi discreti (automotive, assemblaggi

vari ecc.), il concetto è ormai declinato anche

per l’industria di processo e da qui all’impianti-

stica in senso lato. Le parole chiave - e di moda

- sono

IoT

(Internet of Things),

Cybertech

(le

tecnologie che vedono gli oggetti autonomi e

protagonisti),

Big Data

(gli archivi di dati che

consentono analisi e modellazione).

Enucleare da “n” applicazioni pregresse o in

cantiere un

modello di riferimento

che le

descriva tutte è un’attività di ingegneria multidi-

sciplinare e caratterizzata da una visione a 360°,

nel senso che richiede know how sia del pro-

prio processo che di ciascuna delle applicazioni

da prevedere. Tale attività di recupero e for-

malizzazione della conoscenza,

sposta indubbiamente lo sforzo

maggiore nella fase iniziale del

progetto (

figura 2

), ma poi lo

riduce. Non cambia, infatti, l’en-

tità dello sforzo, ma, a differenza

dell’approccio tradizionale per

fasi, non lo diluisce nel tempo, a

vantaggio dell’efficienza. Viene

pertanto evitato quell’andamento

di crescita esponenziale dei costi

tipico dei progetti tradizionali.

Il modello di riferimento che

deriva dall’approccio descritto

costituisce l’ossatura del pro-

getto, una base per tutte le sue

declinazioni (istanze), ed evita

per i progetti a venire le costose duplicazioni di

sforzi e i problemi di travaso di informazioni da

una fase all’altra del progetto. Evita le incom-

prensioni dovute all’interpretazione multipla

dei dati di processo/impianto proprie dei pro-

getti tradizionali. L’attività di analisi inoltre

enuclea building blocks, cioè moduli utilizzabili

anche per applicazioni adiacenti. La

figura 3

mostra lo scenario tradizionale descritto.

Il break even tra l’approccio tradizionale e

l’approccio PPLM/BIM descritto dipende da

numerosi fattori, come la ripetitività delle appli-

cazioni, il loro numero, la tipologia, la loro

valenza economica, ecc. La convenienza di

uno o dell’altro approccio deve pertanto essere

Figura 2- Esplicitare la conoscenza