Automazione e Strumentazione
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Settembre 2014
EDITORIALE
primo piano
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Leone D’Alessandro
Presidente di Anipla
Sezione di Milano
rappresenta di fatto il mio primo atto
ufficiale come neo-presidente della sezione milanese di Anipla. Oltre a porgere il
mio saluto a chi mi legge, e il mio ringraziamento al Consiglio Direttivo che mi ha
eletto, vorrei approfittarne per fare qualche considerazione sulla direzione che, a
mio avviso, l’associazione da me presieduta dovrebbe seguire nei prossimi anni.
Il ruolo di Anipla è sempre stato quello di sviluppare e diffondere la competenza in
automazione industriale; sono convinto che tale ruolo non sia per nulla cambiato
negli anni, nonostante la sempre maggiore disponibilità di conoscenza facilmente
reperibile in rete o da altre fonti, nonostante la strisciante deindustrializzazione del
nostro Paese, nonostante fenomeni e tendenze che sembrano mettere in discussione
la funzione di una associazione scientifica.
Quella che semmai è cambiata negli anni è il concetto che dobbiamo avere di
“competenza”.
La competenza è un dominio multidimensionale, le cui differenti componenti
sono associate senza per questo mescolarsi. In un lavoro dell’Osservatorio
Anipla di qualche anno fa, si erano identificate tre direzioni di competenza: la
dimensione metodologica, che comprende le conoscenze di base, imprescindibili
per qualunque applicazione, come la matematica, l’automatica, la meccanica
ecc.; la dimensione tecnologica, relativa agli strumenti per l’automazione: i PLC, i
sensori, gli attuatori, i bus di campo ecc.; e infine la dimensione del processo, la
conoscenza di ciò che va automatizzato, delle sue necessità, dei suoi vincoli, delle
soluzioni e delle loro implicazioni.
Altre dimensioni potrebbero oggi aggiungersi: la dimensione economica, quella
sociale, quella ambientale e così via.
Agli albori della tecnica dell’automazione la competenza tecnologica costituiva
la parte più critica dell’automazione e quella più suscettibile di importanti
miglioramenti prestazionali (basti ricordare il passaggio dalla logica cablata a
quella programmabile, o quello dalla trasmissione di segnali discreti ai bus di
campo). Ancora oggi questa parte conserva un importante ruolo nell’automazione
e promette ulteriori miglioramenti; ma è chiaro che le competenze più critiche
e più rare (e quindi più pregiate) si trovano su altre dimensioni: nel contributo
che l’automazione può dare al miglioramento dei processi che gestisce; o alla
competitività delle aziende che la utilizzano; o all’impatto sociale e ambientale dei
processi industriali…
Affrontare questi temi, con il necessario taglio multidisciplinare (che è caratteristica
precipua dell’automazione), e con approccio pratico ma scientificamente rigoroso,
è la sfida che Anipla ritiene di dover raccogliere. Facendolo in collaborazione con
gli esperti di ogni settore, sia in ambito industriale che in ambito accademico, e
sempre ascoltando la voce più importante, quella degli utenti dell’automazione,
sono convinto che Anipla continuerà con successo nel suo ruolo di motore della
competenza.
Questo editoriale
Il motore della competenza