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CONTROLLO

tecnica

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Settembre 2017

Automazione e Strumentazione

Altro prerequisito importante è la possibilità di installare il dispo-

sitivo in maniera semplice ed immediata settando solamente

alcuni parametri di base e senza la necessità di avere conoscenza

del software applicativo del dispositivo stesso e di come questo

vada programmato.

Dobbiamo tenere presente che la estrema competitività che molte

aziende devono affrontare giornalmente e la continua necessità di

una riduzione dei costi di produzione, rende sempre più limitata la

disponibilità in loco di personale specialistico, qualificato a svi-

luppare ed utilizzare complessi software di programmazione.

Altro importante prerequisito è la possibilità che il dispositivo

sia idoneo ad essere utilizzato in diverse realtà produttive

senza

sostanzialmente apportare modifiche alla sua architettura

.

Quindi deve essere sufficientemente flessibile, sia a livello hardware

che a livello software, affinché possa essere utilizzato in diverse

realtà senza sostanziali cambiamenti. Nella pratica una azienda

che ha diverse tipologie di produzione deve poter utilizzare lo

stesso dispositivo nei diversi reparti. Questo per permettere una

continua coerenza e compatibilità dei dati di tutte le linee.

La soluzione (solution concept)

Il ragionamento fatto per la ricerca di una possibile soluzione effi-

cace alla sfida che il mercato ci pone, si è basato esclusivamente su

un’analisi delle tecnologie esistenti e sulla possibilità di trasferire

quanto più possibile il know-how necessario per l’analisi dei KPI

direttamente all’interno del dispositivo che si vuole realizzare.

In sostanza un dispositivo utilizzabile da un più ampio gruppo

di operatori e che ricordi una tecnologia nota ai più: quella degli

smartphone

e dei

tablet

.

La soluzione sarà quindi quella di un dispositivo che sia in

grado di essere collegato sia tramite

protocolli nativi ai PLC

delle machine, sia tramite una

soluzione cablata sugli I/O

delle

macchine stesse sia tramite un

protocollo OPC-UA

al maggior

numero possibile di installazioni presenti nei reparti brown-field

e che possa operare con un software che utilizzi apps diverse in

funzione della applicazione richiesta.

Dovrà poi rendere i dati e le analisi fatte localmente disponibili ed

aggregabili ai livelli più alti sempre utilizzando un protocollo di

comunicazione OPC-UA.

Dovrà pertanto essere una soluzione ‘out of the box’, proprio

come un dispositivo portatile, e che abbia già pre-configurate e

preinstallate alcune applicazioni di base come ad esempio una

app per il calcolo dell’OEE, una con funzione di parametriz-

zazione dei dati raccolti che ne permetta l’utilizzo contestuale

ed una app ‘utilizzatore’ che permetta la selezione dei livelli di

accesso al dispositivo.

Il software di base potrà essere poi integrato con l’aggiunta di app

che saranno rese disponibili presso uno store informatico dedicato.

Conclusioni

Abbiamo quindi delineato un sistema che permette la raccolta e

l’analisi dei dati da macchine e linee che in precedenza risultavano

isolate, portandole a rientrare nel concetto di ‘smart factory’ con

un minimo sforzo.

Il sistema sarà quindi composto da

un controllore

, che sia un PC

industriale o un PLC gestito tramite un

software basato su una

serie di blocchi funzioni pre-configurati

.

Sarà, poi, in grado di raccogliere i dati sia direttamente dai segnali

originali delle macchine con un semplice cablaggio oppure tra-

mite un collegamento diretto al PLC delle macchine stesse, di

analizzarli e di rendere disponibile il risultato di questa analisi sia

localmente sia centralmente.

Di semplice installazione ed utilizzo, permetterà un incremento

sostanziale del controllo delle performance delle linee con un

investimento assai limitato sia in termini di costi sia di tempo.

Figura 3 - I 4.0 per il brown-field

Figura 4 - La soluzione