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CONTROLLO

tecnica

Automazione e Strumentazione

Settembre 2016

87

Come si nota la performance viene misurata in base all’integrale,

lungo il transitorio, del valore assoluto dell’errore (IAE), che non

considera le prestazioni di robustezza; per questo motivo il valore

con cui esso viene confrontato non è il valore ottimo potenzial-

mente ottenibile applicando tecniche di ottimizzazione, bensì il

valore ottenibile da un regolatore tarato come in

[3]

su processi

del primo (PI) o secondo ordine (PID): l’indice dovrebbe pertanto

essere tanto più vicino a 1 quanto più il processo risulta ben rap-

presentato da modelli di questo tipo (che comunque costituiscono

un modello approssimato di processi di ordine più elevato in base

alla “half-rule” proposta in

[5]

).

Per quanto riguarda l’inseguimento del riferimento

r(t)

si perviene

invece alla

υ

tabella 2

ove

A

s

è l’ampiezza della variazione a

gradino di setpoint.

Ancora una volta la misura della prestazione è data dallo IAE e

il suo valore di riferimento deriva dall’obiettivo di ottenere tra il

setpoint e l’uscita una funzione di trasferimento

Ove

θ

è sempre il ritardo del processo mentre

τ

è un parametro

di progetto che si fissa, ragionevolmente, pari a

θ

(con il quale si

ottengono un margine di fase di circa 61.4° e un margine di gua-

dagno di 3.14).

L’indice SFPI dovrebbe idealmente valere 1 qualora la funzione

di trasferimento tra il riferimento e la variabile da controllare sia

effettivamente quella desiderata. Dato che però non è lecito igno-

rare le approssimazioni introdotte (modello FOPDT,

e

-s

θ

1-s

θ

),

è ragionevole ritenere buona la prestazione se già

0.6; in

ogni caso il valore di

SFPI

oltre il quale la prestazione può rite-

nersi buona rimane un parametro a disposizione dell’utilizzatore,

che può così esprimere un giudizio più o meno severo. Si tenga

conto, peraltro che il valore ottimo dello IAE ottenibile con un

controllore generico (non PID) è pari a 1,38

θ

A

s

e che il PID, per

un processo del secondo ordine, consente di raggiungerlo con una

efficienza al più pari al 65%

[4]

.

Check-up per il blocco PID

Data la abbondante disponibilità di memoria e risorse computa-

zionali nei moderni controllori DCS, non è difficile includere tra

i loro compiti anche delle semplici routine di calcolo dello IAE

e proporre agli operatori dei semplici cruscotti nell’ambiente a

loro familiare delle pagine grafiche disponibili in sala controllo.

In questo modo risulta inoltre facile tenere conto automaticamente

del calcolo del tempo ciclo entro il quale la CPU svolge l’algo-

ritmo PID che viceversa sarebbe più complesso qualora l’opera-

zione venisse svolta da un pacchetto software di livello superiore

al quale i dati vengono passati non in real-time ma magari una

volta al secondo attraverso una interfaccia OPC.

Il valore dello IAE viene agevolmente calcolato in modo incremen-

tale (senza bisogno quindi di tenere lunghi array in memoria) come

Dopodiché l’indice di prestazione viene semplicemente ottenuto

come

IAE

rif

/IAE

k

ove

IAE

rif

è il valore di riferimento corrispon-

dente a uno dei casi riportati nelle

υ

tabelle 1

e

2

.

Il valore di ritardo puro (

θ

) viene ragionevolmente stimato in base

al tempo necessario perché il segnale di misura inizi a variare

significativamente uscendo dalla soglia di rumore; per evitare di

sotto-stimarlo è opportuno che tale soglia sia sufficientemente

ampia ma così si rischia poi di sovrastimarlo; un’alternativa è

quindi quella di considerare l’integrale dell’errore: quando smette

di essere proporzionale al tempo (attraverso l’ampiezza della

variazione di setpoint) significa che il ‘dead time’ è trascorso.

Quindi:

Per quanto riguarda invece la reiezione dei disturbi è necessa-

rio stimare anche altri parametri del processo (il guadagno e la

costante di tempo principale); pertanto è opportuno rifarsi ai

loro valori forniti dai blocchi di identificazione disponibili nelle

librerie dei DCS oppure aggiungere altro codice per ricavare µ e

T

σ

=(

T+

θ

), come indicato in

[1]

,

[2]

. Un esempio di come, a fronte

di ogni variazione di setpoint, ciò può essere facilmente imple-

mentabile è questo:

Nel caso del disturbo additivo le formule sono un più complesse

ma la questione più importante è che esso sia misurabile in modo

da far ‘partire’ gli integratori e la stima del ritardo allorché si rileva

Tabella 1 – Indici di prestazione per reiezione disturbo sul carico (LRPI)

Tabella 2 – Indici di prestazione per inseguimento setpoint