Table of Contents Table of Contents
Previous Page  54 / 100 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 54 / 100 Next Page
Page Background

Giugno/Luglio 2017

Automazione e Strumentazione

SAFETY

approfondimenti

54

C’era una volta l’interruttore di sicurezza elet-

tromeccanico con azionamento separato, soggetto

a guasti - soprattutto in caso di polvere e trucioli

- e non in grado di trasmettere dati diagnostici al

controllore d’impianto… Vorremmo che comin-

ciasse così il racconto dei primordi della safety,

finalmente evoluta grazie all’avvento di soluzioni

elettroniche, connesse e intelligenti. Purtroppo -

A.D. 2017 - non è (ancora) così: il

mondo della

sicurezza

, che si tratti di industria di processo o

di macchine per produrre componenti, si è stori-

camente dimostrato restio al cambiamento.

Ma nell’era dell’industria connessa le cose potreb-

bero cambiare, anche perché i costi del non-cam-

biamento rischiano di diventare davvero insoste-

nibili. Ne abbiamo discusso con

Andrea Grassi

di Schmersal Italia

, azienda specializzata nello

sviluppo di componenti e soluzioni di sicurezza, in

occasione della recente

giornata di studio Anipla

intitolata ‘Industria 4.0: non solo Meccatronica,

IIoT, Big Data, Manutenzione Predittiva’ tenutasi

lo scorso 7 giugno al Politecnico di Milano.

I costi del non-cambiamento

“I danni potenziali causati da sistemi di sicurezza

non performanti sono difficilmente quantificabili,

ma facilmente immaginabili”, spiega Grassi. “Da

un punto di vista meramente economico esiste

un problema di produttività: una macchina che, a

causa di un riparo guasto, si ferma inavvertitamente

causa un danno evidente. Ma c’è un altro aspetto,

più sottile, che va tenuto in conto: se un riparo si

guasta frequentemente, l’operatore potrebbe essere

tentato di eluderlo, manomettendo il dispositivo

guasto. Questo in Italia è un reato, ma sappiamo

benissimo che è ancora pratica molto diffusa. Le

conseguenze di queste azioni sono difficilmente

prevedibili: se il vantaggio immediato è che la

macchina continua a produrre, l’operatore espone

se stesso e i colleghi al rischio di un incidente, che

porterebbe a conseguenze ben peggiori”.

I vantaggi dei sensori elettronici

Quali sono dunque le opportunità offerte dalla tec-

nologia? L’utilizzo di

sensori elettronici basati

su tecnologia RFID

in luogo di quelli elettro-

meccanici offre diversi vantaggi. “In primo luogo

la sicurezza garantita elettronicamente dall’ac-

coppiamento tra un tag RFID e il lettore non può

essere elusa; in secondo luogo il dispositivo non

ha più elementi meccanici che entrano in contatto

e quindi si riducono i problemi legati all’usura

o alla rottura di parti meccaniche, soprattutto in

contesti caratterizzati da polveri o trucioli, dove i

dispositivi tradizionali sono già stati banditi dalla

normativa. Ma il vantaggio principale è che

un

sensore elettronico è in grado di fornire infor-

mazioni diagnostiche avanzate al sistema di

controllo

, consentendo di mettere in atto strategie

di monitoraggio e manutenzione predittiva anche

per i componenti di sicurezza”. Che cosa significa

diagnostica avanzata? Che mentre un interruttore

elettromeccanico è in grado solo di trasmettere

uno stato (aperto o chiuso), i sensori di sicurezza

elettronici ‘smart’ possono offrire informazioni sul

numero e la durata delle aperture, nonché su una

serie di altri parametri come ad esempio la tem-

peratura che possono essere di grande importanza

nel valutare in anticipo il possibile insorgere di un

Franco Canna

Nell’era dell’industria connessa anche i dispositivi di

sicurezza devono poter mettere a disposizione i propri

dati per favorire l’implementazione di policy orientate alla

riduzione del rischio e all’aumento della produttività. Andrea

Grassi di Schmersal Italia spiega come e perché applicare

i dettami di Industria 4.0 anche ai componenti di sicurezza.

I SENSORI ELETTRONICI DI SCHMERSAL

Schermata software

L’AUTORE

F. Canna, Anipla

A FIL DI RETE

www.schmersal.it

Sicurezza evoluta

per l’industria connessa