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GENNAIO-FEBBRAIO 2018

AUTOMAZIONE OGGI 403

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necessità di potenziare la capacità di accumulo presente nel sistema elettrico, sia in modalità centralizzata, sia distribuita, per favorire l’aumento della

penetrazione di fonti rinnovabili non programmabili, senza pregiudicare la sicurezza del sistema stesso. Infine, la SEN dedica opportuna attenzione alle

tecnologie di automazione e controllo funzionali a una maggiore partecipazione delle fonti rinnovabili non programmabili e della generazione distribuita,

alla gestione del sistema elettrico, ad esempio attraverso le esperienze di aggregazione, oggi sperimentali.

Marco Melato:

È chiaro che il sistema elettrico deve evolvere non solo per aumentare il contributo delle fonti rinnovabili

ma anche per gestire nuovi scenari di consumo. In questo contesto i gestori della rete elettrica hanno un ruolo fondamen-

tale. Alcuni di loro stanno ottenendo ottimi risultati integrando le architetture tecnologie e perseguendo la convergenza

tra i mondi IT e OT. In tal modo è possibile avere una visione unitaria della rete, condizione necessaria per migliorare la

pianificazione, far fronte alle perturbazioni del sistema e mantenere alti livelli di servizio.

È essenziale poi aumentare la flessibilità sia tramite meccanismi di gestione attiva della domanda e sia tramite sistemi

di accumulo. Anche qui le tecnologie ci sono, penso alle micro-grid e agli strumenti per il demand response, spesso le

barriere sono di tipo regolatorio e culturale. In Italia l’iter di adozione è già partito ed è in fase sperimentale ma potrà

permettere la diffusione di queste risorse anche tramite nuovi modelli di business.

A.O.:

Come valutate la nuova SEN italiana? In particolare quali sono secondo voi i punti di forza e quali le criticità?

Davide Frigerio:

Se da un lato è positivo che la nuova SEN includa chiari obiettivi in termini di decarbonizzazione e di incremento della penetrazione

delle rinnovabili, condivido il parere di diverse utility europee (tra cui Enel) per cui gli obiettivi posti ad esempio in termini di quota di energie rinnovabili

(definita a livello europeo) sia troppo conservativa e propongono a Bruxelles di alzare l’asticella dal 27% al 35% entro il 2030.

Fabio Zanellini:

La nuova SEN italiana appare uno strumento valido per accompagnare il sistema energetico nazionale verso un futuro caratterizzato

da un maggior ricorso alle fonti rinnovabili e al gas naturale, da una maggior sicurezza ed economicità degli approvvigionamenti energetici e infine da

una maggiore adeguatezza infrastrutturale.

Il punto di forza più rilevante della Strategia Energetica Italiana è senza dubbio la chiarezza degli obiettivi finali in linea con la visione europea del tema

energetico. Un secondo aspetto da segnalare è l’attenzione riservata all’integrazione di una quota rilevante di fonti rinnovabili all’interno del sistema

energetico, ad esempio attraverso il ricorso considerevole a sistemi di accumulo sia tradizionali (pompaggio idroelettrico), sia innovativi (accumulo

elettrochimico). Infine, degna di nota è anche l’attenzione dedicata al vettore elettrico come elemento portante della transizione energetica caratterizzata

dalla decabornizzazione del parco di generazione italiano.

La criticità più significativa riguarda la carenza di indicazioni relative agli strumenti attuativi necessari all’implementazione delle direttive introdotte dalla

SEN: la mancanza di indicazioni sulle modalità di enforcement legislativi, normativi, regolatori, incluse le relative scadenze, è un aspetto da considerare

attentamente soprattutto alla luce della mancata efficacia della SEN precedente.

Marco Melato:

La valutazione è nel complesso positiva soprattutto per alcuni target come il 28% di rinnovabili sui consumi energetici complessivi o l’incre-

mento dell’efficienza dell’1,5% annuo. Ci sono aspetti migliorabili ma la cosa più importante è che ciascuno inizi a dare il proprio contributo per raggiungere

gli obiettivi sia a livello nazionale sia a livello globale. Per dimostrare il nostro impegno in Schneider Electric ci siamo dati l’obiettivo di utilizzare il 100% di

energia ‘carbon free’ entro il 2030, andando a costruire 1.000 impianti di produzione di energia rinnovabili presso le nostre sedi in tutto il mondo.

Marco Melato,

Schneider Electric

decarbonizzazione dell’economia; ricerca,

innovazione e competitività. La realizza-

zione dell’Unione dell’Energia richiederà

lo sviluppo di alcune azioni precise, tra le

quali possiamo menzionare: l’esistenza di

infrastrutture adeguate per completare il

mercato dell’energia, integrare le energie

rinnovabili e garantire la sicurezza dell’ap-

provvigionamento; la diversificazione

dell’approvvigionamento di gas per ren-

derlo più resiliente in caso di perturbazioni;

il raggiungimento dell’obiettivo di realiz-

zare almeno il 27% di risparmio energetico

entro il 2030; la riqualificazione degli edifici

per renderli efficienti sotto il profilo energe-

tico e il pieno utilizzo del teleriscaldamento

e del teleraffreddamento sostenibile, per

ridurre i costi dell’energia per famiglie e

imprese; il miglioramento dell’efficienza

energetica e la decarbonizzazione nel set-

tore dei trasporti, favorendo il graduale

passaggio ai combustibili al-

ternativi e l’integrazione dei si-

stemi di energia e di trasporto;

l’obiettivo di almeno il 27%

di energie rinnovabili a livello UE entro il

2030; la messa a punto di una strategia

lungimirante di Ricerca & Innovazione per

l’energia e per il clima, allo scopo di mante-

nere la leadership tecnologica dell’Europa e

ampliare le opportunità per le esportazioni.

Una strategia per l’Italia

A proposito di energia pulita, l’Italia sem-

bra aver fatto un deciso passo avanti: agli

inizi dello scorso novembre i ministri Carlo

Calenda e Gianluca Galletti hanno firmato

il decreto MiSE-Ambiente sulla Strategia

EnergeticaNazionale (SEN), congli obiettivi

al 2030 per le fonti rinnovabili, l’efficienza

energetica e le infrastrutture elettriche e

del gas. Sono previsti investimenti per un

totale di 175 miliardi di euro destinati alla

crescita sostenibile, di cui 30 miliardi per

reti e infrastrutture elettriche e del gas, 35

per le fonti rinnovabili e 110 finalizzati alle

misure di efficienza energetica.

Tra i principali obiettivi troviamo: la ridu-

zione delle emissioni di CO₂ provenienti

dagli usi energetici del 39%rispetto ai livelli

del 1990, il taglio dei consumi finali di circa

10 Mtep, l’innalzamento delle fonti rinno-

Obiettivi settoriali

sulle rinnovabili al 2030.

Fonte MiSE