l sogno di Esben H. Østergaard, fondatore di Uni-
versal Robots, era molto semplice: consentire alle
persone che lavorano in aziende di qualsiasi di-
mensione, ai quattro lati del globo, di distogliere
tempo da operazioni faticose, ripetitive, noiose e a
scarso valore aggiunto per dedicarsi alla propria reale
natura fatta di passione, creatività, amore per i pro-
pri progetti. Da queste ‘linee guida’, e da un istinto
che sin da bambino lo ha avvicinato al mondo dei
robot, Østergaard, con il team UR, ha progettato delle
macchine che, oggi, non si possono più definire solo
‘pioniere’, ma sono la cartina di tornasole attraverso
la quale si misura se un robot possa essere definito
realmente collaborativo…oppure no.
Perché? Quali sono le peculiarità di questi
robot?
Universal Robots ha una gamma robot ridotta, composta da
solo tre modelli. Tutti e tre, tuttavia, condividono una serie di
caratteristiche in grado di ‘trasformarli’ da macchine di pro-
duzione in veri e propri utensili. I robot UR, infatti, possono
essere applicati a differenti operazioni del processo produt-
tivo - pick&place e manipolazioni in genere, assemblaggio,
avvitatura, sigillatura e dispensing, asservimento macchine,
pallettizzazione, e molte altre - in modo molto semplice, intu-
itivo, rapido perché sono macchine leggere, di piccola taglia,
che non richiedono particolare hardware per essere avviate,
ne ingombranti (e costose) barriere. I cobot danesi contano su
15 funzioni di sicurezza, certificate TÜV, che li rendono sicuri,
al netto della necessaria valutazione dei rischi da effettuarsi
per ogni automazione robotizzata, hanno una programma-
zione intuitiva, anche tramite guida manuale, alla portata di
ogni operatore, anche di quello alle prime armi. Queste carat-
teristiche, tra le quali stiamo per addentrarci, a tutti gli effetti
dipingono una sorta di ‘quadro di riferimento’ per la robotica
collaborativa.
Perché?
Proviamo a rispondere a una domanda con una
domanda: è sufficiente che un robot sia ‘sicuro’ per definirsi
anche collaborativo? La risposta sembra semplice, ma a ben
guardare apre a valutazioni su quali siano i parametri di scelta
che system integrator ed end user, in particolare le piccole e
medie imprese, devono applicare per scegliere i componenti
di automazione dei propri processi.
Collaborazione a 360 gradi
La risposta di molti alla domanda “è sufficiente che un robot
sia ‘sicuro’ per definirsi anche collaborativo?” è, molto pro-
babilmente, sì. Se sono sicuri, se possono operare vicino
all’uomo, allora sono robot collaborativi.
Davvero?
Se osserviamo bene i processi produttivi, e quali
siano le esigenze più diffuse e sentite dalle imprese manifat-
GENNAIO-FEBBRAIO 2018
AUTOMAZIONE OGGI 403
17
OTS
COPERTINA
UNIVERSAL ROBOTS
COPERTINA
UNIVERSAL ROBOTS
COPERTI
I
I cobot UR possono essere montati
in tutte le posizioni e senza
modificare il layout produttivo
esistente
Un UR10 durante una fase di
pallettizzazione. L’azienda che
lo ha installato movimenta con il
cobot 20 pallet al giorno, pari a
1.700 confezioni