OTTOBRE 2017
AUTOMAZIONE OGGI 401
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AO
ROBOTICA
chine. Questo significa che i cobot lavorano per 21 ore al giorno
in autonomia, fattore che ha consentito sia un aumento notevole
di produttività, sia di poter destinare gli operatori sollevati dal la-
voro di asservimento ad altre mansioni più complesse e a valore
aggiunto. Il combinato disposto di questi fattori ha portato a un
ritorno sull’investimento che ha dell’incredibile: solo 34 giorni.
Soluzioni produttive vincenti
L’assenza di barriere protettive e la reale capacità collaborativa dei
cobot UR ha portato a soluzioni produttive vincenti. Ad esempio i
due UR5 impiegati nell’asservimento lavorano in coppia: quando
arrivano i pezzi grezzi da un trasportatore in ingresso, il primo UR5
utilizza un sistema di visione integrato per identificare e afferrare
i pezzi e, in seguito, per inserirli in una fresatrice. La fase di carico
del pezzo si completa con lo scarico del semilavorato già in mac-
china che viene ‘consegnato’ al secondo UR5 che lo inserisce nella
seconda macchina, lo estrae quando finito, e lo posiziona su un
trasportatore in uscita, dove un operatore posiziona i pezzi sulle
griglie di anodizzazione, completando il ciclo. Questo
processo, solo in apparenza complesso, è stato estre-
mamente semplice da realizzare, peraltro da operatori
senza precedente esperienza in termini di program-
mazione robot, che sono riusciti, tramite i protocolli di
comunicazione e l’interfaccia intuitiva, a integrare e far
funzionare velocemente i cobot e il sistema di visione.
Oltre agli aspetti di produttività ed efficienza, quest’a-
rea di lavoro fornisce altre informazioni davvero rile-
vanti ai responsabili produzione. Sfruttando il sensore
di rilevazione della forza, integrato nativamente nei
cobot UR, quando il pezzo grezzo viene posizionato in
macchina, il cobot è in grado di riconoscere se il pezzo
stesso viene sagomato in modo corretto, se presenta
irregolarità dovute al taglio della fase precedente o se
sono presenti frammenti di lavorazione nelle ganasce
del mandrino. Qualora fosse presente un’ostruzione
che provoca un aumento della forza sulla parte termi-
nale del braccio, il cobot riceve un input specifico e at-
tiva un getto d’aria che ha lo scopo di pulire la presenza
di eventuali detriti di lavorazione. Il getto d’aria viene
attivato una serie di volte per ottenere il miglior posi-
zionamento possibile, ma se incontra ulteriori difficoltà, il cobot
invia un comando alla macchina utensile per provvedere a un la-
vaggio del mandrino. L’operazione di verifica del pezzo procede
oltre fino a un eventuale segnale di errore che allerterà il perso-
nale adibito al controllo della macchina per intervenire tempesti-
vamente su un eventuale fermo produzione. Il cobot è dunque in
grado di risolvere il problema del ‘mancato carico’ aumentando
ulteriormente l’efficienza e la produttività del processo. Un ul-
teriore vantaggio, liberando l’operatore dal lavoro diretto sulle
macchine, è stato quello dell’aumento complessivo delle qualità
dei prodotti realizzati. Gli operatori, liberi da queste operazioni, si
dedicano infatti alle ispezioni visive, attività che sta garantendo la
massima efficienza e resa di processo e la miglior qualità possibile
ai prodotti TFT. Gli ottimi risultati raggiunti da TFT con i cobot UR
sta inoltre portando l’azienda a studiare soluzioni robotizzate per
sbavatura, imballaggio e in applicazioni laser.
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Universal Robots -
www.universal-robots.com/itI cobot UR lavorano senza barriere protettive e a stretto
contatto con l’uomo. Anche in Task Force Tips
La programmazione semplice, intuitiva, immediata della fase
di carico e scarico macchina CNC
Gli UR5 integrano informazioni che derivano da un sistema di visione