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OTTOBRE 2017

AUTOMAZIONE OGGI 401

98

AO

ROBOTICA

chine. Questo significa che i cobot lavorano per 21 ore al giorno

in autonomia, fattore che ha consentito sia un aumento notevole

di produttività, sia di poter destinare gli operatori sollevati dal la-

voro di asservimento ad altre mansioni più complesse e a valore

aggiunto. Il combinato disposto di questi fattori ha portato a un

ritorno sull’investimento che ha dell’incredibile: solo 34 giorni.

Soluzioni produttive vincenti

L’assenza di barriere protettive e la reale capacità collaborativa dei

cobot UR ha portato a soluzioni produttive vincenti. Ad esempio i

due UR5 impiegati nell’asservimento lavorano in coppia: quando

arrivano i pezzi grezzi da un trasportatore in ingresso, il primo UR5

utilizza un sistema di visione integrato per identificare e afferrare

i pezzi e, in seguito, per inserirli in una fresatrice. La fase di carico

del pezzo si completa con lo scarico del semilavorato già in mac-

china che viene ‘consegnato’ al secondo UR5 che lo inserisce nella

seconda macchina, lo estrae quando finito, e lo posiziona su un

trasportatore in uscita, dove un operatore posiziona i pezzi sulle

griglie di anodizzazione, completando il ciclo. Questo

processo, solo in apparenza complesso, è stato estre-

mamente semplice da realizzare, peraltro da operatori

senza precedente esperienza in termini di program-

mazione robot, che sono riusciti, tramite i protocolli di

comunicazione e l’interfaccia intuitiva, a integrare e far

funzionare velocemente i cobot e il sistema di visione.

Oltre agli aspetti di produttività ed efficienza, quest’a-

rea di lavoro fornisce altre informazioni davvero rile-

vanti ai responsabili produzione. Sfruttando il sensore

di rilevazione della forza, integrato nativamente nei

cobot UR, quando il pezzo grezzo viene posizionato in

macchina, il cobot è in grado di riconoscere se il pezzo

stesso viene sagomato in modo corretto, se presenta

irregolarità dovute al taglio della fase precedente o se

sono presenti frammenti di lavorazione nelle ganasce

del mandrino. Qualora fosse presente un’ostruzione

che provoca un aumento della forza sulla parte termi-

nale del braccio, il cobot riceve un input specifico e at-

tiva un getto d’aria che ha lo scopo di pulire la presenza

di eventuali detriti di lavorazione. Il getto d’aria viene

attivato una serie di volte per ottenere il miglior posi-

zionamento possibile, ma se incontra ulteriori difficoltà, il cobot

invia un comando alla macchina utensile per provvedere a un la-

vaggio del mandrino. L’operazione di verifica del pezzo procede

oltre fino a un eventuale segnale di errore che allerterà il perso-

nale adibito al controllo della macchina per intervenire tempesti-

vamente su un eventuale fermo produzione. Il cobot è dunque in

grado di risolvere il problema del ‘mancato carico’ aumentando

ulteriormente l’efficienza e la produttività del processo. Un ul-

teriore vantaggio, liberando l’operatore dal lavoro diretto sulle

macchine, è stato quello dell’aumento complessivo delle qualità

dei prodotti realizzati. Gli operatori, liberi da queste operazioni, si

dedicano infatti alle ispezioni visive, attività che sta garantendo la

massima efficienza e resa di processo e la miglior qualità possibile

ai prodotti TFT. Gli ottimi risultati raggiunti da TFT con i cobot UR

sta inoltre portando l’azienda a studiare soluzioni robotizzate per

sbavatura, imballaggio e in applicazioni laser.

Universal Robots -

www.universal-robots.com/it

I cobot UR lavorano senza barriere protettive e a stretto

contatto con l’uomo. Anche in Task Force Tips

La programmazione semplice, intuitiva, immediata della fase

di carico e scarico macchina CNC

Gli UR5 integrano informazioni che derivano da un sistema di visione