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consente di accedere via device mobili a documentazione e altro;

oppure alla sempre più diffusa disponibilità di interfacce HMI che

consentono di interagire da remoto con le macchine. Realtà au-

mentata e virtuale aprono altre, immense possibilità: la possibi-

lità di lavorare su una macchina ‘senza aprirla’, oppure di essere

guidati nel proprio intervento da istruzioni che si sovrappongono

al campo visivo reale utilizzando dei wearable sono cose che già

esistono e che i nostri clienti più attenti chiedono come specifiche

per i loro progetti. Più che le soluzioni di automazione, cambierà

in funzione di queste tecnologie l’operatività sulle macchine:

avremo degli ‘augmented operator’ più efficienti e produttivi.

A.O.:

Le connessioni crescenti aumentano la possibilità di possibili

attacchi informatici. Le aziende fornitrici stanno di pari passo ade-

guando i device e i sistemi di automazione? E gli utilizzatori finali?

Morganti:

Il crescente rischio in termini di security è purtroppo

una realtà con cui tutti devono fare i conti. Per questo, sono sem-

pre più numerosi i casi di produttori di automazione che dedi-

cano soluzioni specifiche al tema o arricchiscono i propri device

di funzionalità aggiuntive per cercare di garantire una maggiore

sicurezza agli impianti. Non solo: anche le aziende specializzate in

security in campo IT stanno rivolgendo una crescente attenzione

al mondo OT (Operation Technologies) e iniziano a proporre le

proprie soluzioni agli operatori del mondo dell’automazione. Tut-

tavia, nel mercato pare ancora abbastanza radicata l’idea che la

cyber security sia un problema di appannaggio quasi esclusivo

del mondo IT. L’impegno di tutte le aziende produttrici, unito alla

risonanza di alcuni casi saliti all’onore delle cronache per la loro

pervasività e alle numerose iniziative portate avanti dagli organi

di informazione specialistici per rendere consapevoli gli opera-

tori di tali pericoli, stanno lentamente modificando tale perce-

zione, ma la via da percorrere per creare una cultura della security

solida e diffusa in ambito automazione pare ancora lunga.

Marra:

Il tema della sicurezza digitale in ambito industriale va

affrontato di petto, prima che diventi un’emergenza. È indubbio

che la connettività produce aper-

tura in ambienti che tradizional-

mente erano chiusi su se stessi, in

cui la sicurezza è sempre stata con-

cepita come sicurezza fisica per le

macchine e per gli operatori. Oggi

bisogna considerare la sicurezza

fisica e digitale un tutt’uno, quindi

un vendor deve proporre al mer-

cato componenti connessi che in-

tegrano adeguati livelli di sicurezza

digitale; è necessario mettere in

primo piano il tema della cyberse-

curity ‘end to end’ su apparecchia-

ture che oggi interagiscono con

software e sistemi anche esterni alla rete di fabbrica. L’utilizzatore

finale, specie in contesti di matrice molto tradizionale, può non

avere ancora pienamente conoscenza della criticità della sicu-

rezza informatica: questo è un elemento di cultura e formazione

su cui lavorare, soprattutto per instillare in tutti la consapevolezza

che è necessario dotarsi di componenti sicuri, sistemi sicuri e allo

stesso tempo imparare ad avere comportamenti sicuri. Come

ci insegnano recenti attacchi anche di grande portata basati su

modalità in partenza piuttosto semplici, come email con allegati

infetti, il fattore umano è un importante fattore di rischio.

Beccalli:

La diffusione dell’interconnessione ha favorito una sem-

pre più diffusa presa di coscienza non solo dei vantaggi tecnologici

ma anche dei possibili rischi in termini di security legati a accessi

indesiderati e potenzialmente pericolosi alle reti aziendali. Benché

si sia ancora distanti dal poter ritenere il mercato completamente

formato sul tema, sta crescendo l’attenzione dedicata ai rischi pro-

venienti da agenti sia interni (es. operatori, errori, accessi ‘fisici’) che

esterni (es. attacchi via Internet, virus). Le aziende approcciano il

problema in modo diverso, prevedendo misure di sicurezza più o

meno raffinate secondo la reale consapevolezza sul tema e il poten-

ziale di rischio. Sono già invece numerose le iniziative di produttori,

associazioni e organi di stampa volte a far cultura sull’argomento.

A.O.:

Nel 2017 il mercato dell’automazione sta registrando una

crescita veramente importante, che si colloca perfettamente nel pa-

norama generale italiano (export + 3.6%, investimenti equipment +

3%: fonte Prometeia). Dal suo punto di vista questo trend proseguirà

anche nel 2018?

Morganti:

I dati di mercato rilevati nel corso dell’anno da Anie

Automazione permettono di sperare in un proseguimento del

trend sopra descritto anche per il 2018. In particolare, guardando

all’andamento degli ordinativi interni degli ultimi mesi, possiamo

notare un trend verso il ri-equilibramento tra il numero di aziende

che registrano una crescita degli ordini e quello delle aziende

che invece ne notano una stabilizzazione, mentre paiono sempre

meno numerose quelle che vivono una fase di contrazione degli

ordini. Tutto ciò fa sperare che il fermento prodotto sul mercato

dall’introduzione del piano Italia 4.0 possa tradursi in risultati du-

revoli. Tuttavia, in questo senso sarà fondamentale che le leve

finanziarie incentivanti vengano gestite in modo oculato anche

nel corso dei prossimi anni, per consolidare i risultati ottenuti ed

evitare il rischio che l’attuale piano si limiti a una pura occasione

di defiscalizzazione per l’ammodernamento delle linee produt-

tive esistenti, fonte di logiche di mercato ‘drogate’ incapaci di

generare effetti virtuosi a lungo termine.

Marra:

Stiamo assistendo a una crescita che, fortunatamente, si

inserisce anche in un contesto economico generale che sta regi-

strando un andamento più positivo negli ultimi mesi. La spinta

specifica che sta avendo il mercato dell’automazione è sintoma-

tica del valore aggiunto che sta portando l’evoluzione tecnolo-

gica a un settore che storicamente è una punta di diamante nel

nostro Paese. Pensiamo quindi che si possa essere ottimisti.

Beccalli:

Indipendentemente dalle performance della nostra

società, che da un paio di anni sta registrando notevoli livelli di

crescita, stiamo vedendo dei positivi segnali di evoluzione che

potrebbero rendere ottimisti sull’andamento 2018 del mercato

nel suo complesso. In particolare, assistiamo a una crescita della

domanda interna con end user italiani che si rivolgono anche a

OEM tradizionalmente orientati in modo quasi esclusivo verso

l’export. In particolare, cresce l’interesse per le soluzioni legate

a Industry 4.0, per noi raccolte sotto il cappello di e-F@ctory. Le

modalità precise di proroga degli incentivi fiscali saranno dun-

que indubbiamente rilevanti per confermare o compromettere

i buoni risultati raggiunti finora, ma altrettanto rilevante sarà la

diffusione di una adeguata consapevolezza da parte degli opera-

tori relativamente ai vantaggi ottenibili da soluzioni 4.0.

AO

OTTOBRE 2017

AUTOMAZIONE OGGI 401

92

TAVOLA ROTONDA

Antonio Marra,

Schneider Electric