GIUGNO-LUGLIO 2017
AUTOMAZIONE OGGI 399
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TECH BOYS AND GIRLS
AO
arà la familiarità con la ‘nostra’ terra di Sicilia, oppure il feeling che oramai ho stabilito con i giovani ricercatori
italiani, ma l’incontro in videochiamata con la dottoressa Ilenia Tinnirello mi ha riempito di gioia oltre che di
sapere. Mi sono ormai convinta, dopo tante interviste, che le persone ti sorprendono sempre e niente mai è
scontato o ripetitivo, ma mai avrei pensato, all’alba di ogni incontro con i ‘cervelli italiani’, così li ho sopran-
nominati confidenzialmente, che la materia e le loro storie mi avrebbero tanto emozionato e coinvolto.
Ilenia è di Palermo, classe ’76. Si laurea il 18 aprile del 2000 presso la Facoltà di Ingegneria Elettronica di
Palermo e nello stesso anno comincia il dottorato in Ingegneria Elettronica e delle Comunicazioni. A feb-
braio 2004 consegue il titolo. Nello stesso anno però Ilenia si trasferisce in Corea, presso la ‘Seoul National
University’: “Appena terminato il dottorato” mi racconta “avrei dovuto attendere un anno per accedere a un
concorso. Così decisi di concedermi un’esperienza all’estero e di osservare la ricerca fuori dai nostri confini nazionali”.
In quale ambito?
“La tesi del dottorato trattava i meccanismi innovativi di allocazione delle risorse in reti radio. Mi ero occupata di
reti cellulari di prossima generazione. A quei tempi si lavorava su quello che è oggi il sistema LTE, le reti di quarta generazione (le
precedenti sono Tacs - GSM - Umts), cioè un’evoluzione sul lungo termine delle tecnologie di terza generazione. In questi decenni”
mi spiega “c’è stata un’evoluzione ininterrotta dei sistemi, siamo passati dal Tacs, che si utilizzava per le sole telefonate in modalità
analogica, al primo sistema digitale, il GSM, con un servizio primitivo di messaggistica, ai sistemi di terza generazione con i servizi dati
e, poi, al sistema LTE appunto, per accesso radio a larga banda con terminali molto sofisticati (gli smarthphone). Ero curiosa di vedere
laggiù cosa succedeva”.
E come è andata?
“A quei tempi a Seoul il wi-fi aveva uno stato di capillarità imparagonabile a quello europeo. Su 20 milioni di abitanti
erano presenti 10.000 punti wi-fi. E c’erano già punti aperti in ambienti esterni. Mi è apparsa subito una realtà molto interessante. In
tutto la mia esperienza è durata 10 mesi, tanto il tempo che copriva la borsa di studio pagatami dal progetto di ricerca italiano sulle reti
di quarta generazione, su cui stavo continuando a lavorare. Propedeutica fu una video-intervista con il professore che mi ha ospitato in
Corea, che accettò che io facessi ricerca come ospite. Dopo i primi tempi di impaccio, superando le riserve sul fatto che ero una donna in
un ambiente totalmente maschile, molto più che in Italia, mi sono fatta apprezzare, fino a riuscire a tenere anche delle lezioni. A Seoul
c’era concretezza, pragmaticità. I miei colleghi erano progettisti incredibili. La cosa che mancava però era la fantasia, la creatività, una
caratteristica propria di noi italiani, e io sono stata per questo anche un valore aggiunto per il gruppo che mi ospitava”.
Su cosa era incentrata la ricerca lì?
“Proprio sulla tecnologia wi-fi e sulla sue estensioni. Sono state fatte tante versioni al fine di mi-
gliorarne la velocità, la consistenza e l’integrazione con le reti cellulari. In quegli anni non era così scontato, come può apparire oggi”.
E poi?
“Poi sono rientrata, carica di esperienze umane e professionali. Ho fatto il concorso all’Università di Palermo e l’ho vinto. Così sono
diventata ricercatrice. In quel momento, sotto la legge Moratti, le assunzioni erano bloccate, così il mio incarico si concretizzò nel 2005”.
La tua ricerca oggi a Palermo?
“Vorrei parlare soprattutto di due progetti che mi stanno a cuore. Il primo nasce tra il 2011 e il 2013.
Un progetto europeo in cui ho avuto il ruolo di coordinatore tecnico. Abbiamo lavorato all’architettura di nuove tecnologie radio
programmabili, per realizzare delle reti che superano il concetto di standard. Noi siamo abituati a cambiare continuamente apparati di
rete e terminali, per supportare standard in continua evoluzione. In questo progetto abbiamo lavorato a una tecnologia che permet-
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Ilenia Tinnirello
Ilenia Tinnirello ha conseguito la Laurea Facoltà di Ingegneria Elettronica dell’Università di Palermo il 18
aprile del 2000. Ha iniziato il dottorato in Ingegneria Elettronica e delle Comunicazioni quello stesso anno,
sempre a Palermo, conseguendo il titolo nel febbraio 2004. Assistente Professore all’Università di Palermo
da gennaio ad agosto 2015, è Professore Associato presso lo stesso Ateneo da settembre 2015.