AUTOMAZIONE OGGI 395
SOLUZIONI SOFTWARE PER L’INDUSTRIA 97
S
SI
in copertina
La soluzione dbArchitect permette di strutturare il database di
processo in base alle apparecchiature e di autogenerare con
estrema semplicità, seguendo regole standard nel naming, le
tag nel database. Ultima ‘chicca’ è il tool iNotes che consente
di aggiungere dettagli nelle proprietà delle variabili.
Architettura aperta, flessibile e scalabile
Sia che si sviluppi un singolo HMI autonomo sia che si lavori
su un sistema Scada altamente complesso, con più nodi e più
sedi, iFIX offre le funzioni necessarie per contribuire alla rapida
messa a punto di applicazioni di qualunque tipo e dimensioni.
Da sempre iFIX è noto per il suo robustomotore Scada che con-
sentedi creare applicazioni semplici e complesse a supportodel
monitoraggio, del controllo e della visualizzazione di precisione
di ogni aspetto del processo. iFIX dispone di un’architettura
estremamente flessibile e potente, perfettamente compatibile
con applicazioni già esistenti, e assicura, allo stesso tempo, la
scalabilità necessaria per sviluppi futuri in azienda.
È possibile configurare iFIX per operare sia in architettura
stand alone (ad esempio con un PC industriale a bordo mac-
china), sia in architettura distribuita, remotizzando sia la visua-
lizzazione degli I/O, sia le analisi avanzate.
La sua nativa architettura client/server permette di ‘diffondere’
le applicazioni su diverse postazioni e utilizzarle nelle diverse
aree dei propri impianti e con sistemi operativi differenti, sia
che si tratti di postazioni client fisse sia su dispositivomobile.
Si può in alternativa optare per la modalità thin client. La solu-
zione iFIX è basata sui servizi Microsoft Terminal Services e/o
Citrix che possono essere attivi direttamente su Scada o su
postazione dedicata. È possibile gestire gli utenti e le sessioni
terminal service tramite l’iFIX Profile Manager, potente stru-
mento di configurazione e gestione di iFIX.
Naturalmente iFix 5.8 R2, l’annesso Historian e tutti i moduli
di add-on sopra descritti sono già aperti al funzionamento su
architetture consolidate e virtualizzate: la caratteristica inte-
ressante è che possono anche appartenere anche a cloud sia
privati sia ibridi, secondo i requisiti e le scelte dei responsabili
ICT dell’azienda.
Grazie a un ricco set di oltre 500 driver di I/O in costante cre-
scita, la soluzione iFIX consente il collegamento a un ampio
ventaglio di dispositivi hardware, supportato, tramite un
unico server Scada, vari standard di comunicazione, come
quelli seriali, TCP/IP e proprietari. I server OPC, anche già in
versione OPC-UA, e i driver di I/O nativi di cui la soluzione di-
spone, supportano vari strumenti finalizzati al miglioramento
delle prestazioni dei protocolli e alla gestione del backup dei
canali di comunicazione.
Lo Scada pensato per le Utility
Sono diverse le funzionalità di iFIX che lo rendono lo Scada
ideale per un’applicazione complessa e distribuita sul territo-
rio, caratteristiche tipiche dei processi controllati dai sistemi di
telecontrollo tipici di infrastrutture di distribuzione di acqua,
gas, energia e trasporti.
Una di queste, per esempio, è il failover avanzato per la sincro-
nizzazione del database e degli allarmi.
I server Scada iFIX supportano la replica e il failover del data-
base e degli allarmi tra la macchina Scada primaria e quella
di backup (anche in ambienti virtuali e, come abbiamo visto,
in cloud), garantendo un’elevata disponibilità e continuità di
controllo. Viene replicato ogni aspetto del database iFIX, com-
prese l’aggiunta/l’eliminazione delle variabili e lemodifiche in
runtime, nonché la generazione, la conferma e l’archiviazione
degli allarmi. È inoltre possibile duplicare per intero la configu-
razione delle firme elettroniche e gli audit trail, come richiesto
in applicazioni in settori regolamentati.
Il ‘nodo’ della security
L’avvento dell’Industrial Internet (e dell’IIoT, Industrial Inter-
net of Things) pone con forza la sfida della sicurezza: nessun
sistema può essere abbastanza ‘smart’ se non è innanzitutto
sicuro. Le aziende, in altre parole, devono attrezzarsi e met-
tersi nelle condizioni di sfruttare i vantaggi offerti dall’Indu-
strial IoT e dai concetti di Industria 4.0. Come sappiamo, è una
questione sia culturale sia tecnologica.
ServiTecno da oltre 15 anni affronta con professionalità ed
esperienza il tema cyber security industriale, inteso come pro-
tezione da rischi informatici di reti e sistemi di automazione,
controllo e telecontrollo. Questo per aumentare la disponibi-
lità non solo dei sistemi in produzione, ma del macchinario e
dell’impianto stesso.
In primo luogo va compreso che ogni dispositivo, sensore,
server, client di visualizzazione o periferica (anche mobile) è
un potenziale punto di accesso. Soprattutto nelle architetture
non presidiate (tipiche delle vaste reti di distribuzione) non si
può rischiare che un ‘single point of failure’ comprometta la si-
curezza dell’intero sistema: è bene perciò segmentare la rete,
creare compartimenti stagni entro i quali isolare l’attacco o il
problema. Un primo passo potrebbe quindi essere quello di
proteggere l’impianto e l’infrastruttura sistemistica esistente
mediante l’utilizzo di dispositivi da considerare come presidi
di security secondo il modello proposto proprio dallo standard
ISA99/IEC62443 per segmentare la rete in ‘Zone’ e segregare
asset critici (RTU/PLC e server) concedendo la connessione
L’avvento dell’Industrial Internet (e dell’IIoT, Industrial Internet
of Things) pone con forza la sfida della sicurezza