GENNAIO-FEBBRAIO 2017
AUTOMAZIONE OGGI 395
60
italiana, ben 71 vengono assorbiti dalle tasse. Su questa situa-
zione, le aziende hanno ben poche possibilità di agire e proprio
il costo dell’energia è stato considerato uno dei ‘dieci spread
che frenano le imprese’.
Possiamo risparmiare
Non potendo intervenire direttamente sui costi, per essere com-
petitivi contro paesi in cui l’energia consumata per la produzione
ha un’incidenza minore, è necessario creare una contabilità
energetica che permetta di tenere sotto controllo e monitorare
i consumi stessi. Anche per tale ragione si rivela fondamentale
l’impiego di adeguati analizzatori di rete, come gli ECO Power
Meter. È questa la soluzione di Panasonic che consente di moni-
torare e risparmiare energia. Infatti, raccogliendo e registrando
tutti i dati relativi ai consumi elettrici, permette di attuare effi-
caci politiche di contenimento dei consumi energetici: perché
solo la corretta allocazione dei costi è alla base di un’efficace po-
litica di risparmio. Eco Power Meter visualizza direttamente sul
display dell’apparecchio, così come su un computer collegato in
remoto, una serie di grandezze che vanno oltre il semplice con-
teggio orario dei consumi: dalla tensione alle armoniche, pas-
sando attraverso corrente, fattore di potenza e frequenza. Tutte
informazioni che permettono di comprendere anche la qualità e
l’effettivo impiego di questa risorsa, prevenendo così gli sprechi
e intervenendo in modo efficace su situazioni anomale. Situa-
zioni che possono provocare, oltre a un aumento dei consumi,
anche una non corretta allocazione dei costi. Senza dimenticare
che spesso i guasti e i malfunzionamenti delle apparecchiature
elettriche ed elettroniche sono imputabili proprio a problemi
indotti dalla rete di distribuzione.
Una pulizia costosa
Uno degli esempi più evidenti, ma spesso trascurati, degli
enormi sprechi è rappresentato dalla produzione di aria com-
pressa. Basti ricordare, banalmente, che circa il 40% dell’aria
prodotta viene dissipato a causa di fori e trafilamenti nelle
condotte di trasporto, perdite di pressione all’interno dei tubi
e mancanza di manutenzione. Una situazione ulteriormente ag-
gravata dal fatto che, in molti casi, l’uso dell’aria è incontrollato.
Pneumatica
e brushless
a confronto
Simone Recchia
I
l costo dell’energia elettrica rappresenta una delle princi-
pali voci nel capitolo di spesa delle aziende italiane. Del
resto, nel solo 2014, nel nostro Paese sono stati consumati
oltre 310 miliardi di kWh, per un consumo totale di circa
100 miliardi di euro. Il 40% di questa energia è stato as-
sorbito proprio dall’industria che, in qualità di principale consu-
matore nazionale, è particolarmente attenta al risparmio. Anche
perché le azioni virtuose si traducono, automaticamente, in un
maggior margine economico o, comunque, nella possibilità di
essere più competitivi sul mercato, potendosi proporre a clienti
con prezzi inferiori.
Produciamo aria
Scendendo ulteriormente nel dettaglio dell’analisi dei consumi
energetici, emerge come, proprio nel settore industriale, il 74%
dell’energia sia impiegata dai motori elettrici e ben il 13% di
quest’ultima venga assorbita dai compressori d’aria. Questo im-
plica, all’atto pratico, che dei 313 mila GWh impiegati ogni anno
dal mondo produttivo italiano, ben 13.500 vengono utilizzati
dai compressori d’aria. Si tratta, quindi, di una quantità di ener-
gia impressionante, che grava in modo significativo sui budget
aziendali. Un costo economico oltre che ambientale, reso ancor
più penalizzante per l’industria nazionale dal fatto che, nel no-
stro Paese, le imprese medio-piccole pagano l’energia circa il
40% in più rispetto alla media europea. Un costo che, addirit-
tura, risulta doppio rispetto a quello sostenuto dai francesi. Una
situazione dovuta al fatto che, oltre al costo della produzione
sensibilmente maggiore rispetto a quello dei concorrenti eu-
ropei (che ricorrono al nucleare), la tassazione grava in modo
significativo su questo capitolo di spesa. Basti pensare, ad esem-
pio, che dei 192 euro a MWh attualmente pagati da un’azienda
Un esempio concreto di motion
control con servobrushless
in sostituzione alla
movimentazione pneumatica
AO
S P E C I
A L E
Foto tratta da www.pixabay.com