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AUTOMAZIONE OGGI 394

SOLUZIONI SOFTWARE PER L’INDUSTRIA

Il settore della sanità sta accorgendosi sempre di più del valore of-

ferto dalle soluzioni di Big Data, specialmente nella ricerca ‘-omica’

e nell’estrazione dati dalle cartelle cliniche. Tuttavia, gli investimenti

attuali sono focalizzati sulla risposta alle esigenze immediate degli

investitori, che spesso sono settoriali e con benefici incrementali, a

differenza di una riprogettazione organizzativa strategica dell’ap-

proccio ai dati che offre ritorni sull’investimento esponenziali. Gli

operatori del settore, compresi governi, contribuenti, fornitori e con-

sumatori, devono sviluppare strategie di Big Data con obiettivi chiari

permigliorare processi specifici, come il coinvolgimento dei pazienti,

il processo decisionale in ambito clinico, la gestione della salute e del

rischio della popolazione e il miglioramento degli esiti. Ciò è cruciale

per raggiungere la visione futura di un sistema sanitario predittivo e

prescrittivo, incentrato sul paziente.

“A livello globale, il settore della sanità si sta muovendo verso mo-

delli di cura preventivi e basati sul valore, sebbene a diversi livelli

in diversi paesi” afferma Natasha Gulati, analista del gruppo Tran-

sformational Health di

Frost & Sullivan

( www.frost.com )

. “Nei pros-

simi cinque anni, diversi paesi in Europa e nella regione Asia-Pacifico

adotteranno modelli di cura che premiano il personale clinico che

migliora gli esiti a lungo termine nei pazienti, specialmente per le

malattie croniche, piuttosto che il volume delle cure erogate. Que-

sto cambiamento degli indicatori chiave di performance richiederà

una migliore aggregazione, analisi e conformità dei dati ottenuti dal

personale clinico”.

“Il valore dei dati sanitari sta nell’integrare e analizzare in modo si-

gnificativo i dati sanitari strutturati e non strutturati perché siano di

aiuto al personale clinico per sviluppare approcci e soluzioni nuovi

ai problemi del mondo reale” osserva Gulati. “La gestione del cam-

biamento che parte dall’interno, guidato da leader di pensiero e in

collaborazione con i decisori in ambito IT, darà un forte slancio verso

la gestione e l’analisi dei Big Data nei prossimi cinque anni”. In defini-

tiva, l’obiettivo è rendere la sanità più predittiva e prescrittiva attra-

verso informazioni e approfondimenti significativi. I principali ambiti

di applicazione dei Big Data e degli strumenti di analisi saranno: ge-

stione della salute della popolazione, supporto alle decisioni cliniche

e dati del mondo reale. Entro il 2020, si prevede che le entrate globali

del mercato di Big Data e strumenti di analisi in ambito sanitario rag-

giungeranno quota 7,50 miliardi di dollari, con in testa le Americhe,

l’Europa a stretta distanza e l’Asia più lontana al terzo posto.

Big Data

e sanità

in tempo reale

S

SI

GESTIONE DELLA

SALUTE, SUPPORTO

ALLE DECISIONI

CLINICHE E RACCOLTA

DATI DAL MONDO REALE

TRA LE MAGGIORI

OPPORTUNITÀ DEI

PROSSIMI ANNI

A cura di Lù del Frate

Foto tratta da www.pixabay.com

Ambiente hybrid cloud

Secondo uno studio condotto da

IDC

( www.idcitalia.com )

, a livello mondiale, su un campione di oltre 6.000 rispondenti, il 73% delle

aziende avrebbe già adottato una strategia hybrid cloud per l’erogazione di servizi IT. Sette aziende su dieci nel mondo dichiarerebbero

quindi di operare già in un ambiente di cloud ibrido. Ma in che modo? Si è scoperto che tra le aziende ci sono differenti sfumature di

significato nell’utilizzo dell’hybrid cloud e questo evidenzia una sensibile discrepanza a livello aziendale tra il grado di diffusione del

cloud ibrido e il grado di maturità nel suo utilizzo. A tale scopo IDC ha definito quali sono le sei caratteristiche necessarie a un ambiente

hybrid cloud perché possa essere definito come tale: la sottoscrizione a più servizi cloud esterni; l’utilizzo congiunto di servizi cloud

pubblici e asset IT dedicati; un’architettura IT in grado di unire la configurazione, l’approvvigionamento e la gestione delle risorse cloud;

il supporto di workload altamente portabili e del bursting automatico (il passaggio dell’esecuzione di un picco da una private cloud, o

un data center interno, a una public cloud); l’utilizzo di due o più workload in configurazione automatica; la gestione di tutte le risorse

IT con lo stesso service catalog, gli stessi SLA ecc.

Le aziende quindi dovrebbero tendere verso soluzioni di cloud ibrido, integrando cloud pubblico e privato a livello applicativo, di dati

e infrastrutturale, per giungere a un vero e proprio stadio ‘multicloud’, ove servizi e applicazioni cloud interne ed esterne possono

essere configurati e integrati automaticamente con un approccio che potremmo definire best-of-breed.