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NOVEMBRE-DICEMBRE 2016

AUTOMAZIONE OGGI 394

40

AO

ATTUALITÀ

emergenza, evitando di forzare uno stop

produttivo, riducendo così i tempi di

fermo macchina.

Alessandro Figini, esponente di ETG -

Ethercat Technology Group, ha parlato

invece di FSoE - Safety over Ethercat. Il

protocollo Ethercat si è già affermato da

tempo come successore delle tecnolo-

gie bus di campo classiche in una vasta

gamma di applicazioni per macchine o

impianti industriali. Safety over Ethercat è

un protocollo indipendente e aperto che

definisce un livello di comunicazione di

sicurezza fino a SIL3 basato su Ethercat.

L’approccio black channel adottato da

Safety over Ethercat svincola il bus sotto-

stante da qualunque requisito di sicurezza,

consentendo un utilizzo estremamente

flessibile all’interno di singole reti Ether-

cat, ma inmodo particolare in applicazioni

complesse costituite da diversi controllori

interconnessi tra loro, in cui le informazioni

di sicurezza devono essere scambiate cicli-

camente da ciascuna stazione in modo da

informare il modulo precedente e succes-

sivo in merito a una condizione di errore o

da attivare una funzione di sicurezza anche

all’esterno della singola rete.

Luciano Rosa Marin, di Molex ed espo-

nente di Clpa - CC-Link Partner Associa-

tion, ha invece spiegato il funzionamento

e i benefici di CC-Link IE Field Safety.

CC-Link è un bus particolarmente diffuso

in Asia. L’organizzazione che ne supporta

l’adozione, Clpa, offre ai costruttori euro-

pei il know-how che gli consenta di inte-

grarlo nelle proprie macchine destinate

a quei mercati. Come le soluzioni prece-

denti, anche CC-Link IE Field Safety con-

sente di raggiungere un livello SIL 3. La

sua peculiarità è che i device possono es-

sere master e slave nello stesso momento.

Richiede un’architettura di controllo con

doppio processore e consente di colle-

gare fino a 128 stazioni, con 2 canali per

stazione, ciascuno dei quali a 128 bit.

Qualche caso in ambito

sicurezza

Pilz è nota per aver fatto della sicurezza

la vera e propria mission aziendale. Nel

suo intervento Alberto Confalonieri ha il-

lustrato i dettagli di Safetynet p (livelli di

sicurezza raggiungibili sono PL e e SIL 3)

che, a differenza della maggior parte delle

soluzioni precedenti, interviene in maniera

maggiore sul bus Ethernet, andando a mo-

dificarne anche i layer inferiori.

Di Ethernet standard restano i primi

due layer e la possibilità di permettere

l’accesso ai dati di fabbrica per la pia-

nificazione automatica, il controllo e la

diagnostica. Safetynet p è disponibile in

due configurazioni, Rtfn e Rtfl. La prima,

ovvero Real Time Frame Network, con-

sente di ottenere tempi di scansione fino

a 1ms, supporta componenti di rete stan-

dard Ethernet, implementazione di topo-

logie di rete ad albero e indirizzamento

IP o MAC. La seconda, ovvero Real Time

Frame Line, è invece più ‘invasiva’ sul pro-

tocollo, ma permette performance hard

realtime: tempi di scansione fino a 62,5 μs,

Jitter inferiore a 1 μs. Richiede però la to-

pologia di rete lineare. Nel suo intervento

Massimiliano Veronesi, di Yokogawa, ha

invece fatto un excursus nel mondo del

controllo di processo, dove pure la te-

matica è molto sentita. Reti di comunica-

zione Ethernet-based consentono infatti

di abbandonare il tradizionale approccio

del sistema di sicurezza completamente

separato e avere una progressiva integra-

zione tra DCS e sistema ESD (Emergency

Shut Down), senza naturalmente rinun-

ciare alla necessaria segregazione della

componente safety. “L’impiego di bus di

tipo Ethernet come layer fisico con proto-

collo safety certified consente di ottenere

sia un’elevata integrazione tra i sistemi,

sia una comunicazione affidabile e ra-

gionevolmente sicura, ove la probabilità

di scambio scorretto di dati è sufficiente-

mente bassa da poter essere utilizzato in

applicazioni classificate fino a SIL 3”. Esi-

stono diversi modi di integrare il sistema

ESD nella rete, ha spiegato Veronesi. L’in-

tegrazione massima offre maggiori be-

nefici perché richiede meno ingegneria,

un unico HMI, allarmi comuni, comunica-

zione ad alta velocità. La soluzione propo-

sta da Yokogawa è Vnet IP, un protocollo

proprietario sviluppato secondo il princi-

pio del black channel. Alessandro Sardella

di Siemens ha illustrato le caratteristiche

di Profisafe, supportato dal Consorzio

Profibus & Profinet Italia, che consente

di passare dalla completa separazione

tra il mondo dell’automazione e della

sicurezza a realtà sempre più integrate:

condividendo solo il bus, condividendo

bus e controllore, condividendo bus, con-

trollore e periferia con I/O misti. Grazie

alle caratteristiche di Profinet e Profisafe

è possibile sviluppare architetture ad

anello senza utilizzare switch. Sardella

ha poi illustrato un esempio applicativo

concreto di una linea di produzione di

pannolini particolarmente veloce (300

m/s) che richiede soluzioni performanti

e modulari. Grazie a Profisafe è stato pos-

sibile implementare una soluzione con

architettura decentralizzata a elevate

prestazioni. “Grazie al protocollo di co-

municazione Profisafe è stato possibile

connettere tutti i componenti della linea

di produzione trasmettendo comandi e

stati fail-safe fino a SIL 3 o a PL e” ha spie-

gato Sardella. La sicurezza integrata con-

sente di impiegaremeno hardware, meno

cablaggi, avere quadri più piccoli, un’in-

stallazione più veloce grazie a funzioni

già certificate, maggiore flessibilità (faci-

lità di espansione o cambiamenti futuri).

A chiudere la giornata Roberto Motta di

Rockwell Automation che ha illustrato le

caratteristiche del protocollo CIP Safety

(l’estensione del CIP per una comunica-

zione esente da errori) su rete Ethernet/IP

attraverso il caso applicativo di un im-

pianto caseario del gruppo BEL negli Stati

Uniti. Qui è stata portata a termine l’inte-

grazione completa e trasparente su un

unico network delle funzioni di sicurezza,

di automazione e di gestione delle infor-

mazioni. L’applicazione conta 40 control-

lori PAC, di cui 10 di sicurezza livello PLe,

80 servoazionamenti, 170 azionamenti in

CA, 40 pannelli operatore, sistemi di moni-

toraggio e gestione dei consumi elettrici,

Scada e sistema Historian. Il tutto colle-

gato su un’unica rete per tutte le funzioni

relative a safety, automazione, motion,

information e security. Ogni fase della

produzione prevede l’utilizzo di un con-

trollore GuardLogix SIL 3 per gestire sia il

programma standard sia la parte relativa

alla sicurezza di macchina. Tutte le infor-

mazioni di sicurezza vengono trasferite

tramite il protocollo CIP Safety sulla rete

Ethernet/IP. “Con la soluzione Ethernet/IP,

Ethernet resta identica alla rete da ufficio”

spiega Motta.

*

nota:

Franco Canna, organizzatore della gior-

nata di studio Anipla ‘Soluzioni Ethernet-

based per la sicurezza di macchine e

impianti’, CD di Anipla sez. di Milano

Sul sito di automazione-plus sono

disponibili le video-interviste rea-

lizzate dalla Redazione durante la giornata.

http://automazione-plus.it/ethernet-e-sicurez-

za-un-connubio-possibile_86368/