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APRILE 2016

AUTOMAZIONE OGGI 389

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AO

IL PUNTO

opo molto scetticismo, tante parole,

pochi fatti e grandi paure, i robot colla-

borativi sono diventati una realtà con-

creta. In base a quanto visto alla fiera

Automatica di Monaco dello scorso

giugno è evidente come il trend tecno-

logico e di mercato vada nella direzione

della collaborazione spinta e fattiva fra

operatori e robot. Scaricando l’uomo

dalle attività più logoranti e meno grati-

ficanti e traendo vantaggio dalla loro ri-

petitività e accuratezza, i robot saranno

sempre più spesso i nostri nuovi com-

pagni di lavoro. Certo non siamo ancora

abituati a vedere un robot che agisce

nello stesso spazio operativo di un

uomo, senza gabbie protettive, senza

barriere di accesso. La tecnologia offre

ora garanzie diverse rispetto a qualche

tempo fa e le sicurezze multiple di cui

sono dotati i robot odierni sono garanti di un’interazione che solo poco tempo fa

sembrava assolutamente impossibile.

Oggi i racconti di Asimov non appartengono più alla fantascienza: siamo entrati in

una nuova era. La digitalizzazione e conseguentemente la comunicazione fra uomo

e macchina sta modificando le attività e i ruoli. Non spaventiamoci però di fronte a

un arrivo massiccio di robot in varie aree produttive. Più saranno i robot operativi

e più saranno necessari operatori, programmatori, manutentori, ingegneri. Cam-

bieranno le professionalità in gioco, si modificheranno i profili, ma non per questo

diminuiranno i posti di lavoro. La visione negativa della fabbrica buia, fredda, abi-

tata solo da robot, deve essere dimenticata: siamo nell’era della collaborazione, del

lavoro congiunto al fine di mettere in campo le competenze e le abilità migliori che

hanno gli uomini e i robot.

Non c’è interferenza, ma interazione; non c’è predominio, ma cooperazione. D’altra

parte la tecnologia non si ferma, l’evoluzione applicativa proseguirà il suo cammino

e i livelli di sicurezza e l’interoperabilità miglioreranno, ma la strada è, come detto,

segnata e tutto diventerà più naturale.

Ritornando al tema della sicurezza, mi piace sottolineare che ora non solo i piccoli

robot possono essere collaborativi, ma anche quelli cosiddetti di ‘peso’. Basti pen-

sare alla nuova famiglia di robot Comau che rappresenta un salto di qualità e di

quantità nel mondo dei robot collaborativi. Molto interessante la sensoristica, svi-

luppata ad hoc da Comau stessa, per garantire la massima sicurezza operativa. Come

sappiamo il corpo umano è per l’80% costituito da acqua, quindi se un robot è do-

tato di sensori che a fronte del rilevamento di presenza d’acqua arrestano il proprio

funzionamento, siamo certi di dare le massime garanzie ai lavoratori che si trovino a

operare insieme a robot di dimensioni anche ben superiori alle loro.

Si tratta di un altro importante passo avanti nelle applicazioni robotiche e nella ri-

cerca di nuove modalità produttive. Credere nella tecnologia non vuol dire essere

miopi davanti ai problemi, bensì essere convinti che il primo obiettivo di ricercatori

e progettisti sia mettere la tecnologia al servizio dell’uomo… non viceversa.

D

Se la tecnologia è

al servizio dell’uomo…

OTTOBRE 2016

AUTOMAZIONE O GI 3 3

Roberto Maietti

Comitato Tecnico di Automazione Oggi e Fieldbus & Networks

@RobertoMaietti