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MARZO 2016

AUTOMAZIONE OGGI 388

62

gnale analogico: il segnale viene cattu-

rato da un sensore, opportunamente

trasdotto, fornito a un personal compu-

ter come digitalizzato e quindi campio-

nato. Ma a questo punto non abbiamo

ancora un dato strutturato, vale a dire

un metadato, un dato con informazioni

aggiuntive poiché è quest’informazione

che rende più semplice il processing dei

dati stessi, più semplice rintracciarli e

gestirli. Per far questo abbiamo ovvia-

mente dei dispositivi che si chiamano

smart edge device cioè dispositivi di

frontiera intelligenti che riescono a

spostare l’analisi del dato più vicino alla

sorgente di acquisizione in modo tale da

fornire non solo un semplice dato all’IT

ma un metadato più semplice da loca-

lizzazione e tracciare”. Quindi una volta

che i dati vengono catturati dai sistemi

intelligenti devono essere gestiti con ef-

ficacia al fine di utilizzarli per prendere

più rapidamente decisioni. “Jaguar Land

Rover, ad esempio, sta utilizzato DIA-

dem, un tool di gestione dei dati e con

questo è riuscita a ottimizzare l’elabora-

zione dei dati e di tutti i processi produt-

tivi di analisi dei loro prodotti in fase di

sviluppo e di produzione”.

Standard

di comunicazione

in ambito IIoT

Per supportare le nuove funzionalità

delle infrastrutture dedicate all’IIot sia i

progettisti sia gli utenti finali necessitano

di un accesso affidabile, remoto e sicuro

ai dispositivi edge intelligenti. Le tecno-

logie di rete devono quindi evolversi per

soddisfare le esigenze dei sistemi indu-

striali di prossima generazione, innovare

radicalmente il modo in cui si utilizzano

le macchine, le reti elettriche e i sistemi

di trasporto. “Già abbiamo assistito alla

migrazione dell’IoT verso l’Industrial IoT,

i dispositivi industriali già si intercon-

nettono sfruttando l’attuale rete di co-

municazione Ethernet. Ma questa rete

ha un limite: una scarsa compatibilità

e una scarsa performance in termini di

latenza, in quanto l’informazione, come

pacchetto dati, deve passare attraverso

uno switch e non attraverso un mecca-

nismo software che ne decide la priorità.

L’idea innovativa quindi e già in fase di

sviluppo è quella del TSN - Time Sensi-

tive Networking, uno standard di nuova

generazione che si concentra sulla ca-

renza delle reti esistenti garantendo

l’arrivo tempestivo dei dati critici, time-

sensitive sull’infrastruttura di rete stan-

dard”. “Il TSN comprenderà la velocità

Ethernet standard, sarà in grado di dare

la priorità alla comunicazione a bassa

latenza, necessaria per la risposta rapida

del sistema e sicuramente sarà pensato

per applicazioni di controllo remoto e

distribuito”.

Gli ultimi due aspetti

Così come gli antichi pensavano a un

modello geocentrico in cui vedevano la

terra al centro dell’universo e l’astrono-

mia moderna ne ha cambiato il punto di

riferimento allo stesso modo cambierà la

prospettiva di visione legata ai dispositivi

di test. Sviluppando una strategia di test

con la prospettiva dell’architettura centrica

non ci sarà più un sistema di test unico per

ogni singolo device under test ma i sistemi

di test dovranno essere sufficientemente

flessibili e in grado di testare un’ampia

gamma di prodotti e passare rapidamente

da un modello all’altro. L’ingrediente

segreto? Il software. “Il sistema di test si

potrà riconfigurare a seconda del dispo-

sitivo che deve testare” sottolinea Cupini.

“L’ultimo aspetto chiave infine riguarda

la ‘consumerizzazione’ del software. La

parola è un po’ azzardata ma il significato

è preciso: il software ingegneristico deve

fornire un’interfaccia accessibile e com-

prensibile a livello concettuale anche ai

non ingegneri. Fino a qualche tempo fa

c’era l’idea tra gli ingegneri che tanto più

un software era complesso tanto più era

performante e affidabile. È stata l’evolu-

zione tecnologica e dei sistemi operativi,

Microsoft insegna, a dare la possibilità a

tutti, tecnici e non, ingegneri e non, di uti-

lizzare un personal computer. Lo stesso sta

accadendo anche per il software ingegne-

ristico che sta sempre più convergendo

vero software di consumo mantenendo

comunque alta affidabilità e performance.

E anche noi di National seguiamo l’evo-

luzione e cerchiamo di ‘dare un vestito

applicativo al software’. Abbiamo molti

strumenti per molte applicazioni che cer-

cheremo di integrare in vari ambienti di

sviluppo” sottolinea Cupini.

National Instruments

www.ni.com

AO

ATTUALITÀ

Video disponibile su

http://autom-

azione-plus.it/video/nidays-2016/