MARZO 2016
AUTOMAZIONE OGGI 388
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progettazione che facilitino
il compito impegnativo di
stabilire, sviluppare e distri-
buire la tecnologia 5G all’in-
terno di una rete ad accesso
casuale e la realizzazione di
un prototipo ne permette-
rebbe il successo. Per ac-
celerare quindi i tempi di
produzione di un prototipo
funzionante molti ricercatori
hanno adottato un approc-
cio di progettazione, simu-
lazione e applicazione di un algoritmo
a un sistema e a un hardware funzio-
nante. “Sicuramente la prototipazione
è un aspetto critico e la tecnologia 5G
dovrà avere requisiti molto stretti di la-
tenza, di sincronizzazione, di capacità di
comunicazione e di capacità di servizio.
L’idea chiave è quella quindi di fornire
un framework, un’architettura pre-sta-
bilità e pre-implementata per aiutare
gli sviluppatori nel realizzare questo
protocollo”. Ma la sfida non si ferma qui
poiché gli operatori pretendono che
tale innovazione consumi meno ener-
gia rispetto all’infrastrutture esistente.
“La comunicazione mobile rafforzata
quindi dovrà supportare sicuramente
requisiti che riguardano l’efficienza
energetica, i dispositivi hardware do-
vranno utilizzare meno energia elet-
trica dal momento che ne crescerà il
numero. L’efficienza poi è anche legata
alla velocità di trasferimento dei dati e
di come questa velocità viene perce-
pita dall’utente. Una migliore velocità
di trasmissione e la maggiore capacità
necessita di un’ampia disponibilità di
spettro. Una maggiore larghezza di
banda disponibile consente di rag-
giungere una velocità di trasmissione
più elevata, dando la possibilità agli
operatori di telecomunicazioni di acco-
gliere più utenti sulle loro reti. Attual-
mente lo spettro disponibile sotto i 6
GHz è quasi completamente occupato,
pertanto tutti i ricercatore stanno in-
dagando sulla possibilità di sviluppare
reti cellulari funzionanti su bande supe-
riori ai 6 GHz, soprattutto nello spettro
delle onde millimetriche, o mmWave”.
Altri esempi, altre strade si stanno per-
correndo per cercare di trovare degli
standard che possano supportare il 5G
come ad esempio la tecnologia multi
antenna di Samsung, il prototipo Mas-
sive MIMO dell’Università di Lund “che
vede sia in ambito di trasmissione sia di
ricezione un array di antenne in grado
di aumentare la velocità di trasmis-
sione e sfruttare appieno la larghezza di
banda disponibile” o gli studi di Nokia
e delle New York University Wireless
sulle tecnologie delle onde millime-
triche. “Per il 5G National Instruments
offre la possibilità di utilizzare Labview
e Labview Communication pensato
esclusivamente per la prototipazione
di forme d’onda wireless utilizzabile su
varie piattaforme hardware come PXI,
Usrp RIO o personal computer o un’in-
tegrazione di queste tre”.
Big analog data
“Un altro trend interessante è legato ai
Big Analog Data. I Big Data in generale
sono caratterizzati,
in letteratura, da 4
V: volume, varietà,
velocità e valore
associato a un dato.
Ovviamente con
l’aumentare delle
tecnologie di inter-
connessione e di
networking si è ag-
giunta una quinta
V, la visibilità, in
quanto è necessario
rendere il dato visibile tra più piatta-
forme o tra più enti di gestione dati”.
Durante il keynote è stato raccontato
che in 40 anni di vita di National In-
struments i suoi clienti hanno acquisito
oltre 22 Exabyte di dati (un Exabyte si-
gnifica 10 alla 18): una mole spaventosa
di dati. Ma ancora più spaventoso è il
fatto che solo il 5% di questi dati è stato
effettivamente analizzato. Dove sono fi-
niti gli altri? “La differenza tra Big Data e
Big Analog Data è che il dato non è più
un dato comune ma un dato analogico
cioè che proviene da un fenomeno fi-
sico e i fenomeni fisici sono quelli che
forniscono potenzialmente dati analo-
gici infiniti. Il fatto che noi riusciamo a
campionarli con sistemi di acquisizione
ci garantisce che possiamo sfruttare
tecnologie di campionamento di se-