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Eccoli qui di seguito: eterogeneità dei
dispositivi: è necessario sviluppare
un’architettura tale da poter gestire
una comunicazione con elementi dif-
ferenti. Scalabilità: il sistema è dina-
mico, quindi è necessario considerare
unpossibile aumento(odiminuzione)
del numero di dispositivi connessi,
delle dimensioni dell’ID identifica-
tivo, del numero di interconnessioni
e del numero di servizi. Ubiquità dei
dati scambiati attraverso comunica-
zione wireless: l’utilizzo della comu-
nicazione tramite mezzo wireless
permette ai dispositivi intelligenti di
interagire nella rete con altri dispositivi. Ottimizzazione del consumo
di energia: questo punto è dovuto al consumo energetico dei dispo-
sitivi (nodi di rete) e per questo è necessario sviluppare e integrare in
essi sistemi per l’accumulo di energia da fonti presenti nell’ambiente
(energy harvesting). Localizzazione: è possibile localizzare attraverso
un ID i dispositivi collegati alla rete, quindi tracciarne le varie attività
e spostamenti. Gestione automatica dei dispositivi: a causa di un nu-
mero elevato di dispositivi intelligenti, è necessario che essi riescano
a gestirsi in modo automatico, per esempio nel caso di piccoli guasti,
così da rendere minimi gli interventi da parte dell’uomo. Interopera-
bilità semantica: è la capacità dei dispositivi di comunicare tra loro
scambiandosi informazioni utili, filtrando dati incoerenti o poco signi-
ficativi. Sicurezza e privacy: a causa della forte interazione dell’IoT con
il mondo reale è necessario che le comunicazioni siano sicure e che
venga preservata la privacy, in quanto possono essere scambiati dati
sensibili. Infine, ricordiamo che i dati sono la base fondamentale per
fornire supporto alle decisioni, per esempio aziendali e quando si
hanno Gigabyte di informazioni entra in gioco la famosa ‘Business
Intelligence’, oltre alla tradizionale integrazione con sistemi ERP,
CRM e supply chain, già presenti nel processo produttivo aziendale.
Questo tipo di organizzazione, che utilizza le in
formazioni raccolte
attraverso una strategia di business intelligence, risulta decisivo per
incrementare il vantaggio competitivo e la qualità del servizio o del
bene prodotto.
t
* Nota: Comitato tecnico di Automazione Oggi e Fieldbus & Networks
Figura 4 - Esempio di rappresentazione schematica di un sistema m2m
.(36HUYHU([ O·23& VHUYHU VWDQGDUG .(36HUYHU([ q XQD IDPLJOLD GL 23& 6HUYHU FKH IRUQLVFH XQD FRQQHWWLYLWj GLUHWWD WUD FHQWLQDLD GL GLYHUVH PDUFKH GL 3/& GLVSRVLWLYL H VLVWHPL GL DXWRPD]LRQH HG DG XQ DPSLD YDULHWj GL DSSOLFD]LRQL FOLHQW FRPH +0, 6&$'$ +LVWRULDQ 0(6 (53 HG DG XQD LQILQLWj GL DSSOLFD]LRQL VYLOXSSDWH DG KRF .(36HUYHU 23& 8$ 6HUYHU H &OLHQW 8$ OD QXRYD WHFQRORJLD 23& LQ JUDGR GL VXSSRUWDUH XQD YDVWD JDPPD GL VLVWHPL RSHUDWLYL H SLDWWDIRUPH WUDVIHULPHQWR GL LQIRUPD]LRQL DWWUDYHUVR LQWHUQHW LQ PRGR VHPSOLFH H FRQ OD PDVVLPD VLFXUH]]D 'DWD/RJJHU ,O FRPSRQHQWH SOXJLQ GL .(36HUYHU([ SHU FRVWUXLUH IDFLOPHQWH XQ GDWD ORJJHU VX '%DVH 2'%& FRPSDWLELOL FRPH $FFHVV 64/ 0\64/ 2UDFOH HFF &OLHQW$FH /·23& WRRONLW SHU GDUH IDFLOPHQWH FRQQHWWLYLWj FOLHQW 23& DOOH YRVWUH DSSOLFD]LRQL 9% 1(7 R & ::: .(3:$5( &20 ::: ()$ ,7