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MAGGIO 2015

AUTOMAZIONE OGGI 381

148

AO

TUTORIAL

I

l concetto di ‘ambiente intelligente’ si configura,

nei primi anni del 2000, sotto il nome di ‘digita-

lizzazione’, intesa quest’ultima come la distribu-

zione di oggetti digitali all’interno degli ambienti

frequentati dall’uomo, soprattutto in situazioni

‘indoor’. L’ambiente intelligente è una disciplina che

porta l’intelligenza all’internodegli ambienti (interni ed

esterni) rendendoli ‘sensibili’, ovvero capaci di rilevare

le condizioni a contorno dell’individuo. L’ambiente

intelligente si ‘nutre’ dei progressi nei settori della sen-

soristica, delle reti di sensori, del ‘pervasive computing’

e dell’intelligenza artificiale. L’idea alla base dell’AMI-

Ambient Intelligence sostiene che, arricchendounam-

biente di tecnologia, per esempio sensori e dispositivi

interconnessi in rete, un sistema può essere costruito

in modo tale da interagire con le caratteristiche degli

utenti e dell’ambiente circostante e possa essere in

grado di scegliere quali azioni intraprendere, di cui

beneficeranno gli utenti nell’ambiente stesso (fonte

Cook et al., 2009). Si configura così il concettodi ‘Smart

Environment’, di respiropiù ampio, cheCook definisce

come “un piccolomondo in cui tutti i tipi di dispositivi

intelligenti sono continuamente al lavoro per rendere

la vita degli abitanti più confortevole”. Gli stessi autori

definiscono un ambiente intelligente come quell’am-

biente “che è in grado di acquisire e applicare la cono-

scenza delle condizioni ambientali e di adattarsi ai suoi

abitanti, al fine di migliorare la loro esperienza in tale

ambiente”. Si parla quindi di una rete di oggetti e di tecnologie intel-

ligenti, presenti in un ambiente, che possono comunicare tra loro. Si

può pensare non più a una rete limitata a dispositivi come computer,

cellulari, tablet, ma a una rete globale in cui, in qualsiasi momento,

ogni oggettoè connesso indipendentementedal luogo incui si trova.

Il termine ‘Internet of Things’ venne impiegato per la prima volta

come titolo di una presentazione dal direttore esecutivo dell’Auto-

ID Center (gruppo di ricerca americano nel campo della rete Radio

Frequency Identification - Rfid), KevinAshton, tenuta nel 1999 presso

la sede di Procter&Gambel, un complesso industriale di beni di con-

sumo con sede a Cincinnati, negli USA. Questo concetto fondamen-

tale: gli oggetti possono sviluppare contenuti web autonomamente,

senza che la creazione dei contenuti (per esempio di pagine web)

sia mediata dall’intervento umano; si configurano così oggetti che

comunicano e si scambiano dati o informazioni con altri oggetti

utilizzando il web. Nel corso degli anni il termine ha assunto diverse

sfumature, integrandosi anche in altre aree di ricerca quali il mondo

m2m (machine to machine). Per quanto concerne quest’ultimo set-

tore, esso si riferisce principalmente a tecnologie e applicazioni di

telemetria e telematica che utilizzano le reti wireless. È inizialmente

nato come identificazionedella comunicazione tra oggetti attraverso

reti locali adhoc, senzadover passareda connessioni Internet. Oggi la

m2m è in continua evoluzione e mutazione; le soluzioni applicative

coinvolgononumerosi ambiti dell’industria edei servizi. Ilmercatoè a

oggi molto florido e si basa sulla possibilità di offrire ai propri clienti la

capacità di connettere e gestiremacchine e/omacchinari da remoto.

Stefano Maggi *

Lo sviluppo delle potenzialità dell’Internet of Things permette la

comunicazione intelligente fra un numero crescente di macchine e apparati

e il mondo web, rendendo gli ‘ambienti’ sempre più ‘smart’

Così l’ambiente

diventa intelligente

Fonte: www.briansolis.com