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APRILE 2015

AUTOMAZIONE OGGI 380

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della risoluzione del rapporto di lavoro in caso di licenziamento. Un requisito imprescindibile

perché il licenziamento del dirigente possa ritenersi legittimo è quello della ‘giustificatezza’,

cioè l’assenza di arbitrarietà. Tale nozione è più estesa del concetto di giusta causa o di giusti-

ficato motivo: il criterio su cui parametrare la validità di queste ragioni è data dal rispetto da

partedel datoredi lavorodei principi di correttezza ebuona fedenell’esecuzionedel contratto

e del divieto di licenziamento discriminatorio.

Sul concetto di giustificatezza si sono avuti diversi orientamenti interpretativi: il più aderente

alla normativa collettiva, (exmultis, Cass. Civ. 2003 n. 322, Cass. Civ. 2007 n. 2266) prevede che

si possa ritenere ammissibile il licenziamentodel dirigentenel caso in cui ragioni organizzative

implichino la soppressione della posizione ricoperta o in caso di mancato raggiungimento

degli obiettivi aziendali. Il licenziamento è altresì ammissibile nell’ipotesi di mancanze del di-

rigente o di una sua inadeguatezza rispetto alle aspettative aziendali o qualora il suo compor-

tamento si discosti dalle direttive impartite dal datore di lavoro.

Al di fuori di questi casi, il licenziamento del dirigente può ritenersi illegittimo tutte le volte

in cui sia fondato su motivi pretestuosi o discriminatori, ovvero abbia il solo fine di liberarsi

della figura del dirigente. Nell’ipotesi in cui il dirigente impugni il suo licenziamento, l’onere di

provare la suagiustificatezza incombe sul datoredi lavoro, che tra l’altro, deve indicare imotivi

del licenziamento già nella lettera di recesso. Secondo una recente pronuncia del Tribunale di

Milano del luglio 2013 n. 2797 il dirigente deve impugnare il licenziamento entro il termine di

sessanta giorni dalla sua comunicazione come tutti gli altri lavoratori subordinati.

Se non vuole poi decadere dal far valere le proprie ragioni dovrà altresì depositare il ricorsonei

successivi centottanta giorni.

In caso di licenziamento spetta al dirigente un’indennità da quantificarsi nellamisura prevista

dal CCNL applicabile.

ggi vorrei approfondire un argomento

di grande attualità: il licenziamento del

dirigente. Per quanto riguarda i termini

dell’impugnazione l’ordinamento giuridico

appresta in favore dei dirigenti d’azienda

una disciplina identica rispetto agli altri di-

pendenti. Risultano invece essere differenti i

presupposti e le ragioni poste alla base della

risoluzione del rapporto di lavoro. Tale diver-

sità è insita nel rapporto che lega il datore di

lavoro e il proprio dirigente. Essa risiede pro-

prio nella particolare fiducia e nella diretta

incidenza dell’attività del dirigente all’attività

di gestione aziendale. Risulta pertanto com-

pletamente diversificata anche la disciplina

O

Risponde alla nostra rubrica l’Avv. Cristiano Cominotto di Milano specializzato nelle pro-

blematiche legali in campo elettronico, informatico e dei sistemi di produzione. Chiunque

desiderasse proporre o approfondire argomenti legali su queste pagine può telefonare al

n. 02/5450823 o scrivere a:

ao-fen@fieramilanomedia.it

AVVOCATO

Avv. Cristiano Cominotto Avv. Raffaele Moretti

AO

Licenziamento: il dirigente

ha gli stessi termini

temporali del lavoratore

per impugnarlo