MACHINE AUTOMATION 2014
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TAVOLA ROTONDA
per la specifica applicazione; questo si fa con molti materiali, che,
miscelati con opportuni additivi, possono mostrare proprietà più
adatte allo specifico uso. Quanto alle molecole da usare per le mi-
scele, spesso possono essere a loro volta biodegradabili, quindi non
alterare la caratteristica prima che fa scegliere il PLA.
Che tipo di problematiche insorgono su una linea di imballag-
gio con l’utilizzo di tali nuovi materiali?
PaolaBranduardi:
Oggi il 70%del PLAprodotto è utilizzato nel set-
tore dell’imballaggio: come detto in precedenza i vari tipi di miscele
possono dare origine a materiali dalle ca-
ratteristiche diverse. Quelli principalmente
usati per imballi di alimenti, ad esempio,
vedono l’impiego di una miscela che risulta
in film trasparenti, con un’idonea permea-
bilità all’umidità (miglior barriera rispetto a
polimeri a base amidacea), ma non molto
resistenti alle elevate temperature.
Di conseguenza vengono utilizzati per il
confezionamento di prodotti alimentari
freddi o freschi. Ancora problematico l’uti-
lizzoper succhi o latte, ma nonper acqua na-
turale così come per grassi e oli. Interessante
anche la resistenza del PLA agli alcoli, cosa
che lo rende adatto all’imballaggio dei pro-
fumi. È da mettere in luce nuovamente che
il PLA, se non adeguatamente miscelato, risulta abbastanza fragile,
cosa che può costituire un problema ad esempio nell’imballaggio di
sostanze anche limitatamente irritanti, quali detersivi e detergenti.
Ci sono dei vantaggi nell’utilizzo di questo nuovo materiale a
livello di tecnica di confezionamento?
Paola Branduardi:
Le caratteristiche reologiche dei PLA li rendono
adatti ai processi di estrusione, film blowing e spinning (filatura)
per la produzione di fibre. Il PLA è particolarmente interessante per
l’applicazione nel settore filmper la sua rigidezza, trasparenza e bril-
lantezza paragonabili a quelle del PET e del PS. I film presentano
ottima saldabilità con diverse tecniche (a caldo, con ultrasuoni, con
RF). Per la stampa flexo e roto si possono usare inchiostri e adesivi
tradizionali. I filmhanno un eccellente comportamento alla torsione
e alla piega permanente, simili a quelle della carta.
Occorronoparticolari accorgimenti per poter utilizzare il nuovo
materiale al meglio nel confezionamento rispetto ai materiali
convenzionali?
Paola Branduardi:
Qui davvero la nostra esperienza non è ancora
sufficientemente adeguata, ma per quanto abbiamo visto finora è
possibile lavorare sulle miscelazioni per rispondere alle problema-
tiche quando si pongono. Ovviamente questo non esclude che in
futuro, se i biomateriali dovessero avere esigenze tecniche comuni,
non si possano sviluppare processi di confezionamento nuovi.
Quali benefici porta l’uso di questomateriale in termini di sicu-
rezza? Per il cliente finale? Per il produttore?
Paola Branduardi:
Una delle componenti maggiormente inqui-
nanti che può essere rilasciata dalle plastiche petrolchimiche è l’a-
cetaldeide, praticamente assente nel PLA. Questo è sicuramente un
vantaggio per il consumatore.
I clienti dimostranodi apprezzare la nuova soluzione? Per quali
caratteristiche principalmente?
Paola Branduardi:
Per la nostra esperienza, seppur limitata, sì, per
l’ecosostenibilità. Non dimentichiamo che i biopolimeri recano van-
taggi anche dal punto di vista economico nella gestione dei rifiuti.
Il vantaggio pratico e quotidiano degli imballaggi prodotti con bio-
polimeri è che possono essere compostati insieme ai residui alimen-
tari, eliminando quindi i costi di separazione.
Quali nuovi materiali state utilizzando, e se ne utilizzate quali
problemi vi hannodato sulla linea equali
cambiamenti/innovazioni hanno impli-
cato?
Manuele Lelli:
Non abbiamo materiali o
soluzioni di confezionamento talmente
innovativi da causare particolari problemi
o richiedere speciali attenzioni essendo
il nostro business di tipo tradizionale. La
nostra attenzione è volta alle componenti
della macchine in modo che sia evidente
e rapido individuare non conformità deri-
vanti dall’uso. Un esempio tipico è la map-
patura della bulloneria al fine di classificare
le diverse tipologie di utilizzo; implementare
sistemi visual per identificare eventuali ano-
malie; sostituire viti, dadi o rondelle impro-
priamente utilizzati in funzione dell’impiego specifico (vibrazioni,
carichi, materiali ecc). Lo stesso principio è applicabile alla pneuma-
tica, alle trasmissioni e alle componenti elettriche.
Qual è, in una confezionatrice, la parte di automazione che
viene richiestamaggiormente dal cliente?
Ambrogio Goglio:
PLC e motion e poi come feature, oltre a quelle
tradizionali date per scontate, si registra la sempre più frequente
richiesta del controllo del processo effettuato sulla confeziona-
trice\condizionatrice con sensori (es. pressione barre di saldatura),
telecamere, funzioni di integrazione industriale della macchina,
connessioni con sistemi informatici del cliente sia per gestire au-
tomaticamente ordine di produzione sulla macchina (caricamento
ricette, marcatura ecc.) sia per restituire dati di efficienza e qualità al
sistema centrale di monitoraggio della produzione.
Cosa chiedete ai vostri fornitori di impianto?
Manuele Lelli:
Abbiamo partner che ci aiutano a sviluppare mac-
chine nel pieno rispetto della normativa vigente. Progettiamo in-
sieme macchine che sono facili da pulire, ispezionare e lubrificare,
sono semplici da settare e consentono cambi formato in tempi infe-
riori ai 10minuti. Tutto questo è possibile grazie alla partecipazione
di ogni dipartimento e livello del personale di stabilimento, allame-
todica ri-applicazione di tutti i miglioramenti effettuati e al costante
focus rivolto all’eccellenza.
Come sono gestite lemodifiche di impianto?
Manuele Lelli:
Curatori di sistema della specifica sezione (opera-
tori); RSPP e safety process engineer; tecnici specializzati per compe-
tenza e in più l’engineering a seconda della complessità; eventuali
consulenze specializzate quando il know-how non è all’interno
dell’azienda.
Paola Branduardi, Galatea Bio Tech