Bacnet: uno standard per la building automation
Automazione Oggi ha intervistato Salvatore Cataldi, in rappresentanza dell'associazione Bacnet Italia, promotrice nel nostro Paese dello standard Bacnet per l'automazione degli edifici
Smart city, smart building, smart energy: sono concetti di cui sentiamo sempre più parlare. Ma per poter realmente realizzare città intelligenti, in cui edifici intelligenti consumino energia in modo intelligente non è possibile se gli impianti tecnologici di cui gli edifici sono dotati non sono in grado di ‘parlarsi’ e scambiare dati relativi al reciproco funzionamento e status. Ecco dunque il sempre maggiore interesse per la building automation, termine che vuole comprendere l’intero variegato mondo delle soluzioni di cui un edificio è oggi provvisto, dal condizionamento/ventilazione alla videosorveglianza, dalla rilevazione incendi al controllo accessi, dall’illuminazione all’antintrusione ecc. Perché tutti questi impianti tecnologici, ciascuno dotato di una propria tecnologia, possano colloquiare fra loro, occorre adottare un linguaggio comune: questo vuole essere Bacnet.
Marchio detenuto da Ashrae (American Society of Heating, Refrigerating and Air-Conditioning Engineers), riconosciuto come standard ISO 16484-5 e promosso in Europa da Big-EU (BACnet Interest Group Europe), associazione che comprende oggi oltre 200 soci, produttori e fornitori di dispositivi conformi, Bacnet è oggi uno degli standard più diffusi nel mondo della building automation.
Scopo del Gruppo Europeo è, fra gli altri, diffondere la conoscenza dello standard mostrandone vantaggi e modello applicativo, fornendo a system integrator, installatori e produttori di soluzioni e dispositivi tutte le informazioni necessarie a operare conformemente allo standard. Proprio in quest’ottica si inseriscono gli incontri denominati Bacnet Academy, in occasione dei quali abbiamo intervistato Salvatore Cataldi di Esac, membro e rappresentante di Big-EU, fra i principali sostenitori e divulgatori in Italia dello standard Bacnet.
L’articolo completo sarà disponibile sul prossimo numero di Fieldbus&Networks.
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