Ma dobbiamo parlare di Terza o Quarta Rivoluzione Industriale?

Terza, Quarta o..: la rivoluzione industriale secondo alcuni è già iniziata, secondo altri non ancora. Ecco per esempio cosa ne pensano Klaus Schwab e Jeremy Rifkin

Pubblicato il 12 luglio 2016

Quella che stiamo vivendo è la Terza o la Quarta Rivoluzione Industriale? Questioni di lana caprina, qualcuno potrà dire: nella vita pratica dei singoli e nella realtà sociale ed economica quello che conta non è la classificazione del fenomeno quanto piuttosto la conoscenza delle sue effettive dinamiche e dei suoi impatti su tutto il resto. È senz’altro vero. Ma è anche evidente che il modo col quale valutiamo una situazione condiziona i modi e i tempi coi quali si interviene (o non si interviene).

Ora, quasi tutti, sulla scia degli studi pubblicati nel dicembre scorso dall’economista tedesco Klaus Schwab, l’ideatore e animatore del Forum Economico di Davos, che ogni anno a gennaio raduna i leader dell’economia mondiale, i capi di stato, gli intellettuali e le ONG, assumono il modello ‘quarta rivoluzione’, secondo il quale la Prima Rivoluzione Industriale è quella settecentesca, legata all’introduzione della macchina a vapore; la Seconda è quella innescata nel secolo successivo, dominata dall’elettricità e giunta agli albori dell’era elettronica, dopo aver avviato i processi di produzione di massa. Poi è arrivata la Terza Rivoluzione Industriale, con la digitalizzazione delle tecnologie, la Lean Manufacturing e la fabbrica automatica integrata.
Secondo Schwab, sulle fondamenta della Terza ora si sarebbe già nel pieno della Quarta Rivoluzione Industriale, caratterizzata dai Cyber Physical Systems cioè dall’intreccio stretto di nuove tecnologie che integrano e fanno dialogare le sfere fisiche, digitali e biologiche. A rafforzare la classificazione proposta da Schwab ha certamente contribuito l’iniziativa tedesca che nel 2011 ha lanciato il programma Industrie 4.0, codificando il numero 4 come simbolo della fase industriale in atto.

Qualcuno però dissente e non è uno qualsiasi. È Jeremy Rifkin, uno dei più acuti e riconosciuti analizzatori degli scenari socio-economici, tecnologici e produttivi; autore di fortunati best seller, a partire da quel Entropy che a fine anni ‘70 delineava le nuove prospettive dell’energia.
Rifkin ritiene che la fase della digitalizzazione, la Terza, sia appena iniziata e debba ancora mostrare pienamente tutte le sue implicazioni e le sue potenzialità. Quelle ‘novità’ che caratterizzerebbero la quarta rivoluzione, cioè l’interconnessione tra i diversi domini e la creazione di reti di ogni tipo, sono in verità già in atto da qualche decennio e devono ancora alimentare le tappe che porteranno alla completa trasformazione dello scenario produttivo. Dopo si potrà parlare di Quarta Rivoluzione, anche se al momento non si può ancora dire quale volto assumerà.

Si può tuttavia iniziare a delinearne i contorni osservando meglio quello che sta accadendo oggi, cioè guardando meglio dove si sta dirigendo la Terza Rivoluzione. Rifkin propone (lo aveva fatto esplicitamente poco prima del Forum di Davos su The Huffington Post) “un modo migliore di interpretare la nostra era” e invita a puntare l’obiettivo sulla convergenza di tre ambiti: la comunicazione, l’energia e i trasporti; tutti e tre sono soggetti al processo di digitalizzazione e insieme stanno dando vita a un supersistema nel quale confluiscono l’Internet della Comunicazione digitalizzata, l’Internet dell’Energia e l’Internet dei Trasporti e della Logistica.
Governare e armonizzare questi processi convergenti, adottando anche i nuovi modi di fare impresa, più collaborativi e reticolari, sarà il modo per portare a maturazione la Rivoluzione Industriale attuale; aprendo la strada alla successiva che, secondo Rifkin “non si verificherà in modo brusco ma avverrà, invece, nell’arco di trenta o quarant’anni”.

Nel frattempo, se consideriamo la realtà di tante imprese nostrane, non solo PMI, potremmo avere un attimo di sconforto vedendo che in molti casi la Terza Rivoluzione non è ancora decollata.

Periscopio

il blog di Mario Gargantini

Periscopio è un blog pensato per chi vuole guardare oltre i confini tradizionali della propria disciplina. Nel complesso scenario attuale le interconnessioni assumono un ruolo sempre più importante e spesso risultano decisive nel favorire e promuovere lo sviluppo di singoli settori. Questo blog si propone di segnalare o rilanciare notizie, esempi, situazioni relative a mondi diversi da quello dell’automazione che è interessante esplorare e con i quali i protagonisti dell’automazione possono e dovrebbero utilmente interagire. L’autore punterà l’obiettivo sia sulle fasi a monte che su quelle a valle dei sistemi di controllo alla ricerca sia di idee per soluzioni innovative che di nuovi ambiti applicativi.

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