Come liberare l’innovazione nell’automazione industriale
Nel corso degli anni sono state davvero poche nel campo dell’automazione industriale le innovazioni che potremmo definire ‘dirompenti’, ossia tali da cambiare effettivamente la produzione industriale.
Fino a ieri potevamo pensare alle seguenti:
- comando pneumatico PID, controllo digitale
- controllo numerico
- Distributed Control System (DCS)
- Programmable Logic Controller (PLC)
- HMI / Storici / MES
- reti fieldbus (cioè Modbus, Profibus, Devicenet)
Durante ogni cambio di tecnologia emerge sempre una certa resistenza da parte dei fornitori tradizionali nell’adottare le nuove tecnologie, soprattutto per l’incapacità di gestire il cambiamento.
Oggi le tecnologie dirompenti sono davvero tante e ognuna di esse cambierà il mondo dei processi industriali, allo stesso tempo però si porta dietro tantissimi ostacoli e barriere di ingresso che vanno appianate.
La principale tecnologia di cui vogliamo parlare è in realtà una famiglia di tecnologie che va sotto il nome di IoT (Internet of Things). Le disquisizioni circa l’impatto dell’Internet delle Cose sull’automazione industriale si stanno indubbiamente intensificando, accompagnate da un vasto panorama di sviluppi tecnologici, più veloci del dibattito stesso.
Questi sviluppi riguardano processori ad alte prestazioni, sensori a basso costo robusti, software di analisi, sistemi di visione, cloud computing. Se si guarda al passato, ci vorrà del tempo per permettere ai fornitori di automazione industriale tradizionali di integrare queste tecnologie nei loro prodotti.
Una prima perplessità da vincere è legata alla affidabilità delle tecnologie sul lungo termine. Ormai però il mercato tecnologico si può considerare maturo, anche con la discesa in campo di grossi produttori di componentistica.
Oggi il vero freno è legato alla paura dei fornitori di sistemi tradizionali di una riduzione dei volumi e dei profitti delle vendite degli attuali sistemi a catalogo. Il mondo dell’IoT nell’industria non può che rivoluzionare concetti come quelli di Scada e sistemi di controllo, HMI e altro ancora, per cui diventa sicuramente necessario un radicale cambiamento dell’offerta con la nascita di nuovi attori sul mercato, che non provengono dal mondo dell’automazione tradizionale. Sarà un mercato sicuramente più variegato, dove i soggetti interessati avranno complessità e competenze diverse e dove il rischio sarà l”effetto Kodak’. Tutti ricorderanno che Kodak inventò la fotografia digitale, ma non la cavalcò per non perdere il core business sulle pellicole. Questo aprì il mondo a nuovi soggetti nel mondo della fotografia non tradizionale e nello stesso tempo decretò la crisi della società stessa.
Oggi la sperimentazione in questi settori è fatta sempre di più da aziende non appartenenti al mondo dell’automazione tradizionale, quali SAP, Microsoft ecc., e da start-up, ma è sempre più necessaria una discesa in campo dei fornitori dell’automazione non con soluzioni palliative, ma con vere e proprie innovazioni.
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