Tre nuovi accordi di cooperazione industriale tra Fiat e Tata

Pubblicato il 26 luglio 2006

Le autovetture Fiat e Tata saranno prodotte nello stesso stabilimento di Ranjangaon (Maharastra). Fiat introdurrà, tra gli altri, per il segmento B la Grande Punto e per il segmento C la nuova auto tre volumi (D200).

Saranno inoltre prodotti in un altro stabilimento i motori diesel di piccola cilindrata. Gli stabilimenti, entrambi a Ranjangaon, a regime, produrranno più di 100,000 autovetture e 250,000 motori e cambi.

Fiat e Tata hanno anche annunciato di avere raggiunto un accordo per avviare uno studio di fattibilità della durata di 60 giorni per valutare una possibile cooperazione industriale e commerciale in America Latina. Lo studio sarà focalizzato su diversi veicoli, in particolare suv e pick-up da produrre nello stabilimento Fiat di Cordoba in Argentina. I veicoli, con i marchi Fiat e Tata, saranno destinati all’America Latina e all’esportazione.

In attesa della finalizzazione degli accordi, la firma della lettera di intenti e lo studio per la cooperazione in America Latina riflettono un crescente impegno dei due Gruppi per collaborare valorizzando i rispettivi punti di forza per affrontare i mercati congiuntamente attraverso un portafoglio prodotti complementare e scambi di tecnologia.

Sergio Marchionne, amministratore delegato del Gruppo Fiat, ha dichiarato: “Come abbiamo detto alla firma dell’accordo di distribuzione in India, nello scorso gennaio, questa è una alleanza strategica tra i Gruppi Fiat e Tata che procede attraverso la valorizzazione dei rispettivi punti di forza e la continua ricerca di nuove opportunità da sfruttare congiuntamente, non solo in India ma su scala
globale.”

Ratan Tata, presidente del Gruppo Tata e di Tata Motors ha dichiarato: “Questo è l’inizio di una relazione a lungo termine e ad ampio spettro tra il Gruppo Fiat e Tata Motors. Entrambe le società hanno forze complementari, obiettivi convergenti e valori condivisi. Insieme possiamo operare significativamente sui mercati indiano e di altri Paesi, combinando tecnologie, prodotti e capacità umane di entrambe le organizzazioni.”