Ordini di macchine utensili: nel quarto trimestre crescono del 7,4%
Alberto Tacchella: le imprese stanno facendo e hanno fatto la loro parte. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Noi imprenditori auspichiamo che questo modo di agire possa essere di esempio anche per la classe politica del paese affinché, con senso di responsabilità, ripristini al più presto l’operatività necessaria per il governo di un paese moderno e industrializzato quale è l’Italia.
Nel quarto trimestre 2007, l’indice degli ordini di macchine utensili, elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-Sistemi per Produrre, ha registrato un incremento del 7,4% rispetto allo stesso periodo del 2006, attestandosi a un valore assoluto pari a 111,2 (base 2000=100).
Sul fronte estero, gli ordini raccolti dai costruttori italiani registrano un incremento del 5,1%, per un valore assoluto dell’indice pari a 127,7.
A livello complessivo, nel 2007, l’indice totale degli ordini ha registrato un incremento del 17,1% rispetto al 2006, in virtù sia del positivo riscontro del mercato domestico (+19,4%), sia di quello straniero (+15,8%).
Secondo Alberto Tacchella, presidente Ucimu-Sistemi per Produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione: “sebbene l’indice complessivo degli ordini raccolti dai costruttori italiani nel 2007 così come quello relativo al solo quarto trimestre siano testimonianza del positivo stato dell’industria italiana di settore, si riscontra una leggera decelerazione nella crescita della domanda da parte degli utilizzatori stranieri, prima di tutto da parte di quelli americani”.
“Secondo i dati di commercio estero ultimi disponibili, infatti, nel periodo gennaio-settembre 2007, le esportazioni italiane di macchine utensili in Usa sono diminuite del 5,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Credo – ha continuato Tacchella – che si tratti di una prima avvisaglia del rallentamento dell’economia americana il cui andamento, per tutto il 2008 anno di elezioni presidenziali, non potrà che essere incerto. Questa situazione, così come lo sfavorevole cambio euro dollaro ormai privo di ogni controllo, rendono e renderanno sempre più difficoltosa la nostra attività di export verso una delle tradizionali aree di sbocco della nostra offerta”.
“Anche in ragione di ciò – ha affermato Alberto Tacchella – agli organi di governo chiediamo la sostituzione del provvedimento degli ammortamenti leggeri, con quello degli ammortamenti liberi per i beni di investimento, unico meccanismo in grado di sostenere realmente i consumi, non soltanto i consumi di beni strumentali, senza gravare particolarmente sulle casse dello stato. Tale misura, infatti, sposta soltanto le entrate fiscali e, di contro, offre maggiore libertà di azione su tutti i mercati alle imprese del settore con ricadute positive sull’intera filiera produttiva”.
“D’altro canto – ha aggiunto Tacchella – le autorità di governo dovrebbero in tutti i modi sostenere con misure e provvedimenti concreti la domanda di beni di investimento la cui incidenza sul PIL del paese potrebbe diventare sempre più determinate anche alla luce del paventato rallentamento della spesa per beni di consumo previsto per l’anno in corso. Le imprese stanno facendo e hanno fatto la loro parte. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ora – ha concluso Tacchella – noi imprenditori auspichiamo che questo modo di agire possa essere di esempio anche per la classe politica del paese affinché, con senso di responsabilità, ripristini al più presto l’operatività necessaria per il governo di un paese moderno e industrializzato quale è l’Italia”.
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