L’impatto dell’emergenza Covid-19 sul mercato delle macchine utensili e degli utensili industriali
Enorme sofferenza per il mercato italiano della meccanica anche motivo della crisi sanitaria in atto: Ascomut Confcommercio, l’associazione che rappresenta importatori, filiali di case estere, distributori nazionali di macchine utensili, utensileria, strumenti di misura e tecnologia per l’industria, ha diffuso i dati del proprio Osservatorio Congiunturale relativi al primo trimestre 2020.
L’Osservatorio Ascomut è uno strumento di analisi basato su un’indagine continuativa, svolta a cadenza trimestrale, effettuata su due campioni statisticamente rappresentativi di imprese che utilizzano (industria meccanica, costruzione stampi, lavorazione metalli) o che distribuiscono macchine utensili a controllo numerico per l’asportazione del truciolo e di utensili industriali.
Il Report aggiornato al 30 Aprile 2020 contiene al proprio interno l’analisi del sentiment delle imprese rispetto a quanto accaduto a causa dello scoppio dell’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del Covid-19.
L’osservatorio analizza l’impatto della crisi sulle principali determinanti dell’economia del territorio: dall’andamento economico delle imprese al fabbisogno finanziario delle stesse, passando per gli investimenti effettuati e quelli ai quali le imprese dovranno rinunciare a causa della crisi.
Aziende della domanda (utilizzatori di macchine utensili)
L’emergenza sanitaria del Covid-19 ha determinato un crollo del clima di fiducia delle imprese della domanda: l’indicatore ha subìto una contrazione pari al -22,2 rispetto al trimestre precedente. Anche l’indicatore dell’andamento delle imprese è crollato di 32,3 punti rispetto a dicembre 2019. La risalita sarà lenta e difficoltosa e per le imprese sarà difficile contenere lo shock economico subìto. L’indicatore relativo al fatturato crolla di 27,9 punti, le imprese scontano il prezzo dell’interruzione delle proprie attività. La situazione sembra destinata a rimanere stabile nei prossimi mesi se non a peggiorare ulteriormente. L’interruzione della produzione, la chiusura delle fabbriche e il calo della domanda ha comportato una diminuzione molto forte degli ordini. L’indicatore ha subìto una contrazione pari al -28,5 rispetto a dicembre 2019. Oltre sei imprese su dieci hanno ridotto la propria capacità produttiva: molte imprese hanno fornito esclusivamente le aziende dei settori «essenziali» non lavorando per la loro totale capacità produttiva. Coerentemente a quanto osservato per il calo degli ordini, ben il 73% delle imprese ritiene che la propria capacità produttiva sarà in diminuzione da qui a giugno. A causa dell’esplosione della pandemia anche i tempi di consegna dei materiali hanno subìto enormi ritardi; le imprese hanno dato fondo alle proprie scorte per continuare a produrre gli ordini già acquisiti prima del Covid-19. Gli effetti drammatici del crollo delle attività produttive sono stati mitigati dal ricorso agli ammortizzatori sociali.
Aziende della distribuzione (vendita di macchine utensili)
Anche le imprese della distribuzione sono state duramente colpite dall’epidemia da Covid-19, l’indicatore della fiducia ha subito una contrazione pari a -26,2 punti rispetto al periodo precedente. Il tracollo dell’indicatore dell’andamento dell’impresa riflette il difficilissimo periodo vissuto dalle imprese della distribuzione, costrette al lockdown forzato e vittime del crollo degli ordini dovuti al blocco delle attività produttive: l’indicatore è sceso di 34,6 punti e non si prevede un miglioramento per il prossimo periodo. Drammatica la situazione anche dal punto di vista del fabbisogno finanziario che si è determinata sempre a seguito del crollo degli ordini. L’indicatore scende di -34,9 punti e l’outlook per il prossimo trimestre è ancora più negativo.
Le imprese hanno bisogno subito di liquidità o faticheranno a tornare alla normalità. A partire dai mesi estivi le imprese provate dal lungo lockdown, dal calo di fatturato e dal bisogno di liquidità si troveranno a vivere il periodo peggiore dallo scoppio della crisi. Il 27% delle imprese ha chiesto un fido o un finanziamento nel corso degli ultimi mesi. Il 45,4% delle imprese è ancora in attesa di conoscere l’esito della propria domanda di credito. L’emergenza sanitaria ha colpito le imprese anche con riferimento ai prezzi (le imprese hanno dovuto abbassarli) e ai tempi di consegna (dilatati a causa del Covid-19).
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