Veicoli elettrici e sviluppo sostenibile

Queste le priorità da affrontare per non relegare l’italia a essere fanalino di coda nell’innovazione e nello sviluppo sostenibile

Pubblicato il 4 giugno 2012

“È una delle risposte più efficienti per uno sviluppo economico e sociale ecosostenibile. La storia, si sa che ha un lieto fine, ma la concretizzazione del racconto della mobilità elettrica nelle città è destinata a rimanere ancora nel limbo della scarsa conoscenza e, probabilmente, anche della diffidenza che accompagna da sempre ogni progetto pionieristico, soprattutto nel nostro Paese”.

Mauro Rossato, presidente di Vega Engineering, società tra le prime in Italia a occuparsi della progettazione di impianti per la ricarica dei veicoli elettrici, commenta la lentezza nell’approccio all’innovazione abbinata al raggiungimento di obiettivi di miglioramento ambientale. “Questo accade anche se a sostenere le nuove tecnologie sono le regole imposte dall’Unione Europea” precisa Rossato.

Secondo quanto previsto dal pacchetto denominato 20-20-20, le emissioni di CO2 dovranno essere ridotte del 20% entro il 2020; ricordando che, per ora, le emissioni prodotte dai trasporti sono responsabili del 12% delle emissioni di anidride carbonica di tutta l’Ue e del 24% di quelle mondiali.
Importante segnalare, poi, che le emissioni inquinanti del trasporto su strada negli ultimi 12 anni hanno subito un incremento del 27%.

In Italia la situazione è ancora più grave: il settore dei trasporti è responsabile del 32% dei consumi energetici e del 30% delle emissioni di CO2.
Inoltre, da uno studio comparativo eseguito, per conto della Comunità Europea, dall’Unipede (Unione internazionale dei produttori e distributori di energia elettrica), tra le emissioni complessive di veicoli con motore tradizionale muniti di marmitta catalitica e quelle emesse in centrale per la produzione dell’energia elettrica destinata alla ricarica dei veicoli elettrici, la conclusione depone in netto favore dei veicoli elettrici.

Nell’indagine dell’Unipede il confronto tra le emissioni complessive dei veicoli con motore tradizionale ed elettrici è stato eseguito assumendo per la vettura a benzina catalizzata un consumo di 5,2 l per 100 km, per quella diesel 3,9 l per 100 km, per quella a GNC (metano a 200 Bar) 3,7 kg per 100 km e per la vettura elettrica 18 kWh per 100 km. Ovviamente i calcoli sono stati effettuati considerando anche le emissioni relative alle fasi di produzione e trasporto dei combustibili e quelle delle centrali elettriche che producono l’energia per ricaricare i veicoli elettrici.

Risultato: le emissioni di CO2 dei veicoli elettrici sono quasi la metà di quelle dei veicoli a combustione. Significativamente inferiori anche le emissioni di ossido d’azoto, monossido di carbonio e di composti organici volatili.
Solo i livelli di anidride solforosa risulterebbero più elevati , ma è bene precisare che proprio questo è il solo agente inquinante il cui livello di concentrazione nell’atmosfera è sistematicamente inferiore ai limiti consentiti.

“Per uno sviluppo economico sociale ecosostenibile è più che mai necessario intervenire culturalmente e tecnicamente, affinché l’auto elettrica si diffonda e plasmi un irrinunciabile anello mancante nella catena della mobilità sostenibile (treni e tram), soprattutto all’interno dell’area urbana” prosegue il presidente di Vega Engineering.

Intanto le previsioni di Enexis (azienda olandese di riferimento internazionale nel settore dell’elettricità connessa all’automotive) dicono che dopo un periodo di sperimentazioni pilota in molte città, si assisterà allo sviluppo di massa della mobilità elettrica dal 2017. “E nei prossimi anni prenderà forma il mercato globale dell’infrastruttura di ricarica, componente necessario per vendere auto e altri veicoli elettrici. Per gli scettici, stando alle proiezioni di Enexis si tratta di 7,7 milioni di punti di ricarica installati entro il 2017” spiega ancora Rossato.

Parlando di veicoli elettrici, invece, secondo la Pike Research (istituto americano leader nella ricerca del settore delle energie rinnovabili e tecnologie ‘pulite’) nel 2012 saranno 257 mila i veicoli elettrici commercializzati in tutto il mondo, di cui oltre 61 mila in Europa. In Italia, come spesso accade, siamo in ritardo nelle politiche di incentivazione di questa nuova tecnologia. Comunque si stima che nei prossimi anni il mercato potenziale delle automobili elettriche in Italia potrà essere di circa 30/35.000 unità vendute all’anno.

Come intervenire quindi per supportare questo cambiamento? “Con un coinvolgimento collettivo al fine di diffondere i risultati raggiunti dalla tecnologia”. insiste Rossato “Non tutti, in effetti, sanno o credono che l’auto elettrica di oggi (solo elettrica o ibrida) sia in grado di sostituire l’auto tradizionale; né che sia già competitiva in termini di costi e prestazioni. Da parte nostra daremo avvio a partire da settembre 2012 ad una serie di iniziative di convegni e corsi di formazione per diffondere la cultura del veicolo elettrico. Nel frattempo abbiamo predisposto un servizio informativo sulle nuove tecnologie sulla nostra pagina Facebook www.facebook.com/ImpiantiPerLaRicaricaDeiVeicoliElettrici”.

Indispensabile, inoltre, accelerare l’evoluzione tecnologica. “È auspicabile un maggiore impegno da parte dei costruttori di automobili e dei relativi componenti teso a migliorare ulteriormente le performance di veicoli a propulsione elettrica o ibrida, così da porre in essere, in brevissimo tempo, le condizioni necessarie per sostituire nel mercato l’auto tradizionale” dice Rossato.

La premessa fondamentale affinché ciò possa concretizzarsi è che sia assicurato agli utenti l’accesso all’energia elettrica ovunque e in qualsiasi momento. E questo rappresenta senza alcun dubbio il perno attorno al quale ruota e ruoterà il successo dell’auto elettrica. Intanto gli incentivi per la e-mobility in Italia dovrebbero essere erogati a partire nel 2013. Solo così decollerà un mercato nuovo che consentirà di risollevare il settore automobilistico e quello dell’impiantistica, creando nuovi posti di lavoro e migliorando i livelli di inquinamento delle nostre città. Il tutto all’insegna di uno sviluppo ecosostenibile.

Vega Engineering: www.vegaengineering.com



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