Un software italiano nel progetto che simula la vita su Marte

Pubblicato il 8 maggio 2017

Hawaii Space Exploration Analog and Simulation (HI-SEAS), un progetto di ricerca finanziato dalla NASA, mirato a determinare i requisiti individuali e di gruppo durante le missioni per l’esplorazione spaziale a lungo termine, usa modeFRONTIER di Esteco, casa produttrice di software con base a Trieste, per sviluppare e migliorare la performance dei modelli sistemici per l’uso efficiente delle risorse.

HI-SEAS V è una missione di simulazione di isolamento della durata di 8 mesi, iniziata 19 gennaio del 2017, mentre la prossima missione inizierà a gennaio 2018. Durante la Missione in corso, sei ricercatori stanno studiando il comportamento umano su ‘Marte’, vivendo in una cupola geodetica nell’ambiente isolato del vulcano Mauna Loa sull’Isola Grande delle Hawaii, comprensivo del ritardo comunicativo di 20 minuti e dell’autosufficienza parziale. Il loro scopo è quello di affrontare e trovare contromisure al rischio del calo di performance del gruppo dovuto alle dinamiche di interazione, cooperazione, comunicazione e adattamento psicologico che a volte si rivelano inadeguate.

“Durante una missione spaziale, il team di astronauti è molto limitato in termini di quel che può portare a bordo. Ogni oggetto portato sul razzo deve essere efficiente in termini di peso e dimensioni – questo riguarda anche il cibo, l’acqua, i materiali per la ricerca e gli effetti personali. Quando si viaggia lontano, naturalmente servono più risorse e bisogna bruciare più carburante – questo rende l’ottimizzazione delle risorse ancora più complesso”, ha detto Ansley Barnard, ingegnere responsabile per monitorare i sistemi di supporto vitale durante la Missione V.

Prima di aderire a HI-SEAS, Barnard ha lavorato nel campo dell’ottimizzazione ingegneristica per la Ford Motor Company, dove ha avuto modo di esplorare i vantaggi delle tecnologie ESTECO sfruttate per ottenere la riduzione del peso del veicolo ma anche dei costi e dei tempi di progettazione.

Gli strumenti per la modellazione parametrica e per l’ottimizzazione come modeFRONTIER possono aiutarci nella Missione nel modellare i sistemi. Quei cambiamenti devono poi essere implementati tramite l’azione umana”, ha aggiunto Barnard. Il suo obiettivo finale è cambiare il modo in cui i suoi colleghi vivono giorno per giorno la missione e di procurare ai team futuri di HI-SEAS procedure e informazioni ingegneristiche aggiornate.

Barnard ha una laurea in aeronautica e astronautica dall’Università di Washington e spera di servire come astronauta americana nel futuro.



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