Ucima: fatturato in crescita per il settore macchine packaging

Per l’anno in corso il fatturato di settore dovrebbe registrare un ulteriore record positivo, raggiungendo i 4,4 miliardi di euro. Il rallentamento della crescita mondiale raffredda le previsioni sul 2013

Pubblicato il 29 dicembre 2012

Il packaging italiano si conferma anche nel 2012 un settore in ottima salute. Secondo i pre-consuntivi raccolti dal Centro Studi Ucima (Unione Costruttori Italiani di Macchine Automatiche per il confezionamento e l’imballaggio), l’anno in corso dovrebbe chiudersi con un’ulteriore crescita del giro d’affari. Il fatturato di settore dovrebbe raggiungere i 4,4 miliardi di euro, in crescita dell’1,6% rispetto ai già ottimi risultati del 2011. Si conferma quindi tra i comparti industriali più dinamici del made in Italy e tra i pochi che hanno mantenuto anche nei dodici mesi passati performance migliori rispetto al passato.

Determinanti nel raggiungimento di questi importanti risultati le esportazioni, che rappresentano ormai oltre il 90% del giro d’affari complessivo. In valori assoluti l’export dovrebbe assestarsi su 4 miliardi di euro, con una crescita del 2,7% sul 2011. In lieve calo le vendite sul mercato domestico, pari a 415 milioni di euro, -7,8% sul 2011. Meno vivace appare però l’andamento per il prossimo anno.

“Il rallentamento della crescita mondiale registrato in questi ultimi mesi e le prudenti previsioni per il 2013 effettuate dalle maggiori agenzie economiche mondiali, rendono prudenti anche gli operatori del nostro settore” – commenta il Presidente di Ucima Giuseppe Lesce. “Anche le grandi manifatture mondiali, prima fra tutte la Cina – prosegue Lesce – stanno riducendo i loro tassi di crescita. Ciò non può che destare preoccupazione in un settore come il nostro caratterizzato da una elevatissima propensione esportativa”. I pre-consuntivi evidenziano infatti un calo del 13% delle esportazioni italiane nel continente asiatico, compensate però dalle ottime performance in Nord (+21,3%) e Centro Sud (+17,6%) America. L’Europa si conferma invece prima area di export, assorbendo il 35,4% del totale e in crescita del 9,6%.

Ucima: www.ucima.it



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