#SMAU 2019 ospita i Cloni Artficial

Pubblicato il 29 ottobre 2019

Si parte dal DNA. Perché anche un’opera d’arte lo possiede. E può servire per riprodurla, in altissima definizione, e per giunta in maniera ecologica. È il lavoro di Artficial, giovane start up che ha scelto come sede un palazzo del centro storico di Palermo: tramite un raffinato e innovativo modello di stampante 3D, ha trasformato statue, icone, sculture… in cloni in fibra di mais. Che così diventano oggetti avvicinabili, leggerissime icone pop, irriverenti oggetti di design d’avanguardia che ogni casa o ambiente può ospitare.

E siccome Artficial vuole rendere sempre omaggio alla città che la ospita, ha cercato nel suo immenso database – dove entro fine anno si raggiungerà il numero esorbitante di duemila DNA di opere d’arte sparse per il mondo – e ha trovato un’Immacolata Concezione di scuola trapanese: delicata, bellissima, elegante, quasi friabile, fu sbozzata in avorio dalla dinastia dei Tipa, artigiani settecenteschi famosi per “lo scolpire in tenero e in piccolo“. Un’Immacolata che ha reso omaggio alla Madonnina milanese, durante lo SMAU 2019. Al salone, dedicato all’Innovazione e all’Industria 4.0, erano esposte almeno venti varianti della statuina in diversi colori fluo: un’occasione per scoprire dal vivo i cloni Artficial allegri per la scelta dei Pantone; sostenibili perché in fibra di mais; entusiasti e gioiosi perché avvicinano beni di solito esposti nei musei o in collezioni private; leggeri perché pesano veramente 800 grammi.

Artficial Clones_ Pictures

Il processo è semplice e difficile nello stesso tempo: da ogni opera viene ricavato un vero e proprio “DNA” che porta quindi alla creazione del clone digitale che riproduce l’informazione al millesimo. L’arte diventa così alla portata di tutti, appassionati, cultori, semplici amanti. Leggera, permeabile, contemporanea, divertente. E pop, molto pop. Scoprire l’arte, in una forma contemporanea che non destabilizza il concetto di capolavoro, ma lo rende più attuale e meno “lontano”.

Senza contare che è nato così il più grande database digitale di opere d’arte, entro cui sono conservati i modelli tridimensionali delle sculture, digitalizzati tramite le più innovative tecnologie di scansione 3D, la cui fruizione in streaming, protetta e sicura, è possibile grazie ad interfacce sviluppate in collaborazione con una startup tecnologica che appartiene ai centri di ricerca della NASA. Fondazioni e musei, pubblici e privati, collezionisti, filantropi e mecenati: tutti cercano Artficial e propongono le loro opere. E molti cloni sono stati poi acquistati dai proprietari delle opere originali, altri sono finiti nei bookshop dei musei, altri ancora sono diventati oggetti di design da inserire in un qualsiasi interior, classico o contemporaneo.

 



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