Sistema sanitario più efficiente e sostenibile con la telemedicina

I sistemi sanitari di tutto il mondo, anche quelli più efficienti, sono in questo momento messi a dura prova dall’elevato numero di ricoveri provocato dalla diffusione del Coronavirus. Le conseguenze di questa emergenza sono numerose e drammatiche: i medici e gli operatori sanitari vengono chiamati a lavorare in turni estenuanti e i letti disponibili sono al limite del collasso, precludendo così la possibilità di ricevere cure adeguate anche a tutte le persone che necessitano ricovero o terapia intensiva per motivi diversi dal contagio da Covid-19.
Inoltre, aspetto tutt’altro che trascurabile, l’assembramento di centinaia di contagiati all’interno delle strutture ospedaliere è a sua volta causa dell’accelerazione incontrollata della diffusione del virus. È ormai cosa nota che tale scenario sia conseguenza dei molti (troppi) ricoveri anche per casi con sintomi lievi.
Come spesso accade, l’innovazione è la risposta per risolvere problematiche generate da situazioni inedite. La startup Ticinese HospitHome, grazie a un kit di monitoraggio e controllo remoto, permette di valutare in tempo reale il decorso della malattia dei pazienti positivi al Covid-19 non ospedalizzati.
Un sistema sofisticato di telemedicina che permette l’abbassamento dei costi di ricovero, monitoraggio costante e in real time, contenimento del pericolo di contagio e maggiore sicurezza per pazienti e operatori sanitari.
Un sistema “Virtualmente perfetto”, così come definito dal New England Journal of Medicine, una delle più importanti e diffuse pubblicazioni di medicina al mondo, definisce l’approccio all’emergenza Coronavirus attraverso la telemedicina.
Il progetto, sviluppato in sinergia con il Cardiocentro Ticino, tra le strutture ospedaliere pioniere della telemedicina in Europa, è frutto anche della collaborazione con altre eccellenze del settore sanitario come la Federazione ticinese ambulanze, la Fondazione Ticino Cuore, la Clinica Luganese Moncucco, l’Ordine dei medici del Canton Ticino (in particolare, in questa prima fase, il circolo di Lugano con il suo presidente Dr. med. Claudio Camponovo).
“Il programma di monitoraggio remoto parte dall’esperienza del Cardiocentro Ticino, che da circa 15 anni offre servizi di telemedicina ai pazienti cardiopatici con aritmie severe e portatori di defibrillatori, pazienti che vengono monitorati a distanza con controllo giornaliero e sistema automatico di allerta nel caso di variazione dei parametri vitali”, spiega Dante Moccetti, una delle menti dalle quali è nata l’idea.
“Il risultato di questa esperienza ha portato ad una diminuzione dei controlli ambulatoriali e dei ricoveri non indispensabili. HospitHome ha fatto tesoro del know-how acquisito in passato declinandolo e adattandolo per l’emergenza Coronovirus attraverso l’utilizzo delle più recenti tecnologie” continua Moccetti.
Sulla base di un applicativo certificato Medical Device classe II A, il paziente viene fornito di kit di sorveglianza composto da un tablet e un hub in grado di trasmettere real-time, grazie al quale i suoi parametri vitali, in particolare temperatura, saturazione di ossigeno e frequenza cardiaca (recenti studi hanno evidenziato come in caso di Covid-19 le complicanze cardiovascolari aumentano sensibilmente il rischio di mortalità) vengono monitorati da un’intelligenza artificiale e trasmessi in automatico almeno due volte al giorno alla centrale operativa HospitHome e ai medici di famiglia dei pazienti coinvolti nel programma.
Nel caso di desaturazione dell’ossigeno, i pazienti vengono immediatamente visitati dal medico curante e/o ospedalizzati; verranno ricoverati soprattutto coloro i quali presentano una patologia polmonare che determina la prognosi severa dei pazienti e l’impiego elevato di apparecchiature e personale specializzato, risparmiando di conseguenza risorse finanziare elevate della comunità.
È pure importante sottolineare che la gestione in sicurezza del paziente Covid-19 al domicilio presenta vantaggi anche sul piano emotivo e psicologico, consentendo di affrontare la malattia nel conforto del nucleo familiare che, pur nel rispetto delle più sicure condizioni di isolamento, sarà sempre meno straniante della corsia di un ospedale.
Il team di HospitHome, guidato da Dante Moccetti, e coordinato dalla project manager Isabella Porrello e dal Direttore Strategico Marco Pizzasegola, profilo con un’importante esperienza alle spalle nel campo dello sviluppo di progetti innovativi, nelle ultime settimane ha lavorato senza sosta per far fronte all’emergenza riuscendo a rendere il progetto immediatamente implementabile e a disposizione delle strutture sanitarie.
In questa fase d’avvio è in atto l’installazione dei primi 100 kit presso il domicilio dei pazienti, ma la piattaforma è scalabile e già oggi in grado di gestire fino a mille pazienti.
L’utilizzo dei sistemi di telemedicina permette di valutare e monitorare efficientemente i pazienti, proteggendo i pazienti stessi, il personale sanitario (ricordiamo che i medici di famiglia stanno pagando ovunque nel mondo un pesante tributo, purtroppo anche in termini di decessi) e l’intera comunità dai rischi di esposizione al contagio.
HospitHome non è solo un’ottima risposta all’emergenza Coronavirus. Abbassamento dei costi di ricovero, monitoraggio costante e in real time, contenimento del pericolo di contagio, maggiore sicurezza per pazienti e operatori sanitari, sono benefici che possono migliorare incredibilmente l’intero approccio dei sistemi sanitari.
Il kit è ottimale e adatto anche per essere utilizzato in innumerevoli altri casi, ad esempio per persone che presentano patologie cardiovascolari o croniche. La telemedicina ha tutto il potenziale necessario per diventare un nuovo standard, un potente e innovativo strumento per portare il settore sanitario a un livello superiore e tutelare maggiormente la salute delle persone in tutto il mondo.
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